[Stratchy&Sons] Shopping Terapeutico

Eva + Eve

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  1. Eva Cooper
     
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    Al Ministero della Magia quell'anima pia del suo capo ha deciso di concederle una pausa dal lavoro, un paio di ore in meno da trascorrere nell'ufficio al quartier generale degli Auror. La mezza Veela non si è confidata quasi con nessuno, ma pare probabilmente evidente a tutti quanto debba essere stato snervante e particolarmente traumatico per lei assistere alla morte di un uomo, nonostante quest'ultimo fosse uno Spazzino. La bionda ha dunque deciso di dedicare del tempo a sé stessa, momenti dei quali ha bisogno per riprendersi dalle ultime nottate trascorse insonni. Non si è lamentata, ha cercato di mantenere la stessa identica laboriosità, ma non è obiettivamente facile rimanere concentrati al pieno delle forze quando si è in grado di dormire solo tre ore a notte. Tuttavia inspiegabilmente - o forse sì, se solo le persone fossero a conoscenza del suo sangue misto - il suo volto non presenta i normali segni di stanchezza che qualsiasi persona comune avrebbe dovuto evidenziare. La pelle del suo volto, di un candore esagerato tanto da ricordare il colorito di una bambola di porcellana, risulta intonsa, in totale assenza di fastidiose e indelicate occhiaie. E' una bellezza particolare la sua, determinata da quel sangue maledetto che sporca le sue vene, ma che ancora non ha evidenziato poteri in grado di ammaliare le persone circostanti. Certo, anche nel momento in cui accede al negozio "Stratchy&Sons" è in grado di raccogliere su di sé alcuni sguardi, ma nessuno di questi è spinto da chissà quale forza invisibile. Si muove verso il bancone, con passi celeri ma non eccessivi caratterizzati da una grazia estrema: non vi è sensualità esagerata, né volgarità in quell’ancheggiare sinuoso, corpo avvolto in un semplice abito nero lungo fin sotto le ginocchia a ricadere morbido sulle forme femminili che Natura le ha donato. Non indossa la divisa da lavoro, è riuscita a cambiarsi prima di raggiungere Hogsmeade, ma porta – infilata al fodero della cintura che le cinge la vita – la sua fidata bacchetta dalla quale mai si separa. Mantiene un sorriso delicato sul volto mentre volge lo sguardo verso la proprietaria le posto, donna che conosce ormai da parecchi anni e che quindi ha ben in mente i gusti dell’Auror. < Prima che tu possa dire qualsiasi cosa, sappi che non sono qui per cercare un abito da sera > proferisce intervenendo prima dell'altra donna, donandole un'occhiatina divertita < In questi giorni sono talmente la testa in palla che temo di aver perso il mio mantello, quello blu notte che avevo comprato qui lo scorso Natale > serra le labbra carnose, e non snuda più i denti in quel sorriso, ma pare invece più propensa ad una espressione sconsolata, triste in un certo qual senso. Mantiene entrambe le braccia dietro la schiena e dunque nasconda alla vista della Proprietaria un oggetto particolare, attualmente legato intorno al suo polso. Si tratta di una sottile corda metallica di colore argentato composta, sulla parte terminale, da quella che sembrerebbe essere una zampa felina: uno strano braccialetto, senza alcun dubbio. E' al momento ferma e immobile, non si muove anche se di tanto in tanto la mezza Veela percepisce la pelle pizzicare da un lieve sfiorare dovuto al movimento quasi impercettibile di quella corda metallica. Non ha voluto saperne di rimanere a casa oggi perché sì, pare proprio che quell'aggeggio abbia una mentalità tutta sua e che non sempre sia in accordo con quello che la sua "padrona" vorrebbe che facesse.
    < Dimmi che ti è arrivato qualche nuovo modello. Rimaniamo sempre sullo scuro per favore, non mi piace attirare troppa attenzione > confessa e, anche se non lo è, potrebbe sembrare una battuta visto come il suo nome negli ultimi giorni abbia attratto decisamente TROPPA attenzione. Osserva per qualche istante gli altri presenti nel negozio, senza soffermarsi su qualcuno in particolare mentre la Strega con la quale ha appena parlato sgambetta via alla ricerca di qualche mantello da mostrarle.
     
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  2. Eve A. Le Querrec
     
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    Se da una parte abbiamo una cliente affezionata e benvoluta, dall’altra ne abbiamo una la cui presenza è probabilmente tollerata solo perché può permettersi sempre di spendere qualcosa in più rispetto al cliente medio. Chi se la sta già sorbendo da un po’ di tempo è un commesso dalla testa pelata e dal vistoso baffo nero che Chef Rubio levate proprio; l’uomo stanzia nei pressi del camerino occupato dalla francese, il volto è chiaramente modulato nell’espressione scoraggiata propria di chi veramente non sa più cosa proporre a quella cliente dannatamente pretenziosa e che, di tanto in tanto, neanche si pone il problema di risultare irritante con tutte quelle battute sottili riguardanti la moda francese ed inglese. Fondamentalmente in questi primi istanti, l’Indicibile non può avvedersi dell’ingresso di Eva proprio perché è impegnata ad armeggiare dentro al camerino con quello che dovrebbe essere un possibile acquisto. Ora che esce dalla cabina per meglio rimirarsi allo specchio, dato che al momento sta provando un capo d’abbigliamento in vendita, è proprio su quest’ultimo che la nostra descrizione va a concentrarsi; sperando che la francese sia soddisfatta di quel vestito così da porre fine alle torture del commesso pelato. L’osservatore occhio altrui potrà soffermarsi su un tubino tagliato a qualche centimetro dal ginocchio ed interamente costituito da stoffe color grigio perla; indumento che, per la sua eccessiva semplicità considerati i gusti più vistosi della comunità magica, deve esser stato difficile da reperire. Le stoffe fasciano con maestria il corpo longilineo della donna senza farla scadere nel volgare, lo stesso si potrà dire per lo scollo a barca che lascia libere clavicole e parte delle spalle senza scorciare chissà quanto sul seno. Le uniche note più particolari le ritroviamo in corrispondenza dell’orlo della gonna e delle maniche a tre quarti, dove per abbellimento sono inserite delle bande di pelle nera che, per quelle particolari sfumature color cenere, facilmente saranno ricondotte al pellame dei Tebo. Ai piedi un paio di vertiginose decollette che, per quella sgargiante colorazione rosso carminio, non c’entrano nulla con quanto sta provando ma che evidentemente sono in abbinamento con i suoi indumenti che ha lasciato all’interno del camerino. Nello stesso camerino, all’appendiabiti da muro, è momentaneamente stato lasciato anche il cosciale che contiene la sua bacchetta magica. < Mh > e mentre ammira il suo riflesso allo specchio, sembra quasi che si stia impegnando a prendere una decisione di vitale importanza a causa di quanto risulti attenta e riflessiva. < Iniziamo a ragionare. Tu che ne pensi? A me non sembra male > queste parole le rivolge al commesso mentre lo sguardo ambrato ancora sta osservando il suo riflesso allo specchio. Il commesso, che quasi non sembra credere alle sue parole, si limita a biascicare qualche frase di circostanza su quanto quel vestito appaia esser cucito apposta per lei. Continuerà in quel suo silenzioso ragionamento sull’abito per ancora qualche attimo, con un movimento rapido della mancina che è volto a spingere le lunghezze castane dietro la schiena con l’obiettivo di farle apprezzare al meglio l’indumento. Lunghezze castane che quest’oggi si presentano perfettamente lisce, ordinate in quel loro lento ondeggiare e solo parzialmente raccolte dietro la nuca con una spilla argentea a stampo floreale. < No, non è per niente male. Me lo porto via > con la lingua che fuoriesce veloce dalla sua sede per andare ad umettare le labbra in un guizzo fugace. In questi attimi, la sua idea di base sarebbe quella di rientrare nel camerino per rimettersi i suoi vestiti; quasi per caso però, in quel suo voltarsi, lo sguardo castano ricade proprio su un particolarissimo elemento. Trattasi del bracciale di Eva, dettaglio che la sua mente ha preferito a chiunque altro presente all’interno di quel negozio. Queste parole vengono pronunciate esattamente dopo lo scambio verbale che l’Auror ha avuto con la proprietaria del negozio. < Quel bracciale lo vendete qui in abbinamento a qualche abito? > nuovamente si rivolge al commesso ma quel tono di voce perfettamente modulato, dal tono interrogativo, potrà tranquillamente esser percepito anche da Eva; sul polso della quale continua ad indugiare per qualche istante. Solo se Eva s’andrà ad avvedere di quella scena spostando il suo sguardo verso l’Indicibile, quest’ultima si risolverà nel rivolgerle uno dei suoi soliti sorrisi fugaci < Mi congratulo per i gusti > e nulla più, almeno non per il momento.
     
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  3. Eva Cooper
     
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    In attesa del ritorno della proprietaria decide di perdere qualche istante nell'osservare gli abiti esposti sui manichini accanto al bancone: ogni volta che visitava quel negozio temeva di uscirne parecchio alleggerita in Galeoni d'Oro. Diciamo pure che, per come si sente in quei giorni, probabilmente acquisterebbe l'intero locale se solo potesse e si divertirebbe anche nel trascorrere il tempo libero a provare ogni singolo vestito presente lì dentro. Non l'ha notata Eve, tant'è che quando la proprietaria del negozio torna da lei portando con sé cinque tipologie diverse di mantelli, la bionda mezza Veela non può fare a meno di socchiudere le labbra in un sorriso estasiato. Già, l'Auror è in grado di provare felicità anche per le cose più semplici che per altre persone potrebbero risultare irrilevanti. < Perché mi hai portato questo rosa? > borbotta con fare divertito prendendo tra le mani il mantello in questione, di una leggera stoffa rosa confetto < Non mi tentare, mi conosci troppo bene > proferisce ingine sbuffando sonoramente. Il suo sguardo cade anche interessato sugli altri modelli, focalizzandosi particolarmente su quello di color verde smeraldo, un altro dei suoi colori preferiti e decisamente un po' meno eccessivo rispetto a quello rosa. Pare però indecisa dato che per alcuni momenti rimane in silenzio, frugando tra i vari mantelli con l'altra mano - la destra - ancora nascosta dietro alla schiena.
    La voce di Eve la raggiunge mentre finalmente sta per riprendere a parlare. Si volta verso di lei, inclinando la testolina caratterizzata da lunghissimi capelli di un biondo chiaro legati attualmente in una ben pettinata treccia laterale che raggiunge circa la vita della sua proprietaria. Il suo volto è campeggiato in una edizione speciale della Gazzetta del Profeta, ma non è obiettivamente così famosa da poter essere riconosciuta da chi non bazzica nel suo stesso ambito. Sorride verso di lei, scuotendo di poco il capo in segno di diniego < Oh no, questo non è un bracciale > si limita a dire senza però dare ulteriori spiegazioni. Al posto suo, quello strano aggeggio sul suo polso, si muove di poco: quella sottile corda metallica sembra alzarsi, quanto basta per mimare la forma di un piccolo cuoricino, seguito da un altro ancora. Pare contenta dal fatto che la sua padrona non l'abbia definita come un "bracciale" qualunque insomma. Eppure l'Auror non specifica nient'altro, si limita ad abbassare quel braccio con una espressione divertita. Fondamentalmente Fune ha un pensiero tutto suo ed è anche in grado di arrabbiarsi provocandole spiacevoli sorprese, come ad esempio smaterializzandola altrove a suo piacimento. Insomma, non sarà un Procione parlante, ma è comunque da seguire come una sorta di animale domestico. Continua a guardare la sua interlocutrice, ponendo particolare attenzione all'abito che indossa < E' un signor abito > commenta con un'occhiatina complice verso di lei, l'Indicibile che ha rivolto per prima la parola alla mezza Veela.
     
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  4. Eve A. Le Querrec
     
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    Quando la francese pone il quesito circa il bracciale indossato dall’Auror, il commesso si limita a strabuzzare leggermente lo sguardo senza neanche capire a chi ella stia facendo riferimento. Lo sguardo ambrato abbandona il “bracciale” indossato dalla mezzavela solo per quei pochi attimi che le servono ad analizzare i vari mantelli che la proprietaria le ha opportunamente portato; quando poi Eva si volterà per donarle quella prima risposta, il sopracciglio dell’Indicibile farà per inarcarsi elegantemente < Non è un bracciale? > ripete le parole dell’altra con tono interrogativo; lo sguardo color nocciola si fa riflessivo per qualche istante mentre il collo ruota leggermente in direzione del commesso, anche se le iridi rimangono ben puntate su quella che noi sappiamo essere Fune < Ti ringrazio per l’aiuto lo porto in cassa tra un istante > come a volerlo gentilmente congedare, cosa anche ragionevole data la presenza di qualche altro cliente che potrebbe avere certamente più bisogno di lei. Ringraziamento per nulla sentito ma che, se non altro, potrà apparire cordiale all’orecchio altrui. Torna quindi a concentrarsi sull’Auror e su quel bracciale, lo sguardo ambrato occhieggia ritmicamente sia quel volto che quel polso nel mentre che qualche piccolo passo viene mosso in direzione della bionda < Nel senso che non lo avete comprato qui? > insiste su questo ragionamento e le si rivolge direttamente dandole del “voi”; l’affabilità e la franchezza dei suoi modi tuttavia fa ben capire che in quel suo fare vi sia pura formalità, si tratta di un’usanza a cui risponde più per far piacere agli altri che per altro visto che lei, per sua indole, tende a ricercare l’educazione e il rispetto in altri modi. Ora che si è avvicinata all’Auror ha la possibilità di scrutare con precisione maggiore i lineamenti di quel volto che è candido ed etereo; nuovamente la punta della lingua andrà a fuoriuscire dalla sua sede andandosi a puntare contro l’angolo destro del sottile labbro inferiore, chissà qual suo pensiero la invita ad aggrottare le sopracciglia con conseguente comparsa di un’inequivocabile cipiglio riflessivo < Cooper? > quel cognome viene pronunciato con un leggero tentennare che abilmente si destreggia tra la realtà e la finzione; nel colloquiare ordinario riesce a camuffare abbastanza bene quell’accento francese che si porta dietro ma con i cognomi no. I cognomi li storpia tutti. E quello dell’Auror purtroppo non fa eccezione, con quella consonante finale che viene arrotata decisamente più del dovuto. In quei piccoli passi in direzione dell’Auror la accompagna il distinto rintoccare dei tacchi contro il pavimento del negozio; di tanto in tanto si potrà vedere come l’Indicibile vada ad occhieggiare il camerino dove ancora sono riposti sia i suoi vestiti che il suo catalizzatore magico. Il delicato smuoversi di Fune viene relativamente percepito dalla francese, è fugace il nuovo sguardo che rivolge all’oggetto e probabilmente quel movimento viene giustificato come un “normale” incanto applicato su quello che per lei, comunque, rimane ancora un bracciale. Quando poi la raggiunge il parere in merito al vestito che ancora ha indosso, le labbra vanno a piegarsi in un sorriso compiaciuto che ha il potere di sollevare appena lo zigomo destro < Lo pensate sul serio? Questo mi allieta; il grigio è un colore che viene sottovalutato tantissimo > e quest’affermazione viene portata in essere con un tono decisamente troppo serio rispetto alla situazione, come se in realtà stesse facendo riferimento a chissà quale sua teoria sull’Universo e sull’equilibrio delle cose < Per quanto riguarda il vostro mantello, trovo che quello rosa sia perfetto. Se dovete andare ad un ballo in maschera e travestirvi da scatola di confetti > le ultime vengono pronunciate in chiave ironica, con le labbra che nuovamente si piegano in un sorriso divertito che riesce persino a contagiare lo sguardo color nocciola. Non aggiungerà null’altro per il momento, continuerà ad occhieggiare quel curioso oggetto metallico che l’altra indossa all’altezza del polso e nel mentre attenderà una qualsiasi risposta in silenzio.
     
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  5. Eva Cooper
     
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    Ode l'accento particolare della sua interlocutrice, ma non si sofferma poi molto su questo aspetto. Non è in grado di correlarla immediatamente alla Francia ovviamente, ma è evidente per le orecchie allenate dell'Auror che la sua pronuncia non è totalmente inglese. Posa lo sguardo su Eve, osservando il suo sopracciglio inarcarsi e andando a rispondere a quella sua domanda con un nuovo sorriso, ancora cordiale perché non vi è motivo per evitare un gesto di semplice gentilezza. < Non lo è, è più... > segue le iridi dell'altra che si abbassano, andando ad incrociare anche lei Fune ritornata nel frattempo piuttosto immobile sul suo polso <...una frusta credo > ed è quell'incertezza a rendere evidente quanto poco ne sappia su quell'aggeggio che però porta con sé. Ci pensa dopo qualche istante al fatto che potrebbe apparire non molto normale vagare per Hogsmeade con una frusta utilizzata come bracciale, ma d'altra parte ha già parlato ed è inutile peggiorare quella che potrebbe già di per sé rivelarsi una figura barbina. Mentre l'altra torna a parlare con il commesso, la bionda riporta gli occhi chiari suoi mantelli, sollevando verso la proprietaria ancora di fronte a lei - una Strega sulla cinquantina vestita di un elegante completino - quello color verde smeraldo. Lo stesso, insomma, che aveva adocchiato qualche istante prima. Schiude le labbra carnose per affermare un semplice: < Prendo questo. Penso sia perfetto per il vestito che ho comprato l'altra volta > aggiunge anche quest'ultima parte, prima di sistemarsi dietro l'orecchio destro una ciocca ribelle della lunga chioma fluente. Torna poi a donare la sua attenzione all'Indicibile e di nuovo le risponde in quel solito modo cordiale e che tuttavia non rivela nulla di ciò che l'altra vorrebbe realmente sapere. < Non l'ho comprato > di nuovo senza specificare nulla. Potrebbe forse risultare fastidiosa, ma non lo fa appositamente per apparire antipatica, semplicemente non ha voglia di raccontare come ne è entrata in possesso. Perché se Mikael pare superare meglio di lei ciò che è accaduto quella notte nel mondo Babbano, lei ha ancora parecchia strada da fare prima di eliminare dalla mente le immagini terribili alle quali ha dovuto assistere. Non si direbbe forse da come sorride, da come pare pronta alla chiacchiera senza alcuna riserba, ma quel giorno ha assistito alla sua prima morte ed è qualcosa che non dimenticherà facilmente. Quando nota l'altra focalizzarsi sul suo volto, anche lei fa lo stesso: che la conosca o l'abbia conosciuta precedentemente? Ma è lei, Eve, a pronunciare il suo cognome lasciando per qualche istante la bionda con una espressione interrogativa dipinta sul bel viso. < Sono io, sì > annuncia con pacatezza perché in men che non si dica la sua espressione perplessa si è tramutata di nuovo in un sorriso che pian piano però scompare nei secondi successivi < Non mi sembra di conoscervi, quindi deduco abbiate visto la mia foto sul Profeta > insomma, non che ci volesse un genio per dedurre qualcosa del genere, ma comunque sentiva la necessità di specificarlo. Sospira scuotendo malinconica la testolina, evidenziando quanto quella involontaria popolarità non le vada per niente a genio. Odia essere al centro dell'attenzione, anche ai livelli più bassi di quest'ultima, perché da sempre volente o nolente ha dovuto sopportare i riflettori puntati su di sé per un motivo o per un altro. Non è vanitosa, non lo è mai stata ed è per questo che spesso in molti non comprendono quella voglia di normalità che tanto desidera e che potrebbe non possedere mai. < Voi dite eh? > domanda mordendosi il labbro inferiore con scarsa forza, indecisa davvero al dire altrui sul mantello.
    < Diciamo che alle volte mi piace essere eclettica, ma credo che voi ve ne intendiate sicuramente meglio di me di moda e look > il suo accento è puramente inglese, tipico e privo di inclinazioni dialettali provenienti da altre lingue < Vorreste consigliarmi un vestito? Ho bisogno di comprare qualcos'altro oltre al mantello. > bisogno, una parola complessa, ma che rende evidente lo stato d'animo di un Auror che - nonostante ne abbia viste tante - mai si è abituata alla morte. Ed è forse tremendamente giusto che qualcuno riesca ancora a provare emozioni contrastanti di fronte ad eventi che per molti ormai appaiono apatici, privi di interesse alcuno.
     
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  6. Eve A. Le Querrec
     
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    < Una…frusta? > ora che il commesso è stato liquidato, la mezzavela rimane la sua unica interlocutrice all’interno del negozio. Il sopracciglio destro va nuovamente ad inarcarsi, come se sfuggisse al suo controllo andando ad evidenziare tutte le cose che le sembrano strane o comunque insolite. L’espressione diviene leggermente più riflessiva nel momento in cui l’Auror fa anche per aggiungere quel “credo” finale, come a voler dimostrare che in realtà neanche lei sa bene cos’è che ha arrotolato intorno al polso < Beh, il consiglio che darei è quello di cercare conferme allora. Non terrei mai così vicino al mio corpo qualcosa di cui non so tutto > e va persino ad annuire a quelle sue stesse parole, come a volerle rendere ancor più veritiere. Ad ogni modo, definitivamente abbandonando Fune con lo sguardo, l’Indicibile si risolverà in una delicata scrollata di spalle che per riflesso prende a smuoverle anche le lunghe matasse dolci di cioccolato < Ad ogni modo io la utilizzerei come modello per un bel bracciale, sarei la prima a comprarlo > sciolina il tutto con quel suo solito tono di voce affabile e schietto, caratteristico di una persona che ha veramente molta fiducia in se stessa. Fiducia che può tranquillamente essere apprezzata anche solo guardandola di sfuggita; notando il portamento elegante quanto deciso che la caratterizza, con il mento che sempre è delicatamente sollevato in quello che è un miscuglio perfetto tra fierezza ed intrinseco rigore. L’Auror riprende momentaneamente a parlare con la proprietaria del negozio circa i mantelli, la francese si limita ad occhieggiare la stoffa smeraldina di quello che ha scelto la mezzavela senza proferir parola. Giungono ora gli istanti in cui l’Auror condivide di non aver comprato quel braccialetto/frusta; l’Indicibile immagazzina quella risposta limitandosi ad annuire per poi accantonare l’argomento, questo principalmente perché la sua attenzione al momento viene interamente convogliata sul volto della donna che adesso è riuscita ad identificare come Eva Cooper. Continua a rimanere in piedi e a circa un paio di metri di distanza dalla mezzavela, le braccia vengono morbidamente incrociate al di sotto del seno mentre il capo prende a ciondolare verso destra in quel suo attento studiare l’altra. Lo sguardo ambrato come sempre non si cura di poter apparire pesante o indiscreto, si concede del tempo per carezzare i lineamenti del volto altrui come a volerlo imparare a memoria. < Deduzione esatta, anche se quelle fotografie non vi rendono giustizia. Vi fanno il viso più rotondo rispetto a quello che è veramente > e lo dice con una sincerità estrema, come se avesse portato in essere quella che per lei è una lampante costatazione di fatto. A quel riconoscimento, ad ogni modo, non fa seguire una sua presentazione; prosegue in quell’attenta analisi che sta eseguendo dell’altra e, solo se l’Auror lo permetterà, in questi istanti s’impegnerà nel tentativo di incastonare il suo sguardo ambrato all’interno di quello più chiaro altrui. Quando la bionda va a pronunciare quanto riguarda la moda e il look, le labbra dell’Indicibile si piegano in un rapido sorriso divertito cui consegue un secco schiocco della lingua contro il palato < Ne so qualcosa…seguendo i canoni francesi però > spiega il tutto con lo sguardo color nocciola che rapidamente saetta a ricercare la figura della proprietaria del negozio, anche costei sembra venir silenziosamente scrutata in quegli istanti mentre la francese prosegue il discorso che quindi è sempre rivolto ad Eva < Qui invece avete quasi tutti dei gusti agghiaccianti. Tendete a dividervi in due categorie; quelli che sono rimasti al tardo medioevo e quelli che, presumibilmente, vedono in bianco e nero e abbinano i colori come capita > potrebbe risultare pungente, il problema è che neanche lo sta facendo di proposito ed anzi, a vedere quel sorriso ironico che ha preso possesso dei lineamenti delicati del volto, è probabile che quello sia veramente un brutto tentativo fatto per risultare simpatica. Quando poi la giovane Auror fa per chiederle un consiglio circa qualche vestito, l’Indicibile si autorizza a concedersi una lunga pausa di riflessione prima di rispondere. Pausa che viene essenzialmente impiegata per continuare lo studio della mezzavela che, questa volta, viene osservata rapidamente in tutta la sua persona < Mh. Con questi capelli biondi e con questa pelle così chiara, io sceglierei dei colori decisi. Che ne pensate di un bel color borgogna? > a questo punto, non sappiamo dirvi con esattezza se la francese abbia ascoltato le primissime parole dell’Auror in merito al “non voglio attirare troppo le attenzioni altrui”. Prima di continuare, il capo compirà un chiaro gesto volto ad indicare il commesso che prima l’ha aiutata e che adesso sta sistemando delle stampelle in un punto poco lontano < Me ne ha fatto vedere uno prima, potrebbe andar bene. > e dopo quel suggerimento tornerà in silenzio, con lo sguardo che ancora non libera Eva del suo peso.
     
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  7. Eva Cooper
     
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    Si limita ad annuire alla sua nuova domanda, di fronte all'espressione riflessiva della Indicibile, muovendo la bionda testolina un'unica volta verso il basso prima di tornare a fissare gli occhi sul di lei viso. < Si chiama Fune. Sì, non è molto originale, ma è il suo nome e non vuole assolutamente che glielo si cambi > afferma arricciando le labbra carnose prima di donare un'occhiata veloce a quel non-bracciale che ancora le cinge il polso < Non so da dove provenga con esattezza, ma so per certo che non è pericolosa > una constatazione mentre la sua mente vola a quella serata maledetta, a ricordare di come proprio Fune abbia tratto in salvo sia lei che l'Obliviatore, smaterializzandoli direttamente al Ministero della Magia. Tuttavia recepisce il consiglio dell'altra ed è consapevole della necessità di doverne scoprire di più: è più che convinta della "bontà" di quella creatura che fatica a staccarsi da lei, in fondo nemmeno gli specialisti al Ministero sono riusciti a donarle qualche informazioni in più su Fune.
    Studia a sua volta i lineamenti della donna con la quale sta attualmente parlando, scivola con lo sguardo sulla sua postura notando quella raffinata eleganza che la contraddistingue, ma non si sofferma eccessivamente per evitare di risultare fastidiosa in quella lunga occhiata. Certo è incuriosita dalla di lei immagine, non avendola mai incontrata e forse soprattutto per il fatto che l'altra - invece - ha già sentito parlare di lei anche se non per qualcosa di positivo insomma. Lei d'altra parte si lascia osservare, studiare dalle occhiate altrui mantenendo un'espressione delicata, di chi difficilmente potrebbe innervosirsi per qualcosa di simile. A dirla tutta è ben difficile far arrabbiare l'Auror Cooper tanto da farla sbottare, bisogna infatti riconoscerle una notevole pazienza e un buon controllo sulle sue emozioni e sentimenti. < Oh > mugugna in risposta al commento di Eve sulla fotografia apparsa sulla Gazzetta del Profeta < Diciamo pure che non mi sentivo proprio in forma quella sera. Ho riportato qualche livido alquanto doloroso all'altezza dello stomaco, di tanto in tanto duole ancora quindi immagino che nel momento in cui mi è stata scattata la fotografia non fossi esattamente al meglio della mia forma fisica > spiega senza alcun tentativo di mostrarsi saccente, è anzi un modo per difendersi forse dall'affermazione appena pronunciata dalla Indicibile. < Posso chiedervi il vostro nome? > domanda dunque con estrema cortesia, non impone tale quesito ma lascia all'altra la possibilità di rifiutarsi qualora lo desiderasse. Muove un passo in avanti la mezza Veela, forse per ridurre di poco la distanza che le separa. Mentre l'altra riprende a parlare, la bionda ascolta interessata la lezione di moda che l'altra le regala, assimilando mentalmente le sue parole. Sorride anche a quella che alle sue orecchie pare una battuta, sul fatto che molti maghi e streghe londinesi tendano ad abbinare malamente gli abiti. < Forse avete ragione. Non mi sono mai interessata molto di moda, quindi tendo sempre a farmi consigliare da chi se ne dovrebbe intendere più di me > un'occhiatina fugace annessa ad un sorriso compiaciuto viene rivolta alla Proprietaria del negozio nel quale poggia i piedi attualmente, prima di tornare ad osservare l'altra cliente che viene interpellata dalla mezza Veela neanche fosse la commessa del negozio stesso. Respira piano mentre attende il suo parere e, quando questo arriva, la giovane Auror riprende ad annuire < Non mi dispiace il color borgogna > ammette, prima di seguire lo sguardo altrui che vola sul commesso < Posso visionare anche io quel vestito? > chiede quindi, attendendo che sia l'uomo a presentarsi dinnanzi a lei con l'abito in questione.
     
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  8. Eve A. Le Querrec
     
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    Lo sguardo castano, animato da quelle piccole pagliuzze dorate che sembrano renderlo più luminoso, continua a studiare il volto della mezzaveela con attenzione estrema; quando il nomignolo “Fune” viene portato in essere la si potrà apprezzare nel mentre che aggrotta un po’ le sopracciglia ma niente di più < Giustificabile. Mi infastidirei anche io se qualcuno decidesse improvvisamente di voler cambiare il mio nome a suo piacimento > quindi è come se stesse paragonando la sua volontà (quindi quella di un’umana) a quella di Fune che, anche se animato, rimane comunque un oggetto. Proprio su quest’ultimo torna a soffermarsi il suo sguardo; si impegna ad annuire di tanto in tanto per far capire all’Auror che sta comunque ascoltando il proseguimento dei suoi ragionamenti. E’ morbido ma distratto il movimento che viene eseguito poi dalla man dritta, movimento che le necessita per spingere nuovamente dietro la schiena qualche lunghezza castana < Beh, è una frusta. Si chiama Fune… > questi devono essere interpretati come se fossero dei mugugni, parole che vengono sciolinate in un filo di voce come se si trattasse di pensieri che per sbaglio ha proferito anche con l’utilizzo del verbale. <… potrebbe esser appartenuta ad uno Spezzaincantesimi. Se può essere utilizzata sia come arma che come mezzo d’ausilio per una scalata, sarebbe uno strumento perfetto > continua in quel suo ragionare ad alta voce che vuole includere anche l’altra; lo sguardo si fa vacuo nel mentre che riflette su chissà qual sua esperienza passata durante cui Fune le avrebbe fatto senz’altro comodo. Schiocca poi la lingua sul palato, dando vita ad un sonoro schiocco che potrebbe ricordare proprio la sferzata di una frusta < O magari ad un magizoologo…insomma, la utilizzeranno una frusta per tenere a bada qualche animale no?> e ad esser sinceri neanche ci sembra troppo ironica anzi, lo sguardo strabuzza appena come se avesse appena portato in essere una considerazione importante che le è balenata in testa solo in quel momento. E’ evidente che la francese abbia qualche difficoltà nel comprendere l’etica che deve necessariamente esserci dietro ad un lavoro come quello del magizoologo. Quelle riflessioni comunque si concludono con un delicato sollevarsi della spalle, cui si accompagna una composta scrollata del capo atto a smuovere le lunghe matasse castane. Giungono ora gli attimi in cui l’Auror va a portare in essere delle giustificazioni circa il suo aspetto nelle fotografie che sono state pubblicate sulla Gazzetta del Profeta; lei la ascolta senza interrompere ma sin da subito le labbra vanno a muoversi in un sorrisetto divertito < Non stavo criticando voi, stavo criticando la qualità delle foto. Penso sia un effetto dovuto al bianco e al nero; le persone che hanno pelle diafana appaiono sempre un po’ più piene. Avete mai visto le foto a colori che usavano i babbani fino a qualche tempo fa? In quelle, questo effetto non c’è > se poi il ragionamento è oggettivo od esiste solo nella sua testa non è dato saperlo. Conclusi questi altri ragionamenti, è Eva a riprendere nuovamente le redini dei discorsi chiedendole di presentarsi. Retaggio di una cultura nobiliare e purista con cui ha chiuso i rapporti da molto tempo, il capo si china leggermente in direzione della mezzavela nel mentre che le labbra si schiudono a pronunciare un < E’ presto detto. E’ uguale al vostro, ma in francese > di fatto quindi non le ha pienamente risposto; siamo consapevoli che potrebbe risultare fastidiosa anche se quel suo nuovo sorriso divertito sottolinea che il tutto, nella sua testa, viene veramente concepito come un qualcosa di ironico. Le nuove di Eva poi la raggiungono nel mentre che si sta girando con l’intento di tornare a muoversi verso il camerino in cui ancora si trovano le sue cose; annuisce a quelle parole e torna a voltarsi verso di lei solo quando andrà a sciolinare un < Neanche io mi interesso molto di moda. La detesto > non si direbbe< Ma mi è stata imposta. Ho dovuto imparare a conviverci. E alla fine qualcosa mi è rimasto > la punta della lingua sguscia per carezzare appena il labbro inferiore; dopodiché lascerà momentaneamente Eva alle prese con il commesso, giusto il minimo per permettersi di raggiungere la cabina ed effettuare il cambio d’abito. Solo queste ultime parole verranno pronunciate mentre la mancina s’allunga verso la pesante tenda rossa, con l’occhio che torna a puntarsi sull’uomo che subito si mette alla ricerca del vestito color borgogna di cui sopra < Falle vedere anche qualcosa di un bel blu intenso. Non so quanto pagherei per indossare quel colore >
     
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  9. Eva Cooper
     
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    Rimane ad ascoltarla lì dov'è e, a ben vedere, non ha ancora mosso un passo negli ultimi istanti nonostante abbia intrapreso una conversazione con quella donna sconosciuta. Quando la sua interlocutrice conclude la prima frase, la mezza Veela si ritrova ad annuire per l'ennesima volta < In effetti credo non sia piacevole. Nessuno mi ha mai affibbiato un soprannome, ma non credo che mi sarebbe piaciuto averne uno > ammette riflettendoci per qualche istante posando di nuovo gli occhi chiari su quelli di Eve. Rilascia entrambe le mani lungo i propri fianchi senza distogliere l'attenzione dalla francese la quale giustamente si limita a commentare il dire dell'Auror senza aggiungervi poi molto altro, almeno fino a quando non accenna alla possibilità che Fune possa essere appartenuta ad uno Spezzaincantesimi. < L'hanno analizzata da vicino al Ministero, ma non pare esserci nulla di particolarmente pericoloso in lei, non per la sottoscritta perlomeno > rabbrividisce per un brevissimo istante, quasi impercettibile, in un movimento di spalle verso l'alto nel ripensare a come quella zampa dotata di artigli - che spunta nella zona sopraelevata di Fune stessa - avrebbe potuto effettivamente lacerare la guancia di Kit lo spazzino se solo fosse stata più veloce. Se lo sarebbe meritato certo ma non è questo ciò a cui pensa lei, ancora completamente pura di cuore, forse fin troppo. < Oh no, questo lo escludo. Non penso proprio possa essere appartenuta ad un Magizoologo, non certo come frusta per tenere a bada qualche animale. > sentenzia con sicurezza evidente, con un piccolo sorriso a far capolino sulle labbra della giovane < Conosco una Magizoologa, una cara amica e vi assicuro che mai tratterebbe qualche creatura con una frusta, avreste dovuto vederla alle prese con i draghi lo scorso novembre. Se ne avesse avuto l'occasione immagino che li avrebbe addirittura accarezzati. > un commento divertito nel raccontare qualcosa a cui lei evidentemente crede. Dunque torna silente, lasciando che l'altra esponga il suo pensiero sulle foto presenti sulla Gazzetta del Profeta, intervenendo a sua volta solo alla fine, dondolandosi per un breve momento sulla gamba destra come impossibilitata dallo star ferma per così tanto tempo. < Non preoccupatevi, non l'ho considerata una critica ma ad ogni modo sareste liberissima di dire quel che pensate, di certo non sarebbe un problema per me. Anzi, solitamente mi piace ascoltare i pareri contrari delle persone, sono convinta che sia essenziale per aggiungere nuovo sapere alle proprie conoscenze. > da brava ex Corvonero non può che pensarla in questo modo insomma. Spalanca un po' di più gli occhioni chiari quando l'Indicibile rivela di portare il suo stesso nome, solo da pronunciare in un'altra lingua. < Di dove siete? Parigi? > domanda facendosi gli affari della sua interlocutrice < Ho sempre desiderato visitare la Francia, spero un giorno di poterci riuscire. > ammette sognante, alzando lo sguardo al soffitto in chissà quale sogno ad occhi aperti. E no, non la infastidisce affatto il modo di fare di Eve, seppur completamente diverso dal suo, ma non è necessario ripetere quanto sia difficile farle perdere le staffe. Certamente curioso vista la discendenza dalla quale ha ereditato le sue fattezze, una Veela che probabilmente possedeva ben poca pazienza viste le caratteristiche generali di quelle creature. < Capisco, ma probabilmente siete anche portata a dare consigli in fatto di moda. Si vede che ci sapete fare. > abbassa il volto riprendendo a sorridere, seguendo poi con lo sguardo i movimenti dell'Indicibile che si allontana verso il suo camerino. Mentre l'altra scompare dalla sua vista il commesso obbedisce e porta alla bionda mezza Veela due abiti: uno è proprio quello indicato poco prima da Eve, mentre l'altro è invece un vestito estivo smanicato, una sorta di tubino più morbido tinta unita, di un blu intenso. Finalmente l'Auror si decide a muoversi da quella postazione, nella quale sembrava ormai aver piantato le radici: cammina trascinando con sé quei due abiti per raggiungere la cabina accanto a quella dell'altra donna che ancora si sta cambiando. Anche lei dunque si infila al suo interno sistemando la tenda rossa per bloccare qualsiasi visione al commesso, oggi particolarmente fortunato considerando l'avvenenza delle sue clienti attuali. Comincia così a sfilare gli indumenti indossati per poi procedere con quelli nuovi: comincia con l'abito color borgogna, ma ancora non fa capolino dalla tendina.
     
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  10. Eve A. Le Querrec
     
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    < Nessun soprannome? > ripete le parole pronunciate dall’altra con le sopracciglia che si sollevano appena e contemporaneamente; le labbra rosee permangono dischiuse nella piccola pausa che segue tra un’espressione e l’altra < Mai nessuno? Accidenti, è fortunata la ragazza > i lineamenti del volto s’impegnano nell’emulare un’espressione chiaramente divertita, le ultime parole non sono primariamente rivolte ad Eva quanto più alla proprietaria del negozio che ancora sta armeggiando con i mantelli a non molta distanza dalle due. In tutta risposta la stessa proprietaria, più per farle un piacere che altro, si limiterà ad un piccolo sorrisetto e nulla più. La francese tornerà quindi a proiettare l’attenzione interamente sull’Auror, che giusto adesso fa per approfondire le considerazioni che lei aveva precedentemente portato in essere in merito al vecchio proprietario di Fune. La ascolta standosene in silenzio per tutto il tempo, con il viso che si fa pensieroso e i polpastrelli della destrorsa che prendono distrattamente a tamburellare contro l’avambraccio opposto date le braccia incrociate. < Beh, se ti hanno detto che non è pericolosa… > ma la frase non avrà mai una vera e propria fine in quanto sfuma gradualmente e si fonde col silenzio; il senso sarebbe quello di dire un “allora va bene” ma il tono di voce è rimasto fortemente dubbioso, come se quasi non riuscisse a fidarsi pienamente del parere che le hanno dato proprio al Ministero. Si risolverà infine nel scrollare le spalle, come a voler accantonare quel suo dubbio per concentrarsi sulle nuove di Eva. Ora che la mezzaveela va a dare quelle spiegazioni circa i Magizoologi e sembra esserne fortemente convinta, i polpastrelli smettono di tamburellare e il mento della francese si solleva appena. Continua ad occhieggiarla e non la interrompe, non vi è orgoglio in quel suo fare quanto un attento analizzare del racconto altrui…che in pratica va a buttare all’aria tutte le idee che l’Indicibile ha sui Magizoologi e sulle fruste. < Mh, effettivamente il mio ragionamento ha qualche punto debole > queste le pronuncia non appena Eva approfitterà di una breve pausa, la lingua dell’Indicibile schiocca sonoramente contro il palato come a voler sottolineare il fastidio che prova per aver commesso chissà quale errore < Una frusta non può bastare per tenere a bada le creature magiche, soprattutto se parliamo delle ammazzamaghi o comunque di quelle pericolose. Utilizzeranno sicuramente qualche altro mezzo > affronta il discorso da tutt’altra prospettiva quindi, andando persino ad annuire alle sue stesse parole come a volerle rendere più veritiere. In merito all’amica di Eva poi, le labbra si piegano appena in un sorriso sghembo che riesce nuovamente a sollevarle lo zigomo < Immagino che la vostra amica sia molto brava nel suo lavoro, allora. O è brava o non ha molto interesse per le sue mani > con il labbro superiore che s’arriccia appena in una smorfia divertita, smorfia che permette lo scoprirsi della dentatura perfetta. Fugacemente presta attenzione a quel dondolare sul posto che l’altra esegue passando il peso da una gamba all’altra, poi quasi la interrompe quando fa accenno alla sua libertà di parola < Ah su questo siamo perfettamente d’accordo > poi la lascerà proseguire, con lo sguardo che s’illumina al sentire tutto il discorso in merito ai pareri contrari < Oh ma questo è ottimo. Un buonissimo punto di partenza > a cosa stia facendo riferimento poi non è dato saperlo. Fatto sta che la cosa sembra averla messa seriamente di buon umore e quel sorriso soddisfatto, ora più duraturo, lo attesta perfettamente < Lo scopo di una discussione non deve mai essere la vittoria ma il miglioramento. Se avrete mai bisogno di un parere contrario, potrete venire a trovarmi al nono piano. > così facendo le ha anche dato un’altra informazione, cioè che anche lei è impiegata presso il Ministero della Magia. Giungono poi gli attimi in cui l’Indicibile va implicitamente a rivelare il suo nome, l’Auror pone quelle domande in merito alla sua provenienza e lei si sbriga nel sciolinare le seguenti < No. Rouge Rubis, è una piccola comunità magica situata vicino Reims. Non credo voi la conosciate, se si mi dispiace per voi > laconica in quelle sue ultime considerazioni, lo sguardo verrà distolto dalla sua interlocutrice per fissare il camerino verso cui si dirigerà a breve < La Francia è un paese meraviglioso se sai dove andare. Se mi permettete, vi consiglierei di vedere Disneyland…non so se ne avete mai sentito parlare. I babbani credono sia un comune parco di divertimenti, non hanno idea di quanti maghi e streghe si prendano il gioco di loro. E’ veramente spassoso da vedere > e in ricordo di chissà quale scena apprezzata in passato, lo sguardo ambrato s’illumina in un moto sinceramente divertito e accompagna le labbra nel mentre che assumono quella morbida piega. Ora l’Auror potrà puntare lo sguardo sulla figura dell’Indicibile nel mentre che si dirige verso quel camerino; a quest’ultima non le sfuggiranno comunque le parole della bionda e, quasi approfittandone, punterà sia l’indice destro che lo sguardo contro il commesso che sta ritornano verso di loro per aiutare Eva < Hai sentito? Ha detto che ci so fare. Sono fastidiosa, lo so > poi scomparirà nel camerino, con l’intento di cambiarsi d’abito. Quando ne riemergerà, il cosciale con la bacchetta sarà tornato al suo posto e il vestito grigio perla di cui sopra potrà esser visto in ordine sulla stampella che sostiene con la mancina < Si ma adesso voglio vedere come vi sta il vestito. Almeno quello borbogna > queste le pronuncia dinnanzi alla cabina in cui si trova Eva, naturalmente non va a scostare la tenda ma l’altra dovrebbe tranquillamente riuscire ad apprezzare le sue parole. Mentre quindi attende l’altra, cosa altro potrebbe fare se non riprendere a torturare il povero commesso pelato? < Ascoltami, secondo me devi dare un consiglio alla proprietaria del negozio. Suggeriscile di mettere qualche divanetto e di cambiare il colore delle pareti…magari con una tinta non troppo sgargiante. Ardesia, dille ardesia. Proponile di ricreare una boutique francese, credimi sarà entusiasta di te e ti aumenterà la paga > il tutto naturalmente è alquanto mormorato, cosicché la donna in questione non possa sentirla.
     
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  11. Eva Cooper
     
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    Scuote la bionda testolina di nuovo in risposta alla domanda retorica della donna, aggiungendo anche un piccolo sorriso alla sua seconda affermazione. Oggi l'Auror aveva l'estremo bisogno di svagarsi e pare proprio che in qualche modo stia riuscendo nel suo intento, anche grazie a questa chiacchierata non eccessivamente impegnativa con la sua nuova conoscenza. Ascolta quindi il suo dire successivo, notando quel tono dubbioso che emerge dalla voce dell'altra e, a quel punto, decide di specificare ancor di più il motivo per il quale considera Fune assolutamente innocua. < Fune ci ha salvati > con quel "ci" si riferisce anche all'Obliviatore che, con lei, è finito sul Profeta alcuni giorni fa. Non aggiunge altro proseguendo nell'ascolto delle parole altrui, che porta ad una nuova argomentazione riguardo l'operare dei Magizoologi. Schiude le labbra per inserirsi non appena l'Indicibile ha concluso di parlare, evitando così di interromperla in alcun modo e lasciandole la possibilità di terminare il discorso. < Sono piuttosto sicura nell'affermare che i Magizoologi abbiano molto a cuore la salute delle creature magiche, a prescindere dal grado di pericolo che rappresentano per la popolazione civile. Il loro compito è quello di studiarli e certo anche fermarli nel caso in cui possano nuocere alle persone, ma sono convinta che utilizzino mezzi estremi solamente quando non vi sono alternative. > afferma per poi serrare le labbra in una espressione riflessiva, con annesso sopracciglio inarcato in riferimento alle parole successive che Eve esterna in riferimento all'amica citata qualche istante prima dalla mezza Veela. Non commenta però, riprendendo invece l'ascolto silente e limitandosi dunque ad annuire in riferimento al "buonissimo punto di partenza" che la sua interlocutrice pronuncia subito dopo. < Il nono piano? > domanda assumendo uno sguardo curioso, di nuovo rivolto verso il viso della donna < Lavorate per l'Ufficio Misteri? > un altro quesito che però non eccede in un farsi gli affari altrui senza il minimo senso della privacy. Infatti non chiede altro, mantiene quella parvenza di persona in grado di rispettare le decisioni altrui. < Rouge Rubis > ripete cercando di emulare l'accento francese di Eve, ma fallisce miseramente lasciandosi andare ad una brevissima risata < E' così terribile? > commenta in riferimento alle parole di Eve, per poi annuire per l'ennesima volta ai consigli che l'altra donna le sta donando < Disneyland è un parco dei divertimenti se non erro. Mi è capitato di vedere qualche notizia guardando la televisione Babbana, credo sia un posto meraviglioso e, se voi mi dite dietro che c'è lo zampino di maghi e streghe, ora ne comprendo anche il motivo. > riprende a sorridere fino a quando giunge il momento della prova. Anche Eva, come la francese, si è rinchiusa nel suo camerino e sta armeggiando con l'abito color borgogna che la sua interlocutrice richiede dallo stanzino accanto al suo. < Certamente, ci sono quasi > e infatti, dopo alcuni istanti, la bionda sposta la tendina per muovere un paio di passi al di fuori del camerino affinché in questo modo possa farsi guardare ma anche guardarsi riflessa allo specchio proprio di fronte a lei. Si esibisce in una breve piroetta, in modo tale da potersi osservare anche nella parte retrostante con la coda dell'occhio: non le dispiace affatto quel vestito ed Eve sembra averci davvero azzeccato con il colore poiché la pelle bianca della mezza Veela comporta un buon gioco di contrasti con quel color borgogna dell'abito che attualmente indossa. Discende fino alle ginocchia morbidamente, più stretto nella zona della vita e dotato di una lieve scollatura tutt'altro che volgare. Le calza a pennello insomma, in qualche modo anche il commesso del negozio ha appena svolto un compito ottimale. < Cosa ne dite? > domanda probabilmente in direzione dell'Indicibile anche se al momento le sue iridi chiare sono fisse nello specchio ad osservare la sua immagine riflessa.
     
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  12. Eve A. Le Querrec
     
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    Attenta a non farsi sfuggire alcun dettaglio che potrebbe tornarle utile in futuro, neanche il più piccolo; questo la spinge ad occhieggiare l’Auror con più attenzione nel momento in cui essa fa per snocciolare quelle poche informazioni in merito a Fune. < Ah > al di sotto delle ciglia lunghe e femminili, lo sguardo ambrato s’è fatto più intenso e riflessivo; analizza con minuzia di particolari la mezzaveela per poi concentrarsi sull’oggetto dei loro discorsi e cioè Fune < Avevo capito che il merito fosse del Procione che Soulbrandt si porta dietro > in realtà non è propriamente vero ma, come accennato in precedenza, la sua intenzione al momento è quella di capire quanto più possibile in merito alla fuga dei due dal campo elettromagnetico. Il cognome dell'Obliviatore è stato nuovamente storpiato per via della “r” arrotata e dei dittonghi chiusi caratteristici della sua lingua madre; le iridi tornano in questi istanti a ricercare quelle chiare di Eva come a volerle implicitamente chiedere conferma in merito ai ruoli che, nella vicenda degli Spazzini, hanno avuto sia l’animale che la frusta che lei si porta intorno al polso. Aldilà di quale sia la risposta dell’Auror, l’Indicibile si limiterà a concludere il tutto con una scrollata di spalle come a voler intendere che la sua attenzione si vuol concentrare su altro genere di discorsi. Discorsi che adesso riguardano la magizoologa amica di Eva, dove quest’ultima va a smentire le idee della francese andando a sottolineare quanto i metodi da loro utilizzati siano più civili rispetto a quanto da lei prospettato. < Mh, credo voi abbiate ragione > conclude così quel discorso, nonostante i lineamenti delicati del volto permangano in un’espressione riflessiva che non sembra pienamente d’accordo con gli ultimi ragionamenti che sono stati portati in essere. Proseguono poi i discorsi andando a toccare l’impiego della Le Querrec all’interno del Ministero della Magia; la prima reazione della francese consiste in un annuire deciso del capo, segue qualche attimo di pausa che va a concedersi come se avesse a disposizione tutto il tempo del mondo. Pausa durante cui si potrà osservare come lo sguardo ambrato andrà ad occhieggiare uno dei tanti vestiti posti su una stampella e in uno scaffale poco distante, verso questo compie qualche passo nel mentre che va a rispondere anche verbalmente all’Auror < Esattamente, sezione cosmica > e poi il sopracciglio destro andrà ad inarcarsi appena in risposta a chissà qual pensiero che ha generato la sua mente, lo stesso pensiero che comunque spinge l’Indicibile a ruotarsi verso Eva e sollevare l’indice destro in sua direzione < Ma vi prego, non chiedetemi nulla in merito ad un certo Alexander Byron. Lavoriamo nella stessa unità ma lo conosco solo di vista; non ho ancora ben capito quale sia il suo orientamento sessuale > e porta in essere quel discorso con una schiettezza disarmante, a testimonianza di quell’essere così sicura di se che giusto un purista avrebbe potuto trasmetterle. Nel mentre che Eva porta in essere nuove domande in merito a Rouge Rubis, l’Indicibile armeggia con distrazione con le varie stampelle fino ad individuare il vestito che da lontano aveva catturato la sua attenzione. La vicinanza però sembra aver annullato ogni tipo di interesse, dato che le basta una rapidissima occhiata per lasciarlo sulla stampella con tanto di sopracciglio destro che va elegantemente ad inarcarsi < Per chi viene da fuori, si. E’ una comunità magica molto chiusa, i visitatori o gli stranieri vengono sempre guardati con diffidenza e non importa quale sia la loro razza o la loro linea di sangue > dona all’altra quelle spiegazioni in merito al suo luogo d’origine ed in parte le sta fornendo delle spiegazioni che combaciano con la realtà, sebbene lei reputi Rouge Rubis terribile per molte altre motivazioni, più profonde ed intime, che probabilmente solo lei conosce appieno. L’Auror potrà comunque vedere come quelle parole abbiano portato i lineamenti ad indurirsi appena, con la mascella che viene serrata fugacemente insieme alle labbra sottili, che vanno a generare un’impassibile linea orizzontale. Il tutto si conclude nel mentre che l’altra va a proferire nuove parole in merito a Disneyland, l’Indicibile la lascia parlare senza mai interrompere e ne approfitta per muovere qualche passo con l’intento di tornare nei pressi di Eva < Oh si, in molte attrazioni in realtà. E’ curioso, in quel parco i babbani vivono circondati dalla magia e la ammirano; in tutti gli altri luoghi la guardano con disprezzo. > porta in essere queste considerazioni, nel mentre va a poggiare delicatamente la zona lombare contro il bancone che ospita la cassa del negozio. Le braccia vengono nuovamente incrociate al di sotto del seno < La paura è un’emozione e una forza potente > con questo suo parere sembra voler concludere il discorso, la punta della lingua fuoriesce veloce dalla sua sede per andare ad umettare le labbra sottili e rosee < Ad ogni modo, la situazione inglese sta destando molti turbamenti e presto anche in Francia inizieranno ad arrivare problemi seri per le comunità magiche > e dalla risolutezza che utilizza in quelle parole, sembra proprio esser pienamente convinta di quanto ha appena condiviso < Presto Disneyland diventerà un banalissimo parco, nessun mago oserà sfidare la Villin di turno. Se volete godervi lo spettacolo, dovreste visitare il posto al più presto > gli fornisce quel consiglio con le labbra che si aprono appena in un sorriso sincero, che per un attimo riesce a donare un minimo di brio allo sguardo ambrato che si ritrova. Seguono gli attimi in cui l’Indicibile è andata a cambiarsi recuperando sia la bacchetta che i suoi vestiti, l’Auror fa capolinea al di fuori del camerino accanto al suo e lei si permette di riserbarle una lunga occhiata atta a valutare il vestito che l’altra indossa. < Lo dicevo io che con i capelli biondi sta meglio > in realtà non ha detto esattamente queste parole ma tant’è, il tutto ad ogni modo viene rivolto nei riguardi del commesso che ancora rimane nei pressi delle due < Io lo comprerei, naturalmente. Vi sta a meraviglia e non sono una persona dal complimento facile > annuisce appena a quelle sue stesse parole, con un sorrisetto compiaciuto che nuovamente fa capolinea entro quei lineamenti delicati. Dal canto suo poi, sfrutterà gli attimi immediatamente successivi per ritornare nei pressi della cassa con il vestito che si è provata poco prima, nel chiaro intento di acquistarlo.
     
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