[Foresta] Perlustrazione ordinaria

Ramona + Eva

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    Ramona è una giovane strega che si avvicina ai trenta e nonostante gli anni che passano, i due gemelli ormai abbastanza grandini e le cicatrici che le ricoprono mani e braccia, la strega mantiene un fascino tutto suo: i tratti americani si uniscono a quelli finlandesi e il risultato è una donna dai lunghi capelli corvini lasciati sciolti e in morbide onde con occhi glaciali e la carnagione estremamente pallida, più rosea sulle guance. Alta e in forma, è la tipica strega che ha sempre da fare qualcosa, che si muove in continuazione per un motivo o per l'altro e si divide tra il suo lavoro e la sua famiglia.
    Ingrid e Tuomas, i suoi figli, sono abituati a vedere la madre solo in determinate ore del giorno e trascorrere il resto del tempo con Norby, il vecchio fedele elfo domestico dei Sullivan, ora di proprietà di Ramona. I gemelli non hanno mai sofferto mancanze d'affetto, forse perché sono stati cresciuti da una donna un po' rigida e che difficilmente lascia trasparire i sentimenti, ma sono una famiglia serena e unita. Il loro trio è praticamente indistruttibile, specialmente grazie alle difficoltà avute in passato, quando Ramona ha dovuto sostenere una causa di divorzio e riuscire a mandare in carcere il suo ex-marito, lo squilibrato e psicotico Dagobert.
    Sono ben lontani quei giorni. Lei era troppo giovane e insicura, adesso è un altro tipo di donna e ha affrontato viaggi incredibili prima di tornare in una terra che le ha già dato serenità in passato. Dopo anni trascorsi a Ilvermorny tra gli uomini prevalentemente, compagnie amiche che allora ed ora non disprezza, Ramona ha avuto bisogno di allontanarsi dai soliti luoghi, di esplorare, di andare in un luogo in cui nessuno la conosceva. E ad Hogwarts, tra i Serpeverde, ha trovato un po' di pace per la sua anima.
    Ad oggi, Ramona non è più una ragazzina insicura, ma una Magizoologa di tutto rispetto e che ha ancora tanta strada da fare. Con la sua casacca turchese scuro e i pantaloni neri infilati negli anfibi del medesimo colore è fiera di rimarcare quale sia la sua professione, sfoggiando la divisa ordinata e pulita. Al collo le penzola solo un fischietto, quello per richiamare il suo pitone reale, un bell'esemplare che le si è affezionato mentre esplorava una foresta in Venezuela. Al braccio destro, il fodero vambrace di pelle tiene assicurata la bacchetta di legno di salice, mentre non indossa orpelli e non porta nemmeno il trucco, nemmeno un filo di rossetto a ravvivare le labbra sottili.
    In questo momento si trova nella foresta al fianco di Eva, una sua collega del Ministero che svolge la mansione di Auror. Si erano già conosciute a Londra quando è crollato lo Statuto di Segretezza, ma per modo di dire, perché nel mezzo della missione non si sono preoccupate di scambiarsi i numeri di gufo (?) e forse Eva l'avrà sentita imprecare in qualche lingua strana prima di inforcare la scopa da corsa e fronteggiare i draghi assieme agli altri Auror e Magizoologi. Però adesso è tranquilla e serena perché si trovano nel bosco, parecchio lontani da Woodland, e il loro compito è quello di perlustrare la zona. Un controllo ordinario per una squadra formata solo da due persone.
    «Se il pitone ti spaventa, posso farlo allontanare» dice alla collega, spiandola con la coda dell'occhio. Il serpente sta strisciando ai piedi di Ramona, poco distante da lei e non sembra rallentare le due streghe mentre procedono a controllare che ogni cosa sia al suo posto.
     
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  2. Eva Cooper
     
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    Inutile sottolineare come la strega dai lunghissimi capelli color del grano sia sempre impegnatissima con il suo lavoro.
    Anche quest'oggi ha infatti abbandonato qualsiasi altra possibile occupazione, hobby o tempo libero per dedicarsi ad una nuova missione. Un compito tecnicamente non troppo complesso che avrebbe dovuto svolgere insieme alla Sullivan: non si è dimenticata di lei nonostante il tempo trascorso dal loro ultimo incontro e nonostante non si conoscessero per nulla.
    In quei momenti di particolare stress emotivo sarebbe stato impossibile per la Bionda dimenticarsi i volti dei maghi e delle streghe intenti ad aiutare e a fronteggiare con coraggio e spirito di iniziativa i draghi che avevano minacciato l'intera città.

    Anche lei, così come la collega, indossa la divisa "ufficiale" degli Auror, di un colore verde militare forse un po' troppo spento per il colorito candido della pelle della giovane donna, ma che comunque le calza effettivamente a pennello. Sembra esserle stato cucito addosso da come le sue forme sinuose si mostrano al di sotto della stoffa, gonna che si apre verso il basso fino a raggiungerne le caviglie. Lei non indossa il fodero vambrace questa volta, ma il più semplice e comodo - almeno dal suo punto di vista fodero legato alla cintura che ne ricopre la vita, all'interno del quale è ben posizionata e pronta all'uso la sua bacchetta personale.
    Cammina accanto a Ramona, movenze delicate e in un certo qualsenso feline, di chi pare esser dotato di una grazia tale da levitare piuttosto che poggiare effettivamente i piedi a terra. Non sembrerebbe nemmeno completamente umana quella ragazza, chi mai potrebbe pensare che una con un visino dai lineamenti angelici e delicati come i suoi possa in realtà essere uno degli Auror più in gamba del Ministero? Ad ogni modo, seppur elegante, il suo sguardo è focalizzato sulla zona circostante e i suoi sensi sono all'erta: gli occhioni dalle iridi chiare - lunghe ciglia a determinarne lo sguardo magnetico - vagano a destra e a manca senza tuttavia perdere di vista il pitone che la collega si è portata dietro. Non ha paura dei rettili la Cooper, ma certamente è alquanto complesso camminare con totale tranquillità con un energumeno come quello che sta attualmente strisciando a qualche passo di distanza.
    < Non ti preoccupare, ho tutto sotto controllo > un sorriso annesso, rivolto verso di lei, apparentemente sincero. E, in effetti, fino a quel momento la Bionda non si è nemmeno lamentata una volta della presenza del terzo incomodo perché fondamentalmente sa quanto potrebbe rivelarsi utile in caso di necessità. < Sai, mi fa piacere svolgere questo piccolo pattugliamento con te > annuisce un'unica volta inclinando solo ora la testolina verso di lei per dedicarle un minimo di attenzione, salvo poi tornare attenta sull'ambiente circostante. < Sei stata molto coraggiosa quel giorno > non aggiunge altro, ma non smette di sorridere mentre ripensa agli attimi trascorsi con la sua interlocutrice tempo fa. Glielo deve riconoscere, seppur ora non si stia esibendo in nuovi complimenti, ma i Magizoologi hanno di per certo quel qualcosa in più rispetto ad altri maghi. O, forse, è Ramona ad essere particolarmente promettente.
     
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    Ramona è la tipica magizoologa che si circonda di animali, ma per lo più preferisce che questi scorrazzino nei loro ambienti naturali e vivano una vita spensierata lontano dall'uomo per quel che possono. Il pitone qui presente, il corvo e il gatto sono le uniche eccezioni. Solitamente, Ramona prende in affidamento qualche animale malato o fuori dal suo habitat e dopo le amorevoli cure, si prodiga a ricondurlo tra i suoi simili.
    Che poi le piacciano gli animali più desueti si è capito. Quanti viaggiano con un pitone reale al seguito e spediscono messaggi via corvo? Pochi, se ve lo state veramente chiedendo, ma non sono solo queste le creature per cui va pazza. Ramona è un'amante del brivido e infatti si ritrova sempre circondata da animali fantastici e non molto pericolosi, trovando particolarmente intrigante il doversi rapportare con loro e comprendere la loro psicologia.
    La stessa cosa non si può dire per le persone. Non tutte le vanno a genio, ma Eva – ah, sì, Ramona si è dimenticata il suo nome perché è fatta così, perdonatela – è tra quegli umani che sopporta stranamente. Il solo fatto che ci sia una bella bionda tra gli auror la dice lunga sul suo conto, perché sicuramente non ci è arrivata a ricoprire quel ruolo se non avesse almeno un pizzico di intraprendenza e astuzia, oltre alle doti necessarie per essere una strega dell'esercito magico.
    «Bene». Questione conclusa sul pitone, che comunque non intralcia la loro camminata nel bosco, là nella vegetazione semibuia, il sole che ancora non è del tutto calato oltre le montagne scozzesi. Siamo in quel periodo dell'anno in cui le giornate, lassù così a nord, si allungano tanto che in Finlandia, ad esempio, in certi periodi si rimane col sole alto nel cielo per tutto il giorno e la notte. In questo momento, nella foresta placida, c'è questo rosso a segnare i contorni delle figura e armonizza ogni colore presente verso questa tinta vermiglia.
    Anche il viso pallido di Ramona si accende di un colorito arancione e su di esso spiccano quegli occhi cerulei, dove azzurro e verde si incontrano, i suoi capelli sono le ombre più nere.
    «Mpf! Draghi usati per un attentato» brontola Ramona in risposta, inalberandosi per qualche strana ragione. L'accento americano si sente, ma ogni tanto viene sporcato da qualche parola detta con una cadenza più dura.
    «Già li costringiamo a stare nelle riserve, perché sia mai che qualcuno li veda o si spaventi, o uccidano qualcuno, adesso vengono pure strumentalizzati per far crollare lo Statuto di Segretezza. Roba da matti».
    A quanto pare, non le piace che le creature vengano usate per scopi malvagi.
    «Sei una tipa tosta anche tu» le concede pure un complimento. Miracolo. «Ma dimmi... come fai per gli sguardi indiscreti dei colleghi? Li stendi con uno Stupeficium?»
     
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  4. Eva Cooper
     
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    Continua a camminare accanto a lei godendosi quella brezza serale che fondamentalmente non le dispiace affatto. Non è ancora abbastanza buio da limitare i suoi sensi, orecchie altrettanto tese ad ascoltare il minimo rumore possibile, ma d'altra parte un'Auror non può aver timore della notte. Per molto tempo quello dell'Auror è stato considerato un lavoro prettamente maschile, poche infatti sono tutt'ora le donne che militano tra le fila dei dipendenti di tale sezione del Ministero.
    E, in effetti, se la Cooper svolge questo mestiere da ormai più di quattro anni significa che è riuscita a trovare un buon compromesso tra il suo essere donna e l'essere una strega dalle buone potenzialità magiche. Il suo buon cuore, unita alla sua capacità oratoria ha di certo fatto il resto. E' fiera di sé stessa eppure non risulta mai vanitosa, così come non lo è del suo aspetto fisico, terrorizzata - anche se ultimamente molto di meno - dalla possibilità di aver ereditato il sangue Veela dalla madre. D'altra parte ha pensato più volte che, se all'alba dei ventisei anni avanzati non ha ancora avuto dimostrazioni dei poteri ad esso correlato, potrebbe averla benissimo scampata. E' una ragazza semplice nella sua complessità, un gioco di parole per indicare colei che, nonostante un aspetto angelico e un animo puro, riesce comunque ad avere la risposta sempre pronta e a non farsi mai mettere i piedi in testa da qualcuno.
    Completamente in silenzio lascia che Ramona possa parlare: non la interrompe mai, nemmeno una volta, lasciandole il tempo necessario per esprimere ogni sua opinione. E' sempre rispettosa verso gli altri e soprattutto verso ciò che hanno da dire poiché è estremamente convinta che da ciascuna opinione si possa sempre imparare, anche da quelle differenti dalla propria. Non è questo il caso però, perché il dire della Sullivan si sposa benissimo con il pensiero dell'Auror lì con lei.
    < E' stato veramente ingiusto nei confronti di quelle creature che, so bene, non hanno avuto colpe in quel che
    è accaduto >
    ammette, riconoscendo qualcosa che parecchi maghi tuttavia non sempre condividono. Per molti di loro infatti le creature considerate "pericolose" dovrebbero essere rinchiuse e tenute costantemente sotto osservazione. < Devi amare molto il tuo lavoro, ho sempre apprezzato il fervore di voi Magizoologi nel difendere le vostre opinioni > aggiunge, donandole un nuovo delicato sorriso. Si lascia andare ad una risata in seguito alle ultime parole che sente pronunciare dalla sua interlocutrice: scuote il capo di conseguenza e interviene per rispondere al suo quesito.
    < Non esagerare, non è che mi guardano proprio tutti > modesta come pochi sembra essere davvero convinta di quel che sta dicendo. Ovvero non finge, niente affatto. < Ad ogni modo basta essere precisi e decisi nei commenti rivolti ai colleghi. Alle volte bisogna essere crudi e, forse, poco simpatici per poter essere rispettati. Ma in fondo devono capire che sono lì per lavorare e non per sfilare, no? > domanda retorica snudando i denti in una espressione divertita. Riporta quindi l'attenzione sulle piante, sulla vegetazione, laddove al momento non sembra ancora esserci nulla di sospetto.
     
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  5. Alexander N. Byron
     
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    master
    La notte dovrebbe essere fatta solo per dormire candidamente su un guanciale che ti spinge a sognare mondi diversi, migliori di quello in cui viviamo. E invece no, gli essere umani si ostinano a stare in piedi, a guardare romanticamente un paio di stelle nel cielo che non raggiungeranno mai oppure a divertirsi sui tavoli di pub troppo pieni e caotici per poterci scambiare due chiacchiere. Qualcuno starebbe nel suo letto a fissare il soffitto, qualcun altro nel letto di sconosciuti o di persone amate e altri ad ordire fitte trame. Hogsmeade è un posto magico, ma nessuno sa quante trame intricate vi siano celate: sono tutte sopite dietro a quelle case addormentate o circoscritte in qualche angolo della foresta proibita e strisciano, silenziose, esattamente come il serpente di Ramona. Sono tempi duri da quando lo Statuto di Segretezza è crollato e lo sanno anche le due donne che camminano e pattugliano senza sosta, tra una chiacchiera e l’altra. E no, Ramona, non si tratta solo di come sono stati usati i draghi: ci sono milioni di animali, milioni di creature, milioni di esseri umani a risultare coinvolti in questo groviglio ingarbugliato di macchinazioni, segreti e invidie. Pensate che quella sia solo una pattuglia ordinaria, non è vero? Forse avete ragione o forse no. Ve lo ripeto: la notte nasconde nuovi segreti o, ancora, potrebbe portarne alla luce di vecchi. Siete ormai addentrati tra fitti rami che eviterete con cautela: alcuni sono spinosi e intrecciati, ma altri sembrano così innocui con quelle foglioline verdognole e deboli. Davanti a voi una fila di alberi di cui , forse, a causa del buio e della fioca luce della luna riuscite a vedere i primi due esemplari. Non sono quelli a colpirvi né versi di creature magiche o zoccoli di centauri che scalpitano per raggiungervi. Ciò che udite, tra tutte quelle fronde, è una voce gracchiante, stridula, che viene dall’alto e che riempie fastidiosamente tutto l’etere circostante - SSSSSI CR-EDONO SUPERIORI! SSSSSI CR-EDONO SUPERIORI! SSSSSSI CR-EDONO SUPERIORI - è un mantra, non sembra volersi schiodare da quella frase. La ripete come se non ne conoscesse altre, eppure ne ha imparate così tante in questi giorni. Voi non sapete il punto da cui provenga, ma è di sicuro irraggiungibile: un uccello piumato e variopinto, simile a un pappagallo, con una cresta color oro poco più sopra del becco, sembra ripetere quelle parole alla luna più che a voi- SCCCCCCCCIOCCHI MAAAAGHI! SCCCCCCCIOCCHI MAAGHI! -continua con quel verso fastidioso e imitatore, ma quelle parole non sono le sue e deve averle apprese da qualcun altro, qualcuno che ha visitato la foresta per tutte queste notti, ancora prima di Eva e Ramona. Eppure, se solo le due streghe avessero più luce, se solo muovessero qualche passo in più, potrebbero scoprire segreti che qualcuno preferirebbe lasciar sepolti.
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    MASTER A SORPRESA. Temetemi, ma vogliatemi bene. Per qualunque cosa, mandatemi un mp <3

     
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    Purtroppo, quando si parla di creature magiche, Ramona si scalda come farebbe qualsiasi magizoologo. Deformazione professionale, dicono, ma bisogna tenere a mente che la strega dai capelli corvini e la casacca turchese scuro ha addosso cicatrici sugli avambracci scoperti proprio per colpa di draghi irrequieti. Nonostante abbia quasi perso l'uso delle mani e abbia rischiato di non solo fare magie ma anche di tenere in braccio i suoi figli, non sembra essersela presa con il giovane esemplare di drago, anzi. Sa che è nella sua natura l'attaccare gli umani, difendere il territorio, le uova e forse anche l'orgoglio, quindi un animale fantastico potrà anche paralizzarla e lei non se la prenderà mai con questo.
    Tipi strani, i magizoologi.
    D'altra parte, la sua collega non è affatto bizzarra, ma è una strega garante dell'ordine pubblico e che non perde la sua femminilità nella divisa da auror, ma non per questo è da considerare meno preparata. Anche nelle risposte che fornisce a Ramona si comprende quanto sia spigliata e in grado di sostenere una qualsiasi conversazione senza risultare banale. Insomma, una bionda col cervello.
    «Non sono esseri completamente senzienti, i draghi» spiega Ramona. «Estremamente intelligenti, ma pur sempre animali. Mi piacerebbe sapere come siano riusciti ad ammaestrarli per volare su Londra».
    Sbuffa dopo la frase, perché sta superando un masso con un balzo agile e perché è davvero fuori di sé ogni volta che ne parla.
    «Sin da piccola ho cominciato a sviluppare un interesse per le creature magiche» racconta Ramona. «L'alternativa era studiare le stelle o vendere scope da corsa e detta francamente, erano due opzioni che mi stavano un po' sul culo».
    Ops. Ramona è una persona molto educata e fine, ma ogni tanto le parte quella vena americana di cui proprio non può fare a meno e quindi in un discorso comune le scappa qualche parolaccia. Almeno smette di avere quell'aria rigida che ha sempre e regala un sorriso, uno furbo, anche ad Eva, che replica al loro momento dedicato al gossip tra streghe.
    «Tu come mai sei Auror?» domanda, curiosa.
    Fa per replicare al fatto dei colleghi e le sfilate, annuendo prima di tutto, ma viene bloccata da un suono. O meglio, da una voce gracchiante.
    Ramona si blocca con le labbra semispalancate, muove gli occhi nella direzione del rumore e poi si gira completamente verso la fonte di quel suono. Cerca tra la vegetazione, su sopra gli alberi, fino a che gli specchi cerulei non si posano su un comune uccello. Un pappagallo. In Scozia.
    Chi cacchio l'ha perso?
    «Oh, per la miseria» borbotta Ramona. «Di solito non uso la magia contro le creature magiche, figuriamoci su un pennuto variopinto... Come diavolo si chiama...» - si picchietta la fronte con la sinistra - «...papparallo!»
    No. Ritenta.
    Scusate, ma si deve ricordare troppi nomi.
    «Ma che dice?» allunga un'orecchio nella direzione del pennuto. «Be' non mi importa. Se lo lascio lassù tutta la notte, c'è il rischio che domani lo troviamo stecchito o in pancia a qualche felino. Immagina l'istinto di sopravvivenza di un animale domestico...»
    E così dicendo, porterebbe i due mignoli alla bocca per creare una specie di suono simile ad un fischio molto delicato, così da attirare il pappagallo nella sua direzione, o almeno verso terra dove può acciuffarlo.
     
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  7. Eva Cooper
     
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    Trova piacevole quella conversazione: seppur lei non sia neanche lontanamente esperta come la Sullivan di creature magiche, considera interessante e degna di nota la passione che la sua collega esprime nel trattare simili argomenti. Continua a sorridere infatti mentre la ascolta, annuendo di tanto in tanto ma non dimenticandosi mai di rispondere alle sue parole. E' attenta anche alle sue parole, non se ne perde nemmeno una memorizzandole in quella testolina da ex Corvonero.
    < Deve essere opera di maghi molto potenti o, comunque, di qualcuno che abbia una certa esperienza con le creature magiche. Non voglio dire che l'artefice possa essere un Magizoologo, ma certamente non è un risultato semplice quello che hanno ottenuto > è più che certo che l'artefice non sia stata un'unica persona, ma un gruppo decisamente ben organizzato. Le indagini, tuttavia, non hanno ancora portato a nulla di sicuro nonostante sia trascorso del tempo dal giorno della tragedia. Riprende ad ascoltarla e quando Ramona le racconta del motivo per cui ha scelto tale specializzazione, alla bionda figlia di Veela sfugge un sorriso di consenso: è sempre fonte di gioia leggere negli occhi di una persona tale sincera propensione verso un ambito così complesso. Sì, perché lei ritiene il lavoro della sua collega tra i più difficili.
    < Come mai sono Auror... > ripete, pensando qualche istante alle parole più adeguate per risponderle < E' stata una scelta semplice in realtà, spontanea se vogliamo trovare una parola adeguata per descriverla. Ho sempre pensato di voler aiutare le persone e, essendo portata per alcune materie specifiche, ho pensato che questo lavoro sarebbe stato perfetto per me > si stringe nelle spalle, riprendendo a parlare subito dopo con voce tranquilla, pacata, priva di inclinazioni dubbiose < Mi rende felice, credo che l'importante sia questo > aggiunge infine, tornando in silenzio.

    Man mano che procedono sembra esserci qualcosa di strano nell’aria, qualcosa che per il momento nessuna delle due è in grado di percepire. Eppure Eva sa di dover prestare molta attenzione ad ogni suo singolo movimento, ad ogni passo che poggia sul terreno sottostante: si sposta quando i rovi lo richiedono per evitare di impigliarsi in essi, lunghe gambe che accompagnano movimenti agili di fianchi sinuosi eppur snelli, di un corpo allenato eppur sempre estremamente femminile. E non vi sarebbe nulla di diverso dal solito, nulla che comporterebbe chissà quale reazione se solo – d’un tratto – una voce stridula non si estendesse tutt’intorno. Blocca il suo incedere la bionda Auror, tentando di strattonare per un lembo della divisa, all’altezza della manica destra, la sua accompagnatrice: vuole essere certa che non sia solo frutto della sua immaginazione e quindi la guarda, rimanendo tuttavia in silenzio e aspettando che sia lei a pronunciar verbo. Ramona parla, esprime la sua opinione, ma l'Auror invece decide di non dire nulla, mantenendosi in assoluto silenzio per potersi concentrare maggiormente sui rumori circostanti. Il vero problema tuttavia non sarebbe nemmeno tanto la voce di per sé, quanto più il contenuto verbale di tale comunicazione. Nulla di positivo, nulla di rassicurante, perlomeno non per le orecchie della Strega in questione. E, forse per puro spirito di iniziativa o quanto più per evitare brutte sorprese, – ne aveva viste tante in quegli anni di servizio e non aveva alcuna intenzione di farsi cogliere alla sprovvista – decide di far scivolare la mano destra, la stessa con la quale aveva cercato di raccogliere l’attenzione della Sullivan qualche istante prima, verso il fodero posto sulla cintura per poter estrarre così la sua bacchetta magica. Inizialmente la tiene ancora abbassata, respirando silenziosamente, in modo tale da poter udire ancora senza alcuna difficoltà le parole pronunciate da chissà quale strana creatura presente all’interno della Foresta. Poi, senza aspettare oltre, ecco puntare la sua bacchetta verso l’alto pronunciando le parole di un incantesimo a voce sussurrata eppur percepibile: < Lumos > esclama, muovendo il braccio in senso rotatorio verso sinistra, bloccando tale movenza al momento opportuno. Se il suo tentativo dovesse funzionare dalla punta della sua bacchetta si genererebbe un fascio di luce in grado di mostrarle con più facilità la zona circostante ed evidenziare, nel caso, la presenza di pericoli.
     
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  8. Alexander N. Byron
     
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    master
    -I pappagalli sono animali piuttosto curiosi e la Scozia non è esattamente il luogo migliore per farli vivere. Eppure, per qualche strana ragione, ce n’è uno nella foresta proibita, capite? Qualcuno deve averlo lasciato lì o è scappato da qualche gabbia di una casetta modesta, questo non potete saperlo. Tutto ciò di cui avete certezza è che sta ripetendo qualcosa che afferrate alla perfezione: sarebbe impossibile che non capiate, visto quel gracchiare continuo. Ramona, in realtà, il pappagallo – che si chiama Johnny- non riesci a vederlo: è posato su un ramo troppo in alto, chissà come è riuscito a volarci. Probabilmente è stanco della sua padroncina, quindi ha preferito cercare un posto quieto e sereno, dove nessuno continua a parlare di strane magie.- LAA PAAAA-GHE- RE- TE, LUUU-RI-DI MAAAG-HI! - non ha colpe in quel che dice, quei pensieri non sono i suoi. E’ solo stato addestrato a parlare con un linguaggio poco consono ad un gentiluomo che si rispetti. Continuerebbe anche a imprecare contro la categoria che pare aver preso di mira, ma il fischio delicato di Ramona gli fa arruffare le piume: per un breve, ma interminabile attimo tace, come a valutare il da farsi, con gli occhi neri e piccini fissi verso un ramo. Eppure, sarà la dolcezza con cui la magizoologa avvicina le due dita alle labbra che lo convince a scendere fino al ramo più basso, diventando finalmente visibile, in tutto il suo piumaggio colorato di ogni sfumatura del blu e del verde, anche se a spiccare è quella cresta aurea. E’ alto più o meno quanto una bottiglia d’acqua (//che strano paragone, scusate, avevo sete) e adesso sta fissando Ramona con una strana curiosità ma senza avvicinarsi a lei, come se la stesse studiando con la semplicità con cui può farlo un pennuto– TUUUU SSSSTR-EGA - e farebbe anche per ripeterlo infinite volte, ma non ce la fa perché la luce della bacchetta di Eva lo fa spaventare e svolazza più in alto, ripetendo – MER-DA! MER-DA! MER-DA! - a più non posso. Che non si dica mai che abbia imparato solo cose seriose! Mentre il fascio di luce irradia i cinque metri davanti alle due streghe, si può ancora sentire borbottare il nostro Johnny – PADRONCINA! TESORO! TESSSORO – no, non è Gollum- NASCOSTO! NO MAGHI- NO! - quelle parole potrebbero far sussultare le due donne, di questi tempi, oppure potrebbero solo relegarle allo strano scherzo di un pennuto, che non è consapevole pienamente delle cose che pronuncia. Eppure, Eva, tu hai detto di aver scelto la carriera da Auror per aiutare gli altri: potresti aiutare qualcuno anche stasera, inconsapevolmente, risparmiandogli una sorte che qualcuno troppo invidioso sta tessendo per lui. Oppure, neanche ciò che forse scoprirete aiuterà a salvaguardare un mondo magico ormai troppo vulnerabile. Davanti a voi, la fila di alberi di prima: sono querce e si innalzano alte, stagliate e rigogliose. Potrete notare, con della vernice rossa, dei cerchi sul loro fusto, come se qualcuno li avesse messi per ricordarne la strada, invece di usare le molliche come Hansel e Gretel. Non sono fatti con la magia e la vernice è ancora fresca: lo vedete dal modo in cui è colata sulle venature, lo intuirete dall’odore troppo acre non appena vi avvicinerete. Se seguiste quella direzione, notereste che alla decima quercia non ci sono più cerchi vermigli, ma una natura non deturpata dalla mano umana. La vernice rossa finisce a terra, colata da un pennello troppo grande, fino alla terra sotto i vostri piedi. Una terra che, per una piccola porzione, è diversa rispetto a quella che avete calpestato fino ad adesso: sembra quasi essere stata smossa e sistemata da un paio di scarponi troppo frettolosi. E poi, d’improvviso, di nuovo il gracchiare di Johnny che, ovunque siate, vi segue- NOOO MAAAG-HI! NOOO MAG- HI! - ve lo sognerete stanotte, sto Johnny. E non è bello come Depp.
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    Di nuovo, per qualunque informazione, mandate un MP a questa cattivona <3

     
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    Anche Ramona trova piacevole quella conversazione e non sembra affatto delusa da questo improvvisato team di pattuglia, anzi. Se fosse stata in compagnia sgradevole, sicuramente se ne sarebbe rimasta zitta per tutto il tempo e qui, invece, sta intavolando una discussione sull'attentato di Londra. Non si sbilancia mai così tanto, ma è una che sta dalla parte dell'ordine costituito, perciò è anche per questo che ha stima e fiducia di Eva in quanto incarna una delle figure che proteggono la popolazione magica.
    In un certo senso, entrambe proteggono qualcosa: chi gli umani e chi gli animali, ma non è questo il motivo per cui stanno facendo squadra. Se sono lì è perché la magizoologa deve assicurarsi dell'incolumità delle creature sui confini, che non facciano del male ad Eva e che l'auror, a sua volta, non ne faccia a loro.
    «Dillo pure che c'erano dei magizoologi» commenta Ramona, sempre col solito broncio. «Non siamo tutti nobili nei nostri intenti. Ci sono molti che hanno intrapreso la mia professione e si sono venduti per un gruzzolo di galeoni. Siamo magizoologi, ma siamo anche uomini. E gli uomini, se lasciati allo stato brado, fanno più danni di un Ungaro Spinato».
    Replica una volta che ha ascoltato le risposte dell'altra, sempre educata e rispettosa e sembra davvero interessata alla risposta di Eva circa la sua scelta nella carriera, tanto che inclina la testa nella sua direzione e con la coda dell'occhio guarda dove va, mentre il pitone le striscia accanto, superando un ramo pigramente.
    «Sono le cose che ci vengono naturali a renderci felici» concorda con un mezzo sorriso. «Tipo come succede a me col mio lavoro o coi miei due figli. Siamo un piccolo branco» conclude quella frase ampliando il sorriso e tornando a guardare oltre gli alberi e a fare il lavoro che sono state chiamate a fare per questa sera.
    Poco dopo, la loro attenzione viene richiamata da degli schiamazzi provienienti dall'alto e da una voce gracchiante di un pappagallo. Lassù, nascosto tra le fronde, Ramona non può vederlo, se non quando scende fino ai rami più bassi al suo dolce richiamo. È un fischio generico che utilizza con la maggior parte dei pennuti o con il suo corvo.
    La cosa strana non è il fatto che il pappagallo si fidi del fischio o spaventarsi alla luce della bacchetta di Eva, che riceve un'occhiataccia severa per un paio di secondi e nulla più, ma Ramona si focalizza sulle sue parole, ripetute di continuo con quella voce fastidiosa. Il bel pappagallo dalla cresta dorata deve aver sentito qualcuno di losco aggirarsi per la zona, non c'è dubbio.
    «Chi di questi tempi direbbe luridi maghi?» domanda più a se stessa, continuando ad osservare il pappagallo. Si gratta una guancia nel perdersi a pensare, perché poco ma sicuro sta cercando un modo desueto per acciuffare il pennuto e riportarlo dalla sua padroncina.
    «Se appartieni ad una cavolo di bambina viziata, giuro che le tiro le orecchie» borbotta contro il pappagallo. «Però almeno sarà facile trovarla. Chi cavolo se lo perde un papparallo?»
    In tutto questo, Ramona sta straparlando perché non è il tipo di persona che si perde a riflettere in silenzio, anzi molto probabilmente starà pure disturbando l'operato di Eva, che con il suo incantesimo permette alle due streghe di guardare meglio cosa c'è sulle cortecce delle querce. Una vernice rossa spicca sugli alberi e sembra indicare un percorso.
    «Il papparallo ha parlato di un tesoro o sbaglio?» domanda ad Eva. «Hanno preso la foresta per l'isola dei pirati?»
    Porta entrambe le mani ai fianchi, i gomiti larghi.
    «Se te la senti di andare avanti con la luce, io intanto faccio scendere Banana Joe dall'albero» propone la magizoologa, prima di prodigarsi nuovamente in un fischio simile al primo, solo una volta che Eva avrà appoggiato la sua idea e avrà seguito, eventualmente, il suo consiglio.
     
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  10. Eva Cooper
     
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    La presenza di quell’inquietante voce non propriamente gentile costringe la Cooper a non proseguire la piacevole conversazione con la sua interlocutrice. Si concentra invece su quella voce, parole che sente più che bene e che ancora la lasciano piuttosto pensierosa: lei non capisce subito che possa trattarsi di un pappagallo, ma certamente non attribuisce quel gracchiare e quella tonalità stridula ad una persona. In silenzio punta in avanti la sua bacchetta, illuminando la zona circostante ma ancora del volatile non c’è traccia, fino a quando perlomeno non decide di scendere dal cucuzzolo dell’albero per posizionarsi sul ramo più basso. Ed è quindi quando parla nuovamente che la bionda Auror alza lo sguardo e lo intercetta, rimanendo a fissarlo per qualche istante con una espressione basita < Ehi, non sei per niente gentile! > esclama muovendo per sbaglio la mano che stringe la bacchetta luminosa e inducendo così il pappagallo a volare più in alto.
    < Di che uccello si tratta? > domanda alla volta di Ramona, dato che lei dovrebbe sicuramente intendersene. Nonostante la sua ignoranza in materia è più che sicura che la Foresta non sia affatto l'habitat di quel volatile dal piumaggio blu e verde.
    Nel frattempo Ramona aveva ripreso a parlare e, dunque, l'Auror ritorna subito a guardarla rispondendo al suo primo quesito con un sospiro pensieroso < Babbani > sì insomma, non era poi così difficile immaginarlo, ma si sentì in dovere di confermarglielo nonostante fosse sicura che in quel momento anche la Sullivan stesse pensando alla stessa identica cosa. < Questo papparallo non è pericoloso, vero? > una domanda verso la collega mentre con una espressione poco convinta riporta le iridi azzurrine sulla creaturina ancora intenta a parlare in quel modo scurrile. E poi, d'un tratto, lo sente parlare di un "tesoro": che cosa intende con nascosto? C'è un tesoro che deve essere trovato? Al contrario di Ramona, la Cooper però appare molto più silenziosa ed evidentemente meno intraprendente: rimane infatti ancora per lunghi istanti a studiare quel volatile, lasciando che sia la collega ad aggiungere elementi in quella situazione a dir poco paradossale. < Potrebbe essere una trappola > ipotizza finalmente a voce più alta, per farsi sentire da Ramona. Tipico degli Auror pensare sempre al peggio, diciamo pure che è una sorta di deformazione professionale la sua. Tuttavia, alla richiesta dell'altra Strega, la Bionda annuisce e sposta il braccio ad una posizione intermedia per poter osservare con più attenzione la vegetazione circostante. Nemmeno a lei sfugge quella vernice rossa sui fusti di alcune piante, segni che segue con lo sguardo muovendo di poco la mano che regge la bacchetta ancora attiva. < Sembrerebbe un percorso > sussurra a bassa voce per poi rivolgersi per un attimo alla Magizoologa < Mi sposto di qualche metro, fai attenzione e tieni la bacchetta alla mano > le dice infine prima di muovere i primi passi verso gli alberi segnati dai cerchi concentrici. Non le ci vuole molto per rendersi conto che, ad un certo punto, sotto ai suoi piedi la consistenza del terreno è diversa: non appena se ne accorge blocca il suo incedere. Dovrebbe aver messo solo un piede sopra quel terriccio, piede che viene rimosso subito dopo per tornare accanto al fratello. E' la bacchetta ad essere posizionata ora più in basso ad illuminare quel terriccio apparentemente smosso: si piega sulle ginocchia la Cooper, allungando la mancina libera per tastare proprio il terreno, con indice medio e pollice a giocare un po' con quest'ultimo.
    Decide, visto ciò che ha in mente di fare, di rialzarsi e di spostarsi ancor di più da quell'area smossa: retrocede di almeno cinque passi mantenendo la bacchetta puntata in quella direzione. Poi, di nuovo, pronuncia una parolina magica:
    < Defodio! > si tratta dell'incantesimo di scavo, in grado di smuovere il terreno rapidamente. Si è spostate per evitare che quel terriccio potesse scivolare sotto ai suoi piedi e farla finire all'interno della buca che si accinge a creare. Questa volta il movimento della mano è dall'alto verso il basso e la punta della bacchetta è puntata verso il terreno in questione: non scaverà a lungo, quanto necessario per mostrarle che cosa si cela lì sotto.
     
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  11. Alexander N. Byron
     
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    La chiacchierata tra le due donne non è destinata ad essere continuata a lungo: nuove scoperte si affacciano nelle loro vite questa sera. Scoperte significative, scoperte inutili, quello spetterà ad Eva a e a Ramona deciderlo, alla luce delle loro esperienze lavorative e degli ultimi eventi del mondo magico. Quel pappaRallo, in realtà, non è proprio un esemplare babbano: è un essere magico, tipico proprio dell'Inghilterra, abituato anche a vivere a temperature più fredde. Non ha nulla di particolare, ma la sua capacità di immagazzinare informazioni è ben superiore a quella del solito pappagallo, ecco perché adesso lo troviamo a dire più parole del previsto- PAPPARRRRRRALLO, PAPPARRRRALLO -ha imparato anche questa cosa, anche se non sa cosa voglia dire. Vanne fiera, "donna che parlava agli uccelli "(?). Volato ormai su un ramo più alto a causa dello spavento del fascio di luce, sta in ascolto delle parole di Ramona e replica anche ad una delle sue domande- BAAAA-RNEY, BAAA-RNEY LO DICE! -ma adesso, chi è Barney? Potrebbe essere il nome dello stesso pappaRallo, per quanto ne sappiano le due donne, oppure potrebbe essere il nome di chi lo ha perso o l'ha liberato o, ancora, il nome di una persona incontrata per caso nel bosco, da cui ha appreso qualche frase scomoda e poco felice. Quando la magizoologa lo richiama, portando di nuovo i mignoli alle labbra per un fischio, scende un po' scontroso nuovamente fino al ramo più basso e inizia a girare intorno alla sua testa- tuuu ssstrega! TUUU STREEEGA! NOOO MAGHI, NO! -per intenderci, svolazza al punto da far girare la testa, prima di fermarsi fluttuando davanti alla magizoologa, all'altezza del suo viso, lasciando anche cadere qualche piuma a causa dell'incessante sbattere d'ali. Eva, nel tuo lavoro dovresti aver imparato che non è tutto bianco o nero: anche quando le prove sembrano schiaccianti, c'è sempre un piccolo dettaglio che potrebbe far cambiare pista. Tu credi che siano babbani e probabilmente hai ragione, ma se così non fosse? Se ci fossero delle cose che non hai colto o che non hai ancora potuto afferrare? Avanzate fino al decimo albero e adesso non è solo la pallida luna a rendere meno fioca l'atmosfera: il Lumos della bacchetta dell'Auror le spinge fin dove terminano i cerchi rossi sulla corteccia. Il percorso sembra terminato nel nulla e, almeno in apparenza, non c'è più niente da scoprire. Eppure, i vostri piedi sulla terra umida a causa della pioggia di una mattina troppo tetra, suggeriscono il contrario alla pronta auror. Se solo avesse voluto, la donna non si sarebbe neanche dovuta scomodare ad usare l'incantesimo: il suo defodio si blocca subito, poco dopo lo strato superficiale del suolo, lasciando che le due streghe vedano una cassetta di ferro, grande più o meno una cinquantina di centimetri- TEEEESSSSO-RRRO! TESSSOO-RRRO! -Johnny riprende a muoversi senza sosta, gracchiando nuovamente quelle parole tali da farlo sembrare uno degli attori appena scritturati per il Signore degli Anelli. La cassettina è ancora coperta dal terriccio, ma se qualcuno lo spostasse o vi soffiasse sopra noterebbe, con la stessa vernice rossa, un nuovo cerchio al cui centro sono state scritte frettolosamente in vermiglio e con un pennello troppo grande, due iniziali: B.B.
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    E' quasi magia Johnny è tornato a rompervi le pluffe, ma sappiate che vi vuole bene <3 Per ogni dubbio, come al solito, contattatemi.

     
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    Gli inconvenienti capitano, specialmente quando sei in una zona di perlustrazione e ti ritrovi a fare proprio il tuo lavoro, quindi non c'è poi niente di strano se Eva e Ramona, questa sera, si ritrovano davanti ad un pappagallo chiacchierone e dei cerchi rossi che conducono … al tesoro perduto dei pirati? Questo ce lo rivelerà solo il destino, ma sta di fatto che la loro piacevole chiacchierata sembra essere conclusa proprio per far fronte ai doveri di una auror e di una magizoologa.
    Non commenta la gentilezza del pappagallo, perché una volta si è ritrovata chiusa in una stanza con tre Jarvey da curare e se è sopravvissuta a quello, il 'merda' pronunciato dal pennuto dalla cresta aura può essere un interclare di utilizzo comune. E poi è americana, non dimentichiamolo. Le parolacce, infatti, le usa anche lei per quanto sappia essere anche una raffinatissima nobildonna.
    «Una specie che non ho mai visto» fa ad Eva. «Ho trascorso diverso tempo in Brasile, ma non mi sono mai soffermata su questi volatili. C'erano altre creature più rare a cui dare importanza che a questi arcobaleni con le ali».
    Lo sguardo si sposta dal pappagallo alla collega quando nomina i babbani e gli occhi glaciali di Ramona quasi escono dalle orbite e si spalancano in direzione della bionda. Sbatte per una manciata di secondi le palpebre e, incredula, commetta: «E come avrebbero fatto dei babbani ad entrare ad Hogsmeade?»
    Potremmo intuire dalle parole pronunciate prima che Eva potesse supporre un'invasione non magica dei confini di Hogsmeade che a Ramona i babbani stanno simpatici quanto gli esseri umani di sesso maschile, ma col tempo ha costruito una maschera che le serve a non far trasparire troppo dai suoi comportamenti e dalle sue parole cosa pensa veramente. Idee un po' antiquate le hanno annebbiato la testa durante il suo periodo di formazione, quindi non è tutta colpa sua se oggi è un pochetto razzista e da attrice consumata scivola nel ruolo di moderata.
    «Chi? Questo?» domanda in risposta al pericolo che si può incorrere in un pappagallo. «Quanto un tacchino arrosto con patate».
    Lasciando da parte il sarcasmo, Ramona fissa nuovamente il pennuto, concedendosi qualche attimo in più per studiarlo anche solo visivamente, cercando di comprendere i suoi comportamenti e il perché non si voglia avvicinare così tanto alle persone. Deve escogitare un modo per salvarlo dalle insidie della notte e della foresta, animale troppo delicato per sopravvivere da solo. L'espressione sorpresa di prima sfuma verso una più concentrata e Ramona non bada più a cosa stia facendo Eva, anche se tiene un'orecchio teso nella sua direzione e alla parola 'trappola' si allerta, portando la mano sinistra sul fodero vambrace agganciato alla destra, così da sfilare la bacchetta solo quando l'auror glielo raccomanda.
    «Mannaggia a te, stupido pennuto!» brontola la magizoologa. «Non volevo usare la magia su di te. Ti dispiace» - ad Eva - «se lo faccio smettere di blaterale?»
    Ovviamente non ha idee cattive verso la creatura, solamente non ha più molte possibilità per afferrarlo e portarselo con sé senza che quello non smetta di essere un pesante, insistente e calloso dito nel didietro, nonostante stia rivelando qualche informazione utile. Tuttavia Eva sembra stia riuscendo a risolvere il caso da sola, perché pare abbia scoperto veramente un tesoro alla fine dei cerchi rossi.
    «In ogni caso, faccio di testa mia» simpatica proprio. «Feraverto» pronuncia una volta estratta la bacchetta dal fodero e puntata contro il pennuto, un'ampia rotazione del polso è seguita da una stoccata. Quello che vuole fare è appunto trasformare il pappagallo in un calice d'acqua, che su quel ramo può tranquillamente rimanere in equilibrio – dai, non essere cattiva master. Al come afferrerà il calice d'aqua e lo trasporterà, ci penserà poi.
     
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  13. Eva Cooper
     
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    Il suo incantesimo raggiunge l'effetto desiderato rivelando a pochi centimetri sotto il terreno una grossa scatola di ferro, ancora in parte coperta dal terriccio. Sì certo avrebbe potuto sporcarsi le mani per farlo, ma diciamo pure che in questo modo ha potuto evitare di avvicinarsi eccessivamente alla zona in questione. Avrebbero potuto esserci delle trappole, qualche inganno mortale e, insomma, un Auror è abituato ad aspettarsi di tutto.
    Chiudendo e aprendo gli occhioni chiari un paio di volte, rimane ad osservare basita quella piccola scoperta, rinvenendo subito dopo, un po' per via della voce stridula del pappaRallo, un po' perché Ramona la interpella. Dunque, evitando al momento di toccare quel presunto tesoro, la biondina si volta quando basta per cercare la figura della collega a qualche passo di distanza dietro di lei.
    < L'importante è che non sia pericoloso, ma in ogni caso ci sei tu e sono certa che sapresti bene come agire > afferma annuendo vigorosamente: insomma, l'ha vista alle prese con un drago, un pennuto come Johnny non dovrebbe poi essere un grosso problema per la Magizoologa. < Hai ragione comunque, è alquanto strano. Ma considerati gli ultimi avvenimenti non mi stupirei di nulla ormai. Probabilmente il Ministero è zeppo di talpe: da qualche mese stiamo cercando di indagare, ma non è poi così semplice > si sfoga con lei, riflettendo sulla possibilità - comunque alquanto improbabile - che un Babbano possa aver messo piede ad Hogsmeade. < Fai pure, mi fido del tuo operato > si stringe nelle spalle tornando infine a dedicarsi a quella misteriosa scatolina. Ramona, d'altra parte, avrebbe comunque fatto di testa sua ed è giusto così, in fondo l'Auror non ha alcun potere su di lei, sono semplici colleghe inviata in una perlustrazione priva - forse - di implicazioni.
    < Veniamo a noi > un sussurro rivolto a sè stessa mentre muove i passi necessari per raggiungere il fantomatico tesoro. Si piega sulle ginocchia e socchiude le labbra carnose per soffiare sul coperchio e rimuovere - senza toccare - il terriccio ancora presente su quest'ultimo. La flebile luce della Luna dovrebbe illuminare due lettere: B.B.
    Potrebbero voler dire tutto, ma anche niente. < Conosci qualche mago o strega il cui nome e cognome iniziano entrambi con la lettera B? > a voce un po' più alta per farsi udire dalla Sullivan. Non aveva alcuna intenzione, comunque, di toccare quell'affare senza prima aver cercato eventuali trappole o maledizioni. In silenzio eccola puntare nuovamente la bacchetta, questa volta verso quella scatola e pronunciare con semplicità: < Specialis Revelio! > braccio mosso di poco questa volta, ad accompagnare l'intera lunghezza del baule di metallo. Ormai, da quella breve distanza, dovrebbe aver notato la presenza o meno di lucchetti: la sua intenzione è quella di aprirla ovviamente, figurarsi se - curiosa com'è - lascerebbe lì nel nulla un oggetto come quello.
     
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  14. Alexander N. Byron
     
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    master
    Quel Papparallo vi assicuro che è quasi innocuo, ammesso che non lo facciate adirare: guardate che bel piumaggio e che cresta aurea! Non fosse per quella voce gracchiante che continua a ripetere parole contro la stirpe magica, ognuno forse vorrebbe tenerlo con sé (crediamoci). Ramona, hai la tua possibilità per catturare un animale che nessuno ha mai studiato: non credi sarebbe una bella soddisfazione per una magizoologa? Certo, non è un drago, ma è pur sempre un essere vivente. E tu, da magizoologa esperta e anche molto fortunata (diciamolo), ce la fai: il papparallo Johnny sembra tentare di svolazzare, ma il colpo della tua bacchetta è troppo preciso e lo coglie in pieno: adesso, papparallo non è altro che un calice d'acqua in bilico su un ramo che tintinna appena prima di perdere l'equilibrio e restare incastrato per qualche secondo sul ramo più basso tra lo stelo e il bevante, un ramo a cui la strega può tranquillamente arrivare dato che è poco più in alto della sua testa. Per fortuna non è diventato cibo squisito per qualche animale predatore, ma ringraziamo tanto Ramona se impedirà al mitico calice variopinto Johnny di rompersi in mille pezzi cadendo a terra: hurry up! Eva, tu sei giunta alla fine di quel percorso segnato dai cerchi rossi e stai osservando una cassettina non molto grande, ma sufficientemente capiente per poter contenere cose preziose. Penso che tutta quella sia opera dei babbani, ma come avrebbe fatto un babbano ad accedere nella foresta e a sopravvivere a tutte le sue insidie? Se così fosse, probabilmente ha avuto complici o, forse, il suo corpo ormai giace da qualche parte e voi non lo scoprirete mai, perché qualche bestia se ne è già cibato avidamente. La tua prudenza da Auror non fa mai male, ma il tuo Specialis Revelio fa solo illuminare la cassettina con quelle due iniziali per qualche secondo, senza far accadere nulla di diverso. Torna esattamente come prima, ancora umida per via del terriccio bagnato, ancora in attesa che qualcuno decida se disseppellire quel segreto. Adesso spetta a te essere risoluta: puoi lasciare lì quel "tesoro", portarlo ai tuoi colleghi e studiarlo insieme o, per adesso, tenerlo per te e tentare di aprirlo, dopo che ti sarai accertata del fatto che non sia pericoloso. Ciò che è certo, ormai, è che nel frattempo la luna è alta nel cielo e, se Johnny fosse ancora un papparallo, vi gracchierebbe intorno "BARRRR-NEY ! NO MAGHI NO! BARRRRR-NEY NO!"
    indicazioni
    Ramona, per prendere il papparallo, serviva una CD 18. Tu hai totalizzato 26 (10 pensiero+ 16 risultato del dado)
    //la masterata è chiusa. Per qualunque cosa abbiate intenzione di fare in altre role o se avete domande, contattatemi. Vi darò tutte le informazioni necessarie e vi seguirò strada facendo <3
    siete state bellissime, Johnny in fondo vi ama (?)



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    Niente da dire sui pappagalli, o papparalli come si è ostinata a chiamarli Ramona e quel pennuto rappresenta una sfida solamente per essere catturato. Se fosse stato un Ungaro Spinato, un'Acromantula, allora sì... allora avrebbe potuto rappresentare un problema, quando qui l'unico ostacolo è proprio il fatto che sappia volare e non voglia sottostare al richiamo della magizoologa, tanto è diffidente dagli esseri umani.
    «Già, talpe...» concorda Ramona. «Ci sono così tanti esseri ad avercela con noi maghi».
    Basti pensare al fatto che i Magonò potrebbero risultare un grosso problema, ma da sempre Maridi, Centauri, Goblin si sono schierati contro quelli che possedevano sangue magico in un corpo umano, perciò basterebbe rispolverare qualche libro di storia per comrprendere quanti ad Hogsmeade, oggi, potrebbero essere furiosi con maghi e streghe.
    «Grazie» sulla fiducia, prima di lanciare l'incantesimo e andare ad acciuffare il calice pieno d'acqua appena sopra la sua testa. Il pitone, lo fissa ardentemente, perciò Ramona, con tutta l'aria di chi sta per fare un rimbrotto a qualcuno, lo guarda di rimando e il serpente striscia silenzioso lontano dalla padrona.
    Immediatamente dopo la trasformazione, rimette la bacchetta al suo posto, si allunga verso il calice e delicatamente lo tiene tra le mani, con la paura di poterlo rovesciare in qualsiasi maniera. Lo sta proteggendo come farebbe una mamma la prima volta che prende il figlio in braccio, senza smettere di preoccuparsi a cosa stia accadendo ad Eva.
    «Con la b?» domanda in risposta. «Bathilda Bath, ma credo che sia crepata da un pezzo».
    Sì, non sbagli.

    Però aggrotta di più la fronte per pensare a quanti maghi conosce con la B sia per nome che per cognome e comincia a fare un elenco di tutti quegli che le stanno antipatici, borbottando cose di continuo, ma senza lasciar trasparire alcun nome. E infatti, la sua ricerca mentale si conclude con un nulla di fatto.
    «Seriamente, no. Nessun mago o strega che abbia questa iniziale» fa verso Eva, alzando le spalle in un movimento molto delicato e lento.
    Guarda in direzione di Eva per capire se il suo incantesimo abbia fruttato qualcosa e si alza anche appena sulle punte per provare a vedere qualcosa da dove si trova, ma con scarsi risultati.
    «Niente?» chiede, curiosa circa l'esito. «Purtroppo io devo portare al più presto questo bel tipino al mio dipartimento, ma se hai bisogno di indagare, fai pure!»
    Di certo, Ramona non sarà di intralcio ad una Auror molto competente che fa il suo lavoro in maniera scrupolosa, però deve pensare anche alla salute dello strano pennuto.
     
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15 replies since 6/6/2018, 20:10   267 views
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