[Campagne] Trafficanti di polli

Ramona + Benjamin

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    Non è molto saggio per due maghi avventurarsi in territorio babbano, ma piccole realtà del Regno Unito rimangono sprovviste di campi magnetici e lì si può ancora vagare con molta cautela, avendo dalla propria il modo di poter utilizzare la magia senza freni. Non è sicuro vagare per le campagne di Godric's Hollow, specialmente per due purosangue come loro, che si conoscono grazie al padre di Ramona.
    Da una parte c'è Benjamin, ex giocatore di Quidditch professionista, dall'altra la figlia di un imprenditore, abile commerciante di manici da scopa. È ovvio che si conoscano, ma non c'è una vera e propria amicizia. Si tratta di una mera conoscenza e tra purosangue, si sa, i legami sono molto superficiali, di apparenza, molto spesso non sono completamente veri. Tuttavia ci si circonda sempre di questa eletta schiera di persone, si fa conversazione con loro, si fanno passeggiate in luoghi non convenzionali come quello...
    La proposta è stata di Ramona, perché da quando si è trasferita nel Regno Unito deve capire bene di chi può fidarsi. Se di questa eletta schiera di purosangue, oppure se deve estendere le sue conoscenze anche ad altre persone, farsele amiche. Insomma, sta testando maghi e streghe al suo fianco, li provoca e li porta ad indicarle strade che ella magari conosce e alle quali sta alla larga.
    Difficile da capire questa donna coperta da un mantello nero lungo fino alle caviglie, appuntato con un rubino dal colore così intenso da sembrare quasi violaceo. Sotto ad esso, un abito molto stretto di pizzo nero a delineare le curve, ma che risulta svasato dal ginocchio e va a coprire gli stivali di pelle, anch'essi neri.
    Nera è l'anima della strega dagli avambracci e dalle mani segnati da cicatrici, nero è il suo vestiario, neri sono i suoi lunghi capelli. Le onde corvine le ricadono lungo la schiena a sfiorare la vita e in questo ammasso di oscurità, la sua pelle candida spicca, così i suoi occhi cerulei.
    Si è offerta di condurre Benjamin in questa strada sterrata, deserta e silenziosa. Il passaggio gliel'ha dato attraverso Norby, il suo elfo domestico.
    Cautamente, sotto al mantello, nasconde la bacchetta riposta nel fodero vambrace sulla destra, ma la sua mise parla chiaro: è una strega. Ad aiutarli ad essere meno riconoscibili è il calare del sole in lontananza, quasi fossero due ombre solitarie sbucate dal nulla.
    Si trovano al centro esatto della strada: alla loro destra c'è un cottage con tanti bei fiori e una scritta sul campanello con vernice rosa su bianca che recita il nome della famiglia (Todhunter), mentre alla sinistra un altro cottage, ma in rovina e con le ante delle finestre tutte rotte, i vetri spaccati. Il secondo, rispetto al primo si trova più lontano dalla via che li collega a Godric's Hollow, più nascosto dall'ombra di due grandi alberi dal tronco spesso e la chioma scura e invadente.
    «Sono dovuta venire qui» - indica il cottage in ombra, quello più oscuro - «per salvare una famiglia di Puffskein, l'altro giorno. Lavoro entusiasmante» - lo si sente il sarcasmo? - «e decisamente complesso».
    Rotea gli occhi e fa qualche passo verso questa dimora abbandonata.
    «Sai cosa facevano lì dentro?» domanda al suo accompagnatore.
     
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  2. Benjamin Barnes
     
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    Aveva ricevuto una lettera dal suo gufo pochi giorni prima, sulla busta bianca c'era scritto Sullivan, conosceva quel nome, lo aveva incontrato molte volte e molte volte lo aveva aiutato nel fare pubblicità ai suoi manici di scopa.
    Non gli era mai piaciuto, ma doveva farlo, aveva ottimi agganci e gli aveva procurato molte volte manici di scopa a buon prezzo.
    Ma sulla busta c'era qualcosa che lo turbava, quello che c'era scritto prima del cognome Sullivan, Ramona, sapeva si trattava del nome della figlia , l'aveva notata qualche volta alle grandi feste organizzate dal padre fatti nella loro immensa dimora.
    Quella lettera lo incuriosiva, cosa diamine avrebbe mai voluto la figlia di un commerciante di manici di scopa.
    La rilesse per l'ennesima volta proprio nel punto dove le aveva dato appuntamento <Vediamoci vicino le campagne di Godric's Hollow, dobbiamo parlare..... Diretta e concisa> pensò mentre si fermo ad accarezzare il suo corvo.
    Lo aveva acquistato qualche mesetto fa e da allora lo seguiva dappertutto, non nè poteva fare a meno, era rimasto il suo unico amico, lo accarezzo sotto al becco ripensando ancora una volta alla lettera
    <Sala, speriamo che la signorina non ci faccia aspettare troppo...>.
    Cercò di coprirsi meglio con il mantello, ormai il sole era quasi scomparso e la notte buia cominciava a scendere, rimase lì fermo per qualche istante, finchè non vide un ombra scura avvicinarsi, d'istinto porto la mano alla bacchetta, poi si accorse che in lei c'era qualcosa di familiare, era lei.
    I due s'incamminarono, lui la seguiva a debita distanza sempre tenendo la mano sulla bacchetta nel caso le cose avessero preso una piega diversa.
    Fu la donna a rompere il silenzio poi lui prese la parola
    <Non ne ho la minima idea nè tanto meno m'interessa... Ma sono sicuro che tu me lo dirai lo stesso non è così?? sogghigno poi aggiunse Devo dire davvero un gran bel posto come primo appuntamento... Hai buon gusto.... Ma la domanda che io e il mio amico qui ci chiediamo è... Perche?? ma soprattutto cosa vuoi da noi?? Spero non sia per sponsorizzare altri manici da scopa, penso che dovresti sapere che ormai non volo più...
    Le ultime parole furono come una coltellata, non gli era ancora andato giù che aveva perso il lavoro che tanto amava per una piccola caduta dalla scopa.
     
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    Un ghigno da parte di Ramona comincia ad accompagnare le parole di Benjamin Barnes, il tipico mago purosangue della cultura europea, uno di quelli molto orgogliosi del proprio stato di sangue e molto fieri di essere una spanna o anche due sopra gli altri. La famiglia di sua madre non va tanto lontana da questo modo di fare e tutti i purosangue che ha conosciuto nel Regno Unito o in Finlandia si sono sempre rivelati più o meno gli stessi. Chiamiamoli pure tradizionalisti.
    Anche a Ramona piace essere una spanna sopra gli altri e trova orgoglio nel suo sangue, ma cerca di immedesimarsi anche in altri aspetti della vita, soprattutto da quando è diventata mamma. A cambiarla come strega è stato anche il suo primo ed unico marito, Dagobert, del quale ha solo brutti ricordi.
    Insomma, vede entrambe le facce della stessa medaglia, quando si parla di purosangue, quindi riesce ad apprezzare quanto a schifare gli aspetti di quella parte di società magica nella quale ha sempre vissuto da piccola e che ora ha un po' abbandonato. Con Benjamin sta proprio cercando di riallacciare i rapporti con questa elite, partendo anche da persone che conosce a stento.
    «Certo che te lo dico lo stesso» replica, cocciuta fino all'osso. «Trafficavano animali. Non animali fantastici. I Puffskein sono incappati qui per caso. Ho scoperto anche che l'attività principale di questi babbani erano le lotte tra galli. Ti pare normale? Se tanto bisogna scommettere su una qualche creatura, fate combattere i leoni, dico io».
    Gli occhi si aprono e i bulbi vanno appena fuori dalle orbite, l'espressione che enfatizza la sua ultima esclamazione.
    La voce di Ramona ha due accenti: da una parte c'è un inglese americano parlato piuttosto fluentemente, dall'altra ci sono delle note più aspre e che si impossessano di alcune lettere dell'alfabeto come la r e la t e che risuonano con la cadenza finlandese.
    «Primo appuntamento?» si allarma un po' per quello che l'altro dice e lo fissa quasi con preoccupazione, ma poi lo lascia parlare e il ghigno torna a farsi strada sul suo viso pallido, che si distende. Ha proprio l'aria furbetta, quest'oggi, la nostra Rammy.
    «No, anche se sarebbe da mio padre mandare la bella figliola per fare da tramite con uno dei suoi ingaggi» risponde a Benjamin. «Però no, nessuno vorrebbe vedere un giocatore infortunato usare un manico di scopa. Sarebbe una pessima réclame».
    Delicata come il filo spinato che ti avvolge e ti stritola.
    «Ho sentito del tuo incidente» continua a rigirare il dito nella piaga. «Abbiamo perso un buon giocatore, purtroppo. E comunque la vita va avanti. Mi hanno detto che ti sei un po' perso dal punto di vista professionale».
    Sul serio, è meglio che smetta di provocarlo così inutilmente, ma Ramona sembra avere qualche losco piano nella testa.
    «Sono tornata da poco nel Regno Unito e sto cercando di capire di chi posso fidarmi» rivela, finalmente. «In questa nuova società che si è creata a causa del crollo dello Statuto di Segretezza, ho bisogno di sapere chi tra le mie conoscenze è più affine al mio pensiero. Ti ho portato qui per questo: qui non ci sono campi magnetici, ma siamo in zona babbana, proprio tra due case di gente indifesa. Che cosa faresti a loro per quello che ci hanno sottratto? Chi puniresti tra dei trafficanti di bestie» - indica la casa in penombra - «e la famiglia felice?»
    Conclude puntando il mento verso il cottage dove, dalla finestra, si vede la famiglia stretta attorno alla tv, tutti seduti nei loro posti del salotto tra divani e poltrone.
    «E come li puniresti».
     
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  4. Benjamin Barnes
     
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    Quidditch e volo erano ormai le cose che più odiava, era il peggior argomento che qualcuno potesse toccare in sua presenza. Quel giorno era ancora li presente nella sua testa, stava difendendo con vigore e grazia, come di solito naturalmente, gli anelli della sua squadra. All'improvviso però qualcosa va storto, il giocatore della squadra avversaria fà un tiro angolato cercando di far entrare la pluffa nell'anello più in basso, ma lui con un rapido con un guizzo la raggiunge e la devia, ed è proprio in quel momento che avviene la beffa, un bolide colpisce la scopa di Ben e lo sobbalza, facendo cadendolo cadere all'indietro provocandogli anche l'urto con l'anello. Ed è in quel momento che i suoi ricordi spariscono per poi ritrovarsi in un letto d'ospedale.
    Quindi chi gli parlava di scope o volo, partiva molto male, si aggiusto il mantello, prese un pò di grano dalla tasca e lo diede al suo corvo <>Sai non dovresti parlare di volo o di scopa, con chi ha quasi rischiato la vita con una delle due.... Non parti di certo con il piede giusto.
    Il suo corvo gracchio, lui lo accarezzo sotto il mento senza neanche guardare Ramona continuò<Guarda stai annoiando anche il mio corvo, e di solito i corvi non si annoiano mai, anzi stanno li sugli alberi per ore ad osservare le loro prede, gustandosi la loro sofferenza prima di dargli il colpo di grazia.>
    Il corvo spicco il volo, lui lo guardò, poi il suo sguardò torno su quella donna incappucciata <Guarda per me potevano far combattere anche gli elefanti non me ne sarebbe fregato minimamente... Forse sarei più interessato se combattessero tra di loro, sai come si fà di solito, il più forte vince sul più debole... Ma in questo caso non avrebbe vinto nessuno perchè i babbani sono tutti molto deboli. >
    Il corvo scomparve per un istante ormai, il buio aveva ricoperto tutta la cittadina, non si vedeva quasi niente, se non alcune luci provenienti dalle case distanti.
    <>Quindi vedo che ti sei interessata a me, ti interessa la mia vita privata?? Cosa vuoi sapere?? Dove vado a sbronzarmi?? Dove dormo?? Dove vado a pisciare la sera quando torno tutto ubriaco?? Non penso tu sia qui per chiedermi questo.
    Le sue parole anticiparono di qualche minuto quelle della donna che gli spiegò il motivo per cui aveva chiesto quell'incontro..
    <>E perchè dovresti fidarti di me?? Solo perchè ho lavorato per tuo padre?? Non penso che tu sia cosi sciocca... Ci ho lavorato solo perchè mi regalava le scope non perchè mi piaceva ne tanto meno perchè lo rispettavo. Non era cosi, rispettava molto la famiglia Sullivan, sapeva che era una delle famiglie Purosangue più prestigiose e famose, ma non voleva dare troppi riferimenti alla ragazza.
    <E poi scusami cosa sono tutte queste domande?? sei per caso una che lavora per il ministero e sta cercando delle prove per fottermi?? Perchè dovrei risponderti..... Prima hai parlato di fiducia fai in modo che io possa fidarmi di te dimostrami chi sei e dimostrami cosa vuoi e perchè....>
    Rimase in silenzio osservando la donna, mentre il corvo lentamente riappariva.
     
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    Ramona è sempre stata appassionata di Quidditch, forse perché è stata gettata sopra un manico di scopa per accontentare papà sin dall'infanzia, oppure perché proprio le piace. È un cruccio a cui non troveremo mai risposta, però se veramente si interessa ancora alle partite e si ricorda i nomi e i volti dei giocatori più famosi, vuol dire che un minimo la appassiona questo sport.
    Se non fosse stato per odiosi eventi della sua vita, probabilmente avrebbe continuato a giocare a Quiddicth pure ad Hogwarts, ma ha preferito la tranquillità e dedicarsi allo studio di materie molto più affini alla sua personalità e al suo carattere. Ad oggi, preferisce nettamente essere una magizoologa che un battitore a Quidditch.
    L'infierire su Benjamin finisce presto, quando la strega gli regala un sorriso sghembo e si mette a fissare il corvo. Anche lei ne ha uno, ma preferisce non la segua ovunque, giusto per fargli credere che abbia un minimo di libertà.
    Il sorriso si amplia quando l'altro parla di combattimenti tra elefanti e babbani, paragonando questi ultimi a bestie, indirettamente. Ramona, invece non si esprime, se non con una battuta: «Prepara i galeoni, magari dopo potremmo andare ad istigare una gang di strada».
    Ne ha viste quando stava a New York, da bambina. Sua madre e suo padre non avevano paura a passare tra le peggiori strade di Brooklyn e nemmeno nel Bronx. Da loro, Ramona ha appreso che quei brutti posti non sono niente per chi è un mago, che può difendersi facilmente con la magia ad un improvviso attacco da un omone alto con un coltellino in mano e in corpo una grossa dose di stupefacienti.
    «Mi offendi» dice a Benjamin alla fine del suo bel discorso, inclinando appena la testa e facendo scomparire parte dell'espressione avuta fino a quel momento. «Mi offendi se dici di non rispettare mio padre...»
    Ecco, da quest'ultima frase si nota un tono quasi sarcastico e molto teatrale, perché in realtà si capisce perfettamente quanto a Ramona non importi proprio nulla del rispetto che gli altri danno a suo padre. Fanno bene a non darglielo, tra l'altro.
    «Tralasciando queste stronzate» continua la Sullivan, «non mi importa se hai lavorato per mio padre o se lo rispetti o quante scope ti ha ficcato sotto al culo. Voglio circondarmi di gente che si rispetta, almeno nel tempo libero, visto che al lavoro sono costretta a mantenere buoni rapporti con tutti».
    Fa qualche passo silenzioso verso la casa in ombra, dando la schiena a Benjamin e guardandolo da sopra una delle proprie spalle una volta fermata.
    «Non mi interessa sapere cosa fai della tua triste vita. È facile capire quanto tu sia perduto senza il tuo lavoro, ma non c'è bisogno di essere schivi con tutti quanti. Te l'ho detto, voglio capire di chi devo fidarmi e se dovessi lavorare per il Ministero, non avrei assunto nemmeno la mia identità».
    Il corvo riappare e Ramona lo fissa con aria quasi sognante.
    «Hai un bellissimo esemplare. Potrebbe andare d'accordo col mio».
    Dopodiché, riprende a camminare verso la casa e fa cenno a Benjamin di seguirla.
    «Ho bisogno di qualcuno con i miei stessi riflessi, Barnes. I riflessi di un giocatore di Quidditch, perché devo consegnare alle autorità gli stronzi qua dentro e non voglio scappino. Il mio elfo ha chiamato la pollizia» - lo ha detto sbagliato, sì - «e quando loro si accorgeranno che qualcosa si sta avvicinando, faranno di tutto pur di andarsene».
    Indica l'auto fuori dall'abitazione, un po' coperta da una specie di telo. Quello è l'unico mezzo per i babbani di scappare.
     
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  6. Benjamin Barnes
     
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    Ben cominciava ad annoiarsi, quella donna non faceva altro che parlare di babbani, di scope magiche e di Quidditch le tre cose che lui in questo momento odiava più di qualsiasi altra cosa, non la guardò minimamente mentre lei parlava era preso a guardare il suo corvo volare libero nel cielo, un pò lo invidiava, anche lui fino a qualche anno fà volava libero nel cielo ma poi era caduto, ed era rimasto per sempre li bloccato come un comune babbano.
    Continuò a guardare il corvo, mentre da sottofondo le parole della giovane donna continuavano, poi all'improvviso fece un gesto quasi impulsivo, tirò fuori la bacchetta e la puntò verso il corvo.
    Fù un attimo tra il tirar fuori la bacchetta e la caduta del corvo, che ora era li a terra inerme, proprio come lui tanto tempo fà.
    Si avvicinò al corvo lo accarezzo sotto il becco, il povero corvo si muoveva a fatica, poi Ben sorridendo si alzò molto lentamente e una volta in piedi gli diede il colpo di grazia.
    Riposizionò la bacchetta in tasca, poi si rivolse alla donna "Scusa ma mi stavi un pò annoiando e penso di essermi perso qualche passaggio... Ma dopottutto hai parlato solo di scope, babbani e quidditch argomenti a cui non sono molto interessato.... Magari potremmo parlare di donne, soldi e altro....".
    Ben sorrise ma per pochi istanti poi il suo sorriso si trasformò nuovamente in un ghigno "Tu vuoi sapere se puoi fidarmi di me???" Benjamin si voltò verso il corvo che aveva appena ucciso e continuò indicandolo "Anche quel corvo si fidava di me e hai visto che fine ha fatto???"
    Ben osservò nuovamente la casa dove i babbani che la ragazza le stava indicando...
    "Mia cara ragazza, la pensiamo diversamente anche sul come trattare i babbani, tu vuoi farli arrestare, fosse per me andrei li e li ucciderei uno dopo l'altro aspettando anche la cosi detta polizia. Lavorando al ministero sei diventata una di loro ti sei abbassata al loro livello, cerchi in tutti i modi di salvare i babbani senza sapere che il miglior modo per liberarci di loro è ucciderli uno dopo l'altro. "
    Benjamin si fermò poi in modo ironico e quasi a prendere in giro la ragazza disse
    "Oh scusami... ora essendo del Ministero dovrai arrestarmi perchè ho dichiarato di volere uccidere dei poveri babbani e dovrai portarmi davanti alla nostra Ministra, sperando che non sia occupata a giocare con qualche bacchetta magica, e poi dovrai sbattermi ad Azkaban. "
    Benjamin tornò serio e si avvicino alla ragazza, forse anche troppo e puntandole il dito contro
    "Ascoltami ragazza, non so perchè mi hai portato qui nè tanto meno m'interessa, ma sappi che io non ho paura nè di te nè della nostra cara adorata Ministra nè tanto meno diAzkaban, e ora se vuoi scusarmi ho un corvo da sappellire. "
     
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5 replies since 17/6/2018, 14:50   60 views
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