[Metropolitana>Hogsmeade] Gli occhi del Cacciatore

Mikael + Eve

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Eve A. Le Querrec
     
    .

    User deleted


    < L’ironia di voi inglesi mi è difficile da capire. Sono certa che, per questo motivo, già in molti si sono fatti grandi risate alle mie spalle > come a volersi giustificare in merito al fatto che ha preso sul serio le prime parole che l’altro ha portato in essere in merito alla Divinazione, la scrollata di spalle che accompagna il tutto fa comunque chiaramente intuire quanto le interessi poco delle prese in giro altrui. Espressioni come “errore” e “sangue sporco” –anche se nel suo caso è un dispregiativo non propriamente corretto- la accompagnano e la segnano da quando è una bambina, la cosa ha avuto come risvolto positivo quello di rendere quasi impossibile il suo irritarsi per una provocazione o uno scherno. Lascia poi all’altro la libertà di proseguire per quei discorsi e lo ascolta rimanendosene in silenzio; il particolare peso che viene donato al “destinato” cattura maggiormente il suo interesse, spingendola nuovamente a ruotare il capo verso di lui per riprendere in quel suo attento studio. Sguardo ambrato che torna quindi a carezzare con attenzione i lineamenti dell’Obliviatore, studio che poi andrà a concludersi con un deciso annuire del capo a cui però non s’accompagna alcuna risposta verbale. Richiamata l’attenzione dall’apertura delle porte, lo sguardo tornerà a puntarsi in avanti e in direzione di un punto lontano dell’atrium che non riusciamo a descrivere meglio. Istanti in cui lui solleva quella mano per indicare idealmente le forze che li hanno spinti ad incontrarsi per un’eventuale collaborazione futura, lei occhieggia rapidamente proprio quella mano nel mentre che le labbra sottili e rosee si schiudono in un allietato < Non ci resta che attendere lo scorrere del tempo per scoprirlo. Possiamo distrarci dall’attesa continuando questa conversazione però > ricalcando quindi il fatto che ha accettato, qualche istante prima, di proseguire per parte del tragitto assieme all’Obliviatore e a Procione. All’occhiolino velatamente provocatorio che le viene rivolto, in un secondo momento, la francese non farà altro che non sia rispondere sfoderando un fugace sorriso che è provocatorio allo stesso modo; non si scompone in quei frangenti e il tutto andrà a spegnersi solo nel momento in cui quelle labbra nuovamente si schiuderanno per permetterle di proferir nuovamente parola < Se servono solo birra, no. Se devo assistere o partecipare ad una rissa, quantomeno vorrei concedermi di bere qualcosa che gradisco > e già quelle ultime parole sono animate da una risata composta che s’espande appena dopo aver concluso il verbale, niente che comunque potrebbe risultare eccessivo o scomposto < E’ in Irlanda che producono tutta quella birra, no? > questa la aggiunge in un secondo momento e quasi si sfuggita, come se non attendesse veramente una risposta ma stesse dicendo il tutto solo per farsi vedere leggera in quel suo parlare davanti a tante altre persone. E ora treno; Indicibile che ha appena puntato lo sguardo sulla cicatrice da arma da fuoco che l’altro ha impresso all’altezza del cuore, Obliviatore che s’appresta a rispondere rapidamente alle domande altrettanto rapide che lei è andata a porgergli < Che tipo di caccia è la tua? > anche questo, al pari dei precedenti quesiti, viene emulata rapidamente con l’intento di non lasciare all’altro il tempo per rifletterci troppo. Vista da fuori, quella scena potrebbe quasi apparire come una tecnica d’interrogatorio oppressivo. Ma se in un interrogatorio l’ elemento da ricercare è la verità, lo sguardo penetrante con cui l’Indicibile tenta d’inchiodare quello altrui sembra alla ricerca di altro. E’ un occhio attento ed analitico, un occhio che ricerca tutti i cambiamenti d’espressione che potrebbero esserle utili per apprezzare la tempra dell’uomo che le è seduto dinnanzi. Ascolta in silenzio ma con vivo interesse quanto l’altro va poi a proferire per rispondere al suo secondo quesito; soppesa le parole che Mikael utilizza una per una e non si preoccupa minimamente di nascondere un’espressione infastidita quando l’altro va ad utilizzare il termine “mostro”. Quelle labbra sottili e rosee, giusto adesso rapidamente umettate dalla punta della lingua, fanno per schiudersi solo quando l’altro avrà concluso con il suo parlare. < Sarei andata d’accordo con il tuo bisnonno. Peccato sia nata in ritardo di qualche decennio > queste sono le uniche che l’altro potrà sentir uscire dalle labbra femminili che si muovono appena, con lo sguardo ambrato che abbandona lo sguardo azzurro altrui per favorire nuovamente il finestrino. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, ha pronunciato il tutto con una serietà disarmante. Serietà che s’abbina alla perfezione con i lineamenti del volto che si sono fatti leggermente più induriti e composti. Non c’è disprezzo o disapprovazione in quei suoi modi; il tutto è più riconducibile alla rassegnazione che una madre potrebbe manifestare quando, all’ennesimo tentativo del figlio di rubare dei dolci, decide di lasciar perdere e fargli fare quello che desidera. < Il tipo di purosangue l’avevo intuito. Ma ho apprezzato questi tuoi richiami del passato, li ho trovati interessanti > e la timbrica vocale, fluida e perfettamente modulata, appare sincera nonostante ella continui imperterrita ad osservare il nulla al di fuori del finestrino; a privare, parzialmente, l’altro di quello sguardo che ormai s’è fatto vacuo e perso in chissà quale ragionamento mentale. Quando poi l’altro andrà a donarle maggiori informazioni in merito a Fune, si potrà vedere come l’Indicibile vada ad accantonare momentaneamente quella sua serietà per lasciar spazio ad un’espressione più attenta e riflessiva, testimoniata dalle sopracciglia che vanno leggermente ad avvicinarsi tra di loro < Esseri viventi senzienti. Lo terrò a mente, se troverò qualcosa in merito sarete i primi a saperlo > dove quel “voi” è in parte riferito a lui ed Eva, in parte agli uffici ministeriali che vanno a rappresentare. Procione al momento lo ignora completamente; ha recuperato il biscotto da quel vassoio e proprio adesso la man dritta si solleva per portarlo alle labbra. Le nuove parole dell’altro poi, quasi le fanno andare di traverso la piccola porzione che già aveva preso a masticare. Saetta il dorso dell’altra mano a coprire la bocca, con un colpo di tosse che viene portato in essere mentre lei si costringe ad ascoltare tutto il discorso che l’altro va a condividere. Trascorreranno poi quelli che potranno passare come interminabili attimi di silenzio da parte sua. Silenzio che la vede mantenere lo sguardo puntato nel vuoto e che vede le sue sopracciglia sollevarsi appena. Anticipa le sue parole un lungo sospiro che porta le narici ad allargarsi appena, una fugace occhiata viene solo ora portata in direzione di Procione < Ma è sempre così stronzo? > il tono è basso, ruvido, complice anche il biscotto che le è andato di traverso qualche attimo prima. L’educazione, al momento, sembra essersela completamente dimenticata; ora che è lei a dover reagire lo sguardo si mantiene puntato in quello di Mikael. Non vacilla, gli offre la possibilità di riflettersi interamente in quelle iridi che sono diventate gelide quasi quanto quelle ghiacciate altrui < Mi hanno affibbiato tanti appellativi in passato. Per alcuni sono un errore, un frutto marcio; alcuni mi hanno detto che dovrei esser trattata al pari di un sangue sporco >pronuncia quell’ultimo dispregiativo, che non le appartiene, con un tono che si fa quasi sibillino < Ma tu sei stato veramente originale. Nessuno mi aveva mai dato implicitamente del mostro. > e qui inspiegabilmente gli offrirà un delicato sorriso, a voler testimoniare come quelle etichette non abbiano più alcun tipo di effetto sul suo animo < Quando e se vorrò attaccarti, stà pur certo che avrò cura nell’indossare scarpe più comode, ma tutto avverrà solo quando sarai tu a muoverti per primo. Ti interessano i miei segreti? Eccone uno: io non attacco mai per prima, Soulbrandt > ritorna quel cognome che viene mal pronunciato, come a voler momentaneamente annullare la personalità dell’altro e rilegarlo ad un asettico ruolo fatto di convenzioni e titoli altisonanti. < Tu non sei avventato, questo è solo quello che vuoi farmi credere > che sia vero o no poi è da vedere, il tono deciso che ha utilizzato testimonia comunque una sua rigida convinzione. Per quanto sia riuscita a mantenere il controllo in questi frangenti senza ricorrere all’ausilio delle rune, lo sguardo della francese risulterà sfuggente per qualche secondo. Non guarda Mikael neanche ora che ha ripreso parola, neanche ora che è andato a togliersi la collana per poggiarla sul tavolo; anzi, al momento è proprio la collana che fa per occhieggiare < Posso? > il permesso è richiesto per prendere la collana, i polpastrelli della mancina già si stanno avvicinando a quell’oggetto che però verrà recuperato solo nel caso in cui l’altro acconsentirà alla cosa < Muore il tuo amico più caro e tu decidi di tenerti la sua fede nuziale anzichè qualche altra cosa? > Questo è il primo quesito che poi gli rivolgerà, anche se lo sguardo rimarrà ancora scostante per un po’ in virtù del discorso che hanno appena accantonato. < La verità è che sei un sentimentale. Per rivivere, i defunti hanno solo bisogno di una mente che li ricordi. Rilegarli ad un oggetto inanimato non serve > In precedenza Mikael le ha chiaramente detto di essersi accorto di qualcosa di strano nella sua persona; lei sa di cos’è che sta parlando ed è proprio per questo che ora lo sguardo ambrato verrà puntato nuovamente sul finestrino, come a voler evitare un secondo sospetto da parte dell’altro. Giungono infine gli attimi in cui Procione decide di lasciarli soli per andare ad accaparrarsi altro cibo, lei ignora completamente la cosa e rimane concentrata sulle parole altrui anche se ancora mantiene lo sguardo sul finestrino < Non è autocritica, è semplicemente il parere sincero ed oggettivo di chi già conosce le risposte a tutte le domande > e solo ora lo sguardo color nocciola tornerà a ricercare lo sguardo altrui, incastonandosi in esso per il tempo necessario a procedere con le seguenti < Sembri veramente interessato a questo armadio, quindi desidero dirti una cosa. L’unico modo che hai per aprirlo è ottenere le chiavi; non riuscirai a forzarlo. > si concede il beneficio di un’ultima pausa di riflessione, con la punta della lingua che distrattamente va a puntarsi contro il labbro inferiore per qualche istante < C’è un solo modo per custodire un segreto in maniera veramente sicura ed è quello di non confessarlo neanche a se stessi. Sfortunatamente per te, ti trovi proprio davanti ad un caso del genere > discorsi impenetrabili che vengono pronunciati in un tono che è tornato morbido, con un sorriso leggero che viene portato in essere ora che si lascia tranquillamente studiare dall’altro.

    Edited by Eve A. Le Querrec - 20/6/2018, 04:46
     
    .
11 replies since 18/6/2018, 02:01   181 views
  Share  
.