[Stratchy&Sons] Shopping Terapeutico

Eva + Eve

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  1. Eva Cooper
     
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    Ode l'accento particolare della sua interlocutrice, ma non si sofferma poi molto su questo aspetto. Non è in grado di correlarla immediatamente alla Francia ovviamente, ma è evidente per le orecchie allenate dell'Auror che la sua pronuncia non è totalmente inglese. Posa lo sguardo su Eve, osservando il suo sopracciglio inarcarsi e andando a rispondere a quella sua domanda con un nuovo sorriso, ancora cordiale perché non vi è motivo per evitare un gesto di semplice gentilezza. < Non lo è, è più... > segue le iridi dell'altra che si abbassano, andando ad incrociare anche lei Fune ritornata nel frattempo piuttosto immobile sul suo polso <...una frusta credo > ed è quell'incertezza a rendere evidente quanto poco ne sappia su quell'aggeggio che però porta con sé. Ci pensa dopo qualche istante al fatto che potrebbe apparire non molto normale vagare per Hogsmeade con una frusta utilizzata come bracciale, ma d'altra parte ha già parlato ed è inutile peggiorare quella che potrebbe già di per sé rivelarsi una figura barbina. Mentre l'altra torna a parlare con il commesso, la bionda riporta gli occhi chiari suoi mantelli, sollevando verso la proprietaria ancora di fronte a lei - una Strega sulla cinquantina vestita di un elegante completino - quello color verde smeraldo. Lo stesso, insomma, che aveva adocchiato qualche istante prima. Schiude le labbra carnose per affermare un semplice: < Prendo questo. Penso sia perfetto per il vestito che ho comprato l'altra volta > aggiunge anche quest'ultima parte, prima di sistemarsi dietro l'orecchio destro una ciocca ribelle della lunga chioma fluente. Torna poi a donare la sua attenzione all'Indicibile e di nuovo le risponde in quel solito modo cordiale e che tuttavia non rivela nulla di ciò che l'altra vorrebbe realmente sapere. < Non l'ho comprato > di nuovo senza specificare nulla. Potrebbe forse risultare fastidiosa, ma non lo fa appositamente per apparire antipatica, semplicemente non ha voglia di raccontare come ne è entrata in possesso. Perché se Mikael pare superare meglio di lei ciò che è accaduto quella notte nel mondo Babbano, lei ha ancora parecchia strada da fare prima di eliminare dalla mente le immagini terribili alle quali ha dovuto assistere. Non si direbbe forse da come sorride, da come pare pronta alla chiacchiera senza alcuna riserba, ma quel giorno ha assistito alla sua prima morte ed è qualcosa che non dimenticherà facilmente. Quando nota l'altra focalizzarsi sul suo volto, anche lei fa lo stesso: che la conosca o l'abbia conosciuta precedentemente? Ma è lei, Eve, a pronunciare il suo cognome lasciando per qualche istante la bionda con una espressione interrogativa dipinta sul bel viso. < Sono io, sì > annuncia con pacatezza perché in men che non si dica la sua espressione perplessa si è tramutata di nuovo in un sorriso che pian piano però scompare nei secondi successivi < Non mi sembra di conoscervi, quindi deduco abbiate visto la mia foto sul Profeta > insomma, non che ci volesse un genio per dedurre qualcosa del genere, ma comunque sentiva la necessità di specificarlo. Sospira scuotendo malinconica la testolina, evidenziando quanto quella involontaria popolarità non le vada per niente a genio. Odia essere al centro dell'attenzione, anche ai livelli più bassi di quest'ultima, perché da sempre volente o nolente ha dovuto sopportare i riflettori puntati su di sé per un motivo o per un altro. Non è vanitosa, non lo è mai stata ed è per questo che spesso in molti non comprendono quella voglia di normalità che tanto desidera e che potrebbe non possedere mai. < Voi dite eh? > domanda mordendosi il labbro inferiore con scarsa forza, indecisa davvero al dire altrui sul mantello.
    < Diciamo che alle volte mi piace essere eclettica, ma credo che voi ve ne intendiate sicuramente meglio di me di moda e look > il suo accento è puramente inglese, tipico e privo di inclinazioni dialettali provenienti da altre lingue < Vorreste consigliarmi un vestito? Ho bisogno di comprare qualcos'altro oltre al mantello. > bisogno, una parola complessa, ma che rende evidente lo stato d'animo di un Auror che - nonostante ne abbia viste tante - mai si è abituata alla morte. Ed è forse tremendamente giusto che qualcuno riesca ancora a provare emozioni contrastanti di fronte ad eventi che per molti ormai appaiono apatici, privi di interesse alcuno.
     
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11 replies since 18/6/2018, 16:16   116 views
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