[Parco] Le "Bellezze" notturne

Eva + Alexander

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  1. Alexander N. Byron
     
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    Stendersi sotto ad un manto di stelle è una tra le cose al mondo che lo fa più rilassare in assoluto: l'idea di proiettare nel cielo quelle speranze ormai inaridite dentro di lui, senza doverle rendere manifeste, lo fa sentire in qualche modo protetto e vivo. Questo non significa che non abbia dolori: il suo cuore è un groviglio di spine che a fatica si riuscirebbe a districare, così intrecciato tra sangue e dolori. Non ha risposto a nessuna delle parole di Eva, ma le ha incamerate, rivolgendole un sorriso enigmatico o un breve cenno del capo per farle capire che non la ritiene affatto antipatica. Si è chiuso in un mondo suo, ma ha continuato ad ascoltare la ragazza e a seguire con la coda dell'occhio i suoi movimenti lenti, studiati, lasciandola stendere accanto alla sua figura. Non si sposta di un millimetro, le permette di condividere quell'istante senza gelosia di alcun tipo, forse perché rimane piacevolmente colpito dalle piccole confessioni della ragazza.
    < Non ho mai dato la mia definizione di bellezza >
    Inarca il sopracciglio destro, in quella puntualizzazione che sta a sottolineare quanto tanto sia attento ai dettagli e alle dinamiche di conversazione. Stringe tra l'indice e il medio la sigaretta ancora spenta, poi volta il capo verso di lei, decidendo di specchiarsi nei suoi occhi anziché nelle stelle.
    < Qualcuno direbbe che la vera impresa della vita è essere normali >
    Non è usuale neanche in quello che dice: qualcun altro le avrebbe chiesto come mai quello sia un periodaccio e l'avrebbe compatita, ma non lui. Alexander è rimasto di certo stupito dalle parole di Eva e da quel suo mettersi a nudo - metaforicamente parlando - ma non sta nutrendo pena per lei, seppur improvvisamente la sua espressione appare più dolce, accentuata dal colore di quelle pupille che si fanno di colpo più smeraldo.
    < Ma in fondo cosa ti importa? Ogni concetto è relativo, soprattutto la normalità >
    Una scrollata di spalle, seppur sia steso sull'erba. Ha ancora il volto girato verso di lei, ma adesso il suo corpo si fa più vicino: con cautela, senza il solito approccio da predatore, e con una grazia che non si crederebbe possibile, per uno come lui.
    < Io dico che la vera impresa è essere speciali >
    Le sorride, andando a spostarle una ciocca di capelli dalle spalle, con quelle dita sottili, da musicista.
    < E' questo che ti renderebbe davvero coraggiosa >
    Le ultime parole sono sussurrate, appena accennate, pronunciate come se fossero chiuse in una bolla ovattata che i suoni esterni non possono scoppiare.
     
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5 replies since 18/6/2018, 21:10   80 views
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