[Parco] Le "Bellezze" notturne

Eva + Alexander

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  1. Alexander N. Byron
     
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    Nel manto stellato della sera Alexander si sente protetto da quando è piccolo, ma adesso perfino quei piccoli bagliori di luce simili a gemme gli appaiono differenti. Sarà a causa della sua vita dissoluta, sarà perché proprio quando aveva deciso di smettere il fato gli ha sottratto la persona più importante delle sue giornate, ma ora le costellazioni diventano quasi fastidiose. Tuttavia, continua sempre a fissarle in un impeto di coraggio e fascino, non riuscendo a staccarsene come se ne fosse legato da un cordone ombelicale, quello che con sua madre non ha mai avuto se non nell'utero. E' per quello che adesso, fischiettando con le mani in tasca di un pantalone di color mattone piuttosto aderente, ha lo sguardo proiettato verso l'alto, teso a scacciare via pensieri maligni. Apparentemente, è un ragazzo misterioso con un fascino maledetto, ma tutto questo solo perché nessuno può vedere quella fede aurea sul suo anulare sinistro, trasparente proprio come vuole rendere il suo dolore. Stasera ha una camicia colore antracite, una tonalità che mette in risalto il suo fisico asciutto ma ben definito a causa dei suoi allenamenti costanti. Sembra sia piuttosto di buonumore o, forse, sta solo cercando qualcuno da importunare. Ed ecco che, all'improvviso, vestita con quella camicetta troppo abbottonata, vede la sua possibile distrazione della serata: Eva Cooper, la ragazza che l'ha quasi minacciato di picchiarlo e sarebbe stata anche credibile, se non avesse usato quel tono un po' voglioso.
    Si avvicina a lei, accelerando il passo e facendo sbattere contro alla coscia destra il fodero di pelle della sua bacchetta, poi le si paleserebbe davanti, con la sua insolita faccia da insolente. Il sopracciglio destro alzato, le mani ancora in tasca, lo sguardo smeraldo puntato in segno di sfida contro quella ragazza che probabilmente si sarà anche spaventata a vederselo comparire come un fantasma. Sta ancora fischiettando, prima di parlare.
    < Cooper > la saluta, calcando ogni lettera del suo cognome, come chi sta gustando il momento in cui continuerà il suo discorso.
    < Vorrei pagare il fio per la mia tenacia. L'ultima volta mi hai lasciato andare senza punirmi > la sta provocando, è chiaro, a giudicare da quel tono rauco e dalla sua determinazione, elementi che lo rendono davvero molto virile. E quel bottone sbottonato sulla prima asola testimonia un suo andare spesso contro le regole: che sia un purosangue completamente differente dagli altri e con una sua personale morale, è fin troppo evidente.

    Edited by Alexander N. Byron - 18/6/2018, 23:20
     
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5 replies since 18/6/2018, 21:10   80 views
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