[Parco] Le "Bellezze" notturne

Eva + Alexander

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  1. Alexander N. Byron
     
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    Non si pone minimamente il problema di piombare di soppiatto davanti a qualcuno, nel bel mezzo di una stradina buia: per lui quell'atteggiamento è tutto normale e lo si capisce dal sorriso beffardo che ha dipinto sul volto non appena si frappone tra Eva e la via che sta percorrendo. Solleva le sopracciglia quando l'altra lo chiama per nome, ma non ci bada più di tanto, teso com'è a lasciarsi andare in un ghigno sfacciato non appena la punta della bacchetta dell'auror va a sfiorare la sua pelle: non è spaventato, ma divertito. Ha sempre ritenuto che le situazioni di pericolo possano rivelarsi ancora più intriganti ed è per questo che sembra quasi godere della possibilità di un incantesimo che vada a colpirgli il petto. Cosa ci perderebbe? In fondo nulla, anzi acquisterebbe la speranza di poter raggiungere Evan presto, ammesso che esista un mondo ultraterreno. Alexander dà l'idea di essere un vincitore proprio perché non ha più niente a cui rinunciare e per questo va in battaglia più temerario di chiunque altro, ma questo nessuno lo sa.
    <uno schiaffo è una punizione > precisa, con un cipiglio più severo come se la stesse copiando nel suo modo di fare troppo serioso, ma non per questo risultando maleducato. La guarda allontanarsi e si dirige anche lui verso quello spiazzo verde, alzando gli occhi per cercare la costellazione dello Scorpione.
    Se Eva si voltasse adesso probabilmente intercetterebbe uno sguardo più pulito che subito però si sporca di noia, non appena le parole dell'altra raggiungono le sue orecchie. Sbuffa, mettendo le mani nella tasca e fissando le sue spalle, senza continuare a raggiungerla: sta dondolando un po' il piede destro e fissando l'ombra che si crea sull'erbetta, come un bambino annoiato.
    < Pff, mi fai un uomo dalle risposte scontate > alza gli occhi in un gesto spazientito, ma non lo è davvero. Pare riflettere, labbra vermiglie serrate tra di loro e lieve movimento della mano destra verso l'altro, simile ad uno svolazzo <in realtà, se fossi fidanzata ti chiederei di presentarmi il tuo ragazzo> Lo aggiunge con quella voce roca, virile, accompagnando il tutto da un occhiolino.
    < Eva Cooper > ripete il suo nome quando quella finisce la sua morale, sedendosi sull'erba e incrociando le gambe tra di loro <non sono uno di quegli sciocchi ragazzini di Hogwarts che ti seguivano qualunque cosa dicessi nella speranza di ottenere un bacio sulla guancia o del materiale per poter sognare la notte> Ci tiene a puntualizzarlo, mentre stende le ginocchia e si lascia andare in una posa supina. Non la sta fissando, ma la donna potrà sentire la sua voce, mentre le sue iridi smeraldo tornano a fissare le stelle.
    < Sono un uomo dedito al piacere, che ama specchiarsi nella bellezza quando la riconosce > implicitamente, le sta rivelando che è oggettivamente bella, senza troppe cerimonie
    < Ma se la bellezza sfugge, non la seguo. Semplicemente, la ricerco altrove. Il mondo ne è pieno > indica istintivamente con l'indice il cielo stellato, prima di tacere. Se Eva vuole andar via, non ha nulla in contrario: ama le donne indipendenti, che sanno provocare, ma al tempo stesso ama anche le persone sicure di sé che hanno smesso da anni di far le civettuole. E' uno che crede nelle responsabilità e in chi sa assumersele, quindi se l'Auror non desidera la sua compagnia la lascia libera di scegliere. Quale dono migliore? Di certo, dal tono calmo assunto mentre ha parlato, si intuisce che non sia astioso nei suoi confronti e che quelle parole pronunciate sono state finalizzate a far crollare quel teatrino che Eva ha messo in piedi, giungendo subito al sodo.
    Tasta la tasca dei pantaloni, estraendo il pacchetto delle sigarette e ne pone una spenta tra le sue labbra, continuando a cercare chissà quale risposta nello spettacolo blu che si staglia sul suo viso.
     
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5 replies since 18/6/2018, 21:10   80 views
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