[Quest] Thunderstruck

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    L'ultimo treno proveniente dal Ministero della Magia si ferma ad Hogsmeade dopo un ritardo di dieci minuti dovuti ad un guasto. Strano. Appena scendete alla stazione, uno strano fumo viola spunta fuori da sotto ai vagoni e vi costringe ad allontanarvi da lì e la calca di persone che tossicchiano assieme a voi vi fanno imboccare una specie di sentiero.
    Non vedete niente finché non arrivate sulle rive del Lago Nero, esattamente nel punto in cui c'è un piccolo molo dove sono attraccate delle barche. Per chi ha frequentato Hogwarts dal primo anno, conosce il luogo e il percorso attorno al castello prima di entrare per la Cerimonia dello Smistamento, ma voi siete troppo cresciuti e il molo non è lì solo per condurre i ragazzi il primo settembre a scuola.
    Da lì, vedete ancora il denso nuvolone viola scendere sulle acque e chi vi ha seguito nel percorso prova pure a tornare indietro per cercare di capire chi ha combinato tutto quel pastrocchio. Forse anche voi lo fareste, forse vi piacerebbe pure tornarvene a casa, ma nel trambusto siete finiti proprio vicino ad Eva. Peccato.
    Cari Alexander e Mikael, cuginetti, entrambi la conoscete e non ci sarà bisogno di presentazioni, specie per il secondo, che se la sarà sognata durante qualche brutta nottata e gli incubi del nostro caro Obliviatore riguardavano spesso l'assassinio della Mezza Veela.
    «Eva».
    Questa voce voi due maschietti non la sentite, ma l'Auror Cooper sì! È la stessa voce che ti ha chiamato insistentemente per tutta la settimana, Eva, è la stessa che oggi ti ha detto «è tempo» e ti ha spinto fino al Lago Nero, quindi tu potresti essere l'unica che non è lì per caso o perché c'è un guasto alla stazione di Hogsmeade. In realtà, anche i due maghi accanto a te potrebbero essere lì per uno scherzo del destino. Chissà?
    Alexander e Mikael non sentono la voce, però sentono comunque qualcosa: è una specie di impulso che li muove verso la riva opposta del lago e fa battere forte il cuore ad ritmo sempre maggiore. Vi viene istintivo puntare gli occhi su una porzione di quella vegetazione che lambisce le acque scure e quasi ci si immerge. Ed Eva, anche tu provi queste sensazioni molto strane, oltre ad udire perfettamente quella voce calda e suadente.
    «Vieni, Eva».
    In quel momento, si avvicina una barca e voi non potete proprio farci niente. Dovete salire e andare dall'altra parte.
    Intanto, ad ovest, il sole tramonta e il castello getta su di voi ombre nere che si perdono nell'oscurità del lago.
    indicazioni
    Buonasera bimbi! Abbiamo dei turni e dei tempi stasera. Concedo a tutti 10 minuti dall'azione precedente e turni sono: Eva, Mikael e Alexander. Per dubbi, sapete dove contattarmi!

     
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  2. Eva Cooper
     
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    PENSIERO 8

    VOLONTÀ 10

    AGILITÀ 8

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    Bacchetta magica + fodero cintura


    E’ ormai giunta al limite della sopportazione. Sono giorni che percepisce più che bene come qualcosa non sta andando nel verso giusto: è una sorta di ossessione la sua, che nel giro di ventiquattro ore è divenuta più pressante, impossibile da considerare come una semplice distrazione. Ha creduto fino all’ultimo che si trattasse della sua stessa immaginazione, a causa delle poche ore di sonno, a causa degli incubi che l’hanno tartassata a lungo nelle ultime settimane, eppure oggi ha anche sentito una voce nella sua testa chiamarla a sé. Una voce di donna, calda e accogliente, ma decisamente inquietante visto che nel corso della sua vita non le era mai capitato di sentire voci che altri non erano in grado di udire.
    Tutto sembra gridarle contro che no, non può affatto essere un caso: l'ultimo treno per Hogsmeade si è fermato a causa di un guasto e, guarda un po', l'Auror si trovava proprio su quest'ultimo. Dopo averlo abbandonato, trascinata dalla miriade di persone che come lei ha dovuto scendere da quella trappola mortale, eccola ritrovarsi proprio nei pressi di quel luogo, lo stesso verso il quale da giorni prova una strana attrazione. Non è sola però, ci sono due persone che conosce - chi più e chi meno - le quali stanno vivendo con lei quegli attimi fastidiosi a causa dei quali probabilmente ritarderanno di parecchio il rientro a casa.
    < Avete sentito anche voi? > è ciò che domanda volgendo lo sguardo verso i due maghi, ad una tonalità di voce più acuta e decisamente preoccupata. Ha sentito distintamente chiamare il suo nome, ne è più che certa, tant'è che la testolina della bella bionda si volta a destra e a manca alla ricerca del misterioso interlocutore. Nel frattempo in sè sente crescere il desiderio di raggiungere l'altra sponda del Lago, tanto da costringerla ad esporsi un po' più in avanti da quella barca sulla quale ora si trova, indipendentemente dalla sua volontà. Sono sensazioni strane, simili a quelle provate nei giorni precedenti e che rendono la sua mente instabile, labile, in quello stesso sguardo che si richiude: socchiude gli occhi azzurri lei, tentando di scacciare quella voce che di nuovo la chiama a sè. Respira a fondo lei, estraniandosi dagli altri due compagni di barca, incapace di proferir altro verbo. Questa sera l'Auror non indossa la sua divisa da lavoro, lasciata accuratamente piegata nel suo ufficio personale, ma un completo molto semplice ed elegante composto da un paio di pantaloni neri e una maglietta di un bianco chiaro dotata di alcune rifiniture in pizzo. Alla cintura la bacchetta riposta nell'apposito fodero, nient'altro ha portato con sè. I lunghissimi capelli biondi sono legati perfettamente in una treccia laterale, nulla è fuori posto, come al solito, tant'è che il suo volto questa sera sembra emanare una bellezza ancor più disarmante.
     
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  3. Mikael Soulbrandt
     
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    Scende come di consueto dovrebbe fare una volta raggiunti la fine di quella metropolitana e per un singolo istante si ritrova a sollevare il sopracciglio, neanche a rendersi conto di trovarsi in un luogo diverso, scrolla le spalle per un singolo attimo e scuotendo il capo andrebbe a schiudere le labbra in un pronunciato.< Almeno non piove.> umoristicamente si pronuncia in quel dire che ne porta solo uno scuotere del capo e viene seguito dalla voce dell'animale ad aprire bocca con un mettersi le zampe anteriori sui fianchi, soddisfatto.{ Siamo in un altro posto.} soddisfazione dovuta dal fatto di come l'animale preveda il futuro a modo suo, spesso, per comica o per volontà, quando le cose stesse accadono in quel preciso istante e difatti alle sue parole, il proprietario ne porta la mano a sollevarsi e chiudersi in un delicato segno di chiudersi la bocca, con il Procione che si limita a scalare lentamente il corpo del mago e una volta raggiunta la spalla, darne un colpo alla nuca.< . . .> ricevendo come risultato oltre al silenzio di Mikael una mezza occhiataccia. Un segnale viene portato in direzione delle altre persone a seguirle, tra questi ne nota Eva e il Cugino, a cui pare non rivolgersi, neanche una nota di fiducia venga riportata a quelle persone e difatti, aggiunge un.< Tornate sul treno. Controllate come sta il macchinista.> chiede a quegli eventuali personaggi di contorno ma di cui per lui hanno una vita alle spalle, il tono autoritario, non si impone come capo ma come consigliere di quelle eventuali azioni della massa che sta per ritornare indietro se questi lo ascolteranno. Mentre nel voltarsi ascolta la domanda di Eva e lì che pone un.< Ok per l'appuntamento ma se quando ci troviamo insieme succede qualcosa di strano, mi sa che dobbiamo camuffarci per sfuggire alla Stranezza.> quelle parole hanno un accezione divertita per un singolo istante in cui quel sorriso sparisce e lo sguardo si pone sulla ragazza e sul cugino. Quelle sensazioni, lui le ha studiate e provate. Sempre. Ma ci sono così tante variante da non poter fare dedurre nulla al cacciatori di mostri, solo pone il canino destro a premere sull'interiore del labbro inferiore, una preoccupazione, in un tentativo nel caso il cuore dovesse prendere il sopravvento sulla propria mente di mordersi per risvegliarsi con un accenno di dolore. Il suo vestiario è in borghese; una camicia bianca di cui il primo bottone in alto ad essere aperto, sulle spalle vi è una giacca nera tenuta più dal peso di Procione che da lui, ben celata vi è il fodero contenente la bacchetta dove con un movimento del polso è possibile estrarla e colpire, mentre le gambe sono coperte da un paio di jeans chiari tenuti su da una cintura in cuoio scuro, ai piedi degli scarponcini militari adatti a qualunque tipo di terreno. Pochi istanti in cui si ritrovano ad osservare una barca e in quell'istante, salire per proseguire eventualmente in quel viaggio e pronunciare un.< Procione. Sai cosa sta per accadere ? E non parlarmi del presente.> lo mette bene in chiaro, neanche fosse una cosa tipica dell'animale, parlandone con libertà visto che si trova accanto il cugino e l'Auror con cui ha vissuto quell'incubo.


    PENSIERO 10

    VOLONTÀ 9

    AGILITÀ 7

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    Bacchetta magica + fodero avambraccio + Procione
     
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  4. Alexander N. Byron
     
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    PENSIERO 10

    VOLONTÀ 9

    AGILITÀ 7

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    Equipaggiamento: bacchetta + valigia con bottiglietta e fogli.

    Alexander ha preso uno degli ultimi treni della giornata, ma quello ha fatto ritardo come Trenitalia senza scusarsi per il disagio. Scendendo, con la sua camicia bianca in cotone con le maniche lunghe arrotolate fino ai gomiti, il suo pantalone antracite e una valigetta ventiquattrore in cuoio che lo fa tanto sembrare un avvocato babbano (si cambia sempre la divisa dopo il lavoro), non ha sbuffato, ma ha storto impercettibilmente il naso e alzato gli occhi al cielo non appena ha visto la nuvola di colore viola da sotto alle rotaie. Istintivamente, ha tirato fuori la bacchetta riposta nel fodero infilato in uno dei passanti della cintura nera e la stringe nella sua mano destra, incuriosito dall’accaduto, ma poi ha dovuto necessariamente spingersi più lontano, in direzione del lago Nero e di un molo che conosce fin troppo bene. Nella ventiquattrore, per la piccola corsa, sente scuotersi la fiaschetta di scotch che porta sempre con sé, vizio degli ultimi anni passati con Evan a bere , suonare e ballare nudi in casa. Socchiude lievemente gli occhi, cercando di vederci meglio, ma le uniche cose che riesce a notare sono quelle persone accanto a sé. Tra di esse, riconosce suo cugino, a cui riserva un pugno amichevole sulla spalla e Eva, la donna con cui ultimamente ha giocato di seduzione e ha cercato anche di ascoltare più profondamente, su un prato e un manto di stelle sopra di loro. Vorrebbe provare a capire come mai quella moltitudine si sia affollata davanti a quel molo e comprendere se quel fumo viola possa essere un veleno o una qualunque sostanza nociva, ma la domanda di Eva, a cui ha già riservato un sorriso e una carezza fugace dietro al collo impressa con l’indice, lo ha riscosso.
    <sentito cosa?>
    Lo domanda con una serietà enfatizzata in quel sopracciglio alzato che lo rende più affascinante, ma anche in allerta. La bacchetta è stretta nel pugno lungo il fianco destro, non sollevata, ma c’è uno strano istinto che lo spinge a proseguire, a desiderare di essere più vicino a quello specchio d’acqua ed è questo che gli fa muovere il passo, cautamente, sulla prima barchetta che trova, insieme ai due compagni. La valigetta è ancora nella sua mano, ma – se Eva sente qualche voce- egli si lascia pervadere da quella sensazione calamitante di un folle volo alle luci del tramonto.
     
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    «Sì, certo che lo so» fa Procione a Mikael, salendo sulla barca. «Ma non voglio dirtelo. Ah, l'alcova è scomoda» fa, invece, ad Alexander. «Quindi tanti auguri».
    La barca è piccola, ma potrebbe contenere altre persone tranquillamente e voi ci state abbastanza comodi, se non fosse che stasera le acque del lago sembrano un po' mosse e vi dovete attaccare con forza al bordo dell'imbarcazione.
    Il problema è che continuate a sentire quegli impulsi e la curiosità, ormai, sarà alle stelle e se non c'è... be' siete parecchio storditi, perché c'è come una calamita oltre quelle fronde a cui vi state avvicinando.
    Avete superato la metà del lago da un po' e le acque sembrano quietarsi, quando venite accolti da una specie di piccolissima-issima-issima onda d'urto. Urtino, dai. La sensazione è la stessa di quando si oltrepassa una barriera invisibile e non siete stupidi, perché ve ne siete accorti.
    Benvenuti agli Hunger Games? No.
    O forse sì...
    Se vi guardate intorno, vi sembrerà di vedere una natura più selvaggia rispetto a quella solita attorno al lago, ma più quieta e a dir poco inquietante. Infatti, non c'è alcun rumore, nessun guizzo dei pesci dall'acqua, nessun volatile che arruffa le ali in cima ad un albero, neanche un bruco che cammina su una foglia.
    Bellissima la natura, vero? Peccato che forse dovreste stare attenti ad un'altra cosa: le vostre bacchette!
    Queste scompaiono appena superate la barriera assieme ai foderi, dissolte nell'aria come dei pezzetti di cenere. Pufff!! Ed è chiaro che non potete usare la magia, ma perché?
    Presto detto – in realtà no, ma capirete. Ad accogliervi sulla sponda del lago ci sono tre donne, di cui una sta più indietro e in disparte, mentre le altre due hanno un'aria da guerrafondaie e vi scrutano a lungo prima di tentare a persuadervi. Quando parlano, quando si muovono, quando sbattono le ciglia non potete fare a meno che fissarle, infatti.
    Sono donne bellissime, alte e longilinee. Il loro corpo sembra quello di ballerine di danza classica, i loro capelli sono del colore della luna e scendono lunghi e ondulati fino ai fianchi. Sono quasi del tutto nude e sono coperte – per modo di dire – da un abito fatto di una stoffa leggera e chiarissima, decorato con dei fiori secchi qua e là a coprire... i punti strategici, diciamo.
    Sì, sono Veela. Veela purissime allo stato brado.
    «Andiamo, stanno aspettando» dice la Veela dietro le altre due, che si accostano subito ad Alexander e Mikael.
    «Loro non erano previsti» dice quella che si affianca all'indicibile, fissandolo con sfida.
    «Lo eravamo eccome, bella» commenta Procione, ricevendo un brutto sguardo dalla creatura.
    Intanto, non avete scelta. Dovete seguirle all'interno della foresta, seguendo un sentiero tortuoso e pieno di piccoli ostacoli come radici e foglie. Le Veela che vi conducono tengono gli occhi incantati su di voi di tanto in tanto e si muovono sinuosamente e totalmente a loro agio, esattamente come se fossero a casa loro.
    «Non son i magizoologi del Ministero» dice quella accanto a Mikael. «Dobbiamo portarli da lei?»
    Le altre due annuiscono e vi fissano negli occhi: è impossibile resisterle e perciò andate con loro.
    indicazioni
    Come prima, mandate ogni 10 minuti e i turni sempre uguali: Eva, Mikael e Alexander.
    PS: nonostante siete persuasi ad andare, potete benissimo capire cosa vi sta succedendo e dialogare!

     
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  6. Eva Cooper
     
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    PENSIERO 8

    VOLONTÀ 10

    AGILITÀ 8

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    Bacchetta magica + fodero cintura

    Il fatto di trovarsi insieme a Mikael e ad Alexander non pare migliorare la sua condizione: si vede che la mezza Veela è particolarmente agitata, anche fin troppo. Tenta in qualche modo di non pensare più a quella voce che ha appena udito per ben due volte e solo nella sua testa a quanto pare, aggrappandosi alla battuta dell’Obliviatore. < Evidentemente non siamo proprio fatti l'uno per l'altra, Soulbrandt > c'è una sorta di minuscola frecciatina rivolta all'altro collega, accompagnata però da un'evidente preoccupazione dovuta al momento che la giovane donna sta vivendo e che non ha niente a che fare con il loro trascorso più o meno intimo, più o meno litigioso. Insieme a loro c'è anche Alexander del quale non si è affatto dimenticata, soprattutto quando lui si prodiga in quella carezza effettuata con l'indice sul suo collo, tocco che la mette a disagio forse per la presenza dell'Obliviatore. Sa bene quanto piaccia a Byron giocare di seduzione, ma in quel momento non pare proprio essere propensa né per le battute né per quegli scambi di attenzione. < Qualcuno mi ha chiamata > sostiene con lo sguardo il volto di Alexander il quale le ha posto quella domanda precisa, mordendosi il labbro inferiore evidentemente agitata < Potreste anche non prendermi in giro, smettetela. Sono settimane che non dormo adeguatamente e sono davvero stanca, soprattutto per gli scherzi. > dà la colpa a loro insomma, né più né meno. In realtà sa bene che quella voce è solo nella sua testa, non potrebbe essere altrimenti dato che è quasi certa che quest'ultima appartenga ad una donna. La situazione precipita quando, in quel viaggio in barca che fino a quel momento sembrava procedere più che liscio, anche la mezza Veela percepisce quella sorta di blocco, un urto che indica quanto le cose obiettivamente non siano propriamente...normali ecco. Tant'è che la bionda si ritrova a guardare con attenzione i due uomini lì con lei, notando poi con enorme stupore come la sua stessa bacchetta sia totalmente scomparsa dalla circolazione. < No, non di nuovo > borbotta tra sè e sè tastando il fodero della cintura ormai vuoto. Si è sentita alleggerita dopo quel lieve tonfo: ma che cosa diavolo sta succedendo? La sua mente non coglie ciò che sta per accadere, lei che ora dona uno sguardo in cagnesco a Procione che nel frattempo si è rifiutato di collaborare. Quando la barca raggiunge la riva si ritrova ad osservare tre donne dall'aspetto meraviglioso, di un'indecente eleganza e raffinatezza di fronte alla quale la labbra carnose della bionda si schiudono appena, impossibilitata dal resistere a cotanta beltà. < Non... > vorrebbe dire che non vuole, forse perchè in cuor suo qualcosa ha capito, sa bene che quell'incontro non è casuale e le parole delle tre bellezze lo confermano. Tuttavia non è in grado di rifiutarsi e dunque prende a seguirle con lo sguardo dalle iridi color del cielo rivolto solo ed unicamente verso di loro. In quel momento Mikael, Procione e Alexander potrebbero anche non esistere: è irrimediabilmente attratta da quelle donne, non può farci nulla.
     
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  7. Mikael Soulbrandt
     
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    Accoglie con un sorriso il pugno amichevole dato dal cugino Alexander. Qualche attimo in cui Procione nel pronunciare di quelle parole riceve un'occhiata da Mikael procedendo con un.< Procione. Giuro che diventerò un fantasma e ti tormenterò.> minaccia l'animale, neanche a voler spendere realmente l'eternità per torturare quella palla di pelo e quando Eva comincia nel rispondere va ad aggiungere.< Non demordo.> ma lo dice con un sorriso naturale, neanche a voler ignorare volutamente quelle frecciatina per cercare di sollevare il morale ad eventuali presenti con quel suo sorridere, rispetto a quel mantenersi serio a studiare la zona, zona già studiata e quella mancanza di natura a coprire di vita quel lago, ne porta solo il pensiero che la sera sta per farne da padrona a quel luogo e le creature della notte cominciano a svegliarsi e quando ella pronuncia di quelle parole, giunge con un tentativo di portare la mancina ad avvicinarsi, senza sfiorare, ma portata davanti al viso per schioccare di quelle dita e continuare.< Primo. E' stato Alexander.> lo indica e sottolinea in un tono serio.< Secondo, siamo qui per controllare cosa accade e se questo riguarda te, anche per darti una mano.> la consola e parla al plurale ma escludendo Procione quanto aggiungendo il Cugino in quel trio formatosi. Viene distratto da questa cosa e difatti, i suoi insegnamenti non portano a pagare bene gli errori, nota quelle figure ma oramai è troppo tardi e la mascella viene fatta rilassare, il tentativo di procurarsi dolore è momentaneamente stato disattivato ma anche lo facesse ora non avrebbe alcun effetto, ascolta le risposte di Procione e le loro, studia, silenzioso e le osserva scruta, nei suoi occhi è normale vi sia desiderio ma mantiene quella rabbia primordiale, non indirizzata verso quelle creature, a sostare nelle sue iridi di ghiaccio come una tempesta che permane controllata in ogni occasione e procede in quella camminata, in totale silenzio, studiando la zona, in un tentativo di poter elaborare eventuali strumenti per una fuga futura una volta arrivati ma preferendo focalizzarsi sulla strada percorsa nel caso riescano a scappare e debbano tornare indietro.< Andrà tutto bene.> pronuncia in un sussurro, vuole incoraggiare quei compagni disavventura per quella occasione, in un tono autoritario di chi sta cercando di comprendere quale azione compiere.
    PENSIERO 10

    VOLONTÀ 9

    AGILITÀ 7

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    Bacchetta magica + fodero avambraccio + Procione
     
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  8. Alexander N. Byron
     
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    Salire sulla barchetta non è stato un problema, quasi un impulso vitale che raramente prende Alexander. E’ più un tipo razionale che segue altri tipi di istinti, quelli carnali, diciamo, quindi capite anche voi che non è molto felice di fare qualcosa contro la propria volontà. Eppure, lui questo non lo comprende con certezza mentre avanza su quello specchio d’acqua senza sapere dove lo condurrà e ciò che conosce sono solo le parole di Procione.
    <più si sta stretti, più si sta vicini>
    Lo dice in modo enigmatico, ma si capisce benissimo cosa voglia dire e fissa anche Eva, giusto per giocare un po’ anche in un momento serio come quello, in cui le acque si muovono così tanto che Alexander deve tenersi al bordo per non cadere. Lo fa con classe, che vi credete? E in più nel suo sguardo smeraldo si capisce benissimo che non avrebbe neppure alcun problema a tuffarsi nudo e nuotare in qualunque distesa, neanche si trattasse di un Oceano pieno di squali. Che problema avrebbe se avesse la sua bacchetta con cui sconfiggerli? Peccato che – OPS! - anche la bacchetta dopo un piccolo urto della barca scompare.
    <porca merda. E ora cosa infilo nel culo delle sirene??>
    Se Eva non ha alcuna intenzione di lasciarsi andare in battute per smorzare la situazione, a lui proprio non importa nulla: è fatto in quel modo, con tutte le sue parolacce e le sue stranezza. Eppure, non ha dimenticato le parole di Eva ed è a lei che lancia un’occhiata seria e quasi di rimprovero, un po' interdetta.
    <cooper, qui nessuno ti prende in giro. Stai facendo tutto da sola.>
    Lo dice con quel suo cipiglio melodrammatico e scettico, ma è tranquillo, se non fosse per la bacchetta scomparsa e quella natura che inizia a palesarsi sotto ai suoi occhi. Eppure, quasi non scompare tutto quel paesaggio nel momento in cui due donne in particolare catturano la sua attenzione.
    Istintivamente, è spinto ad andare verso di loro e fischia pure, in segno di apprezzamento. Non fosse per quella facoltà di pensiero rimastagli, il suo istinto lo avrebbe già portato a spogliarle, non che non lo stia già facendo con gli occhi libidinosi. In realtà, ha notato in principio il loro modo di fare un po’ bellicoso, come se li scrutassero, ma ha lasciato correre, colpito dalla trasparenza di quelle vesti. Tira su le maniche, poi tace, riportato momentaneamente alla realtà dalla voce di un’altra Veela. Si dimentica di Mikael e Eva per il momento, le sue orecchie sono tese solo all’ascolto attento di quegli scambi di battute, malgrado subito si appresti a seguire la donna che gli si è avvicinata.
    <oh, scusateci>
    Esordisce serio, fissando senza mezzi termini i loro corpi.
    <i magizoologi hanno avuto un problema con un gruppo di avvincini che ha tentato di colpire dei maghi inesperti. Io ho seguito un master in magizoologia e creature leggendarie, però.>
    Sta bleffando e se qualcuno gli rovina il gioco, è pronto ad ammazzare a mani nude. Sente l’incoraggiamento di Mikael, ma in cuor suo non percepisce ancora pericolo: è stato in situazioni ben peggiori, ben più drammatiche e non sono quelle donne eteree a spaventarlo.
    <andiamo dall’altra Veela, dunque?>
    Lui non sa un cappero, proprio un cappero di ciò che accadrà, ma è sicuro di sé nello stringere il manico della ventiquattrore e al massimo riceverà numerosi graffi e seduzione: gli piace il sadomaso. Intanto, incede pronto a seguire il destino di quella sera.

    PENSIERO 10

    VOLONTÀ 9

    AGILITÀ 7

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    equip:valigetta
     
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    Arrivate ad una piccola radura e le tre Veela di prima non sono niente in confronto a tutta la tribù. Sorpresa!
    Sono dappertutto e vi fissano insistentemente e sguardi arcigni vengono rivolti ai due maghi, mentre più tolleranti ad Eva.
    Da una specie di scranno fatto di rami e foglie si alza una tra le Veela più alte e con molte treccine e molti più fiori delle altre. A piedi nudi, raggiunge Eva lentamente e poi le si ferma ad un palmo dal naso.
    «Ti assomiglia molto» asserisce, ma non sembra stia parlando con l'Auror. «Ma le serve una spinta».
    Fino a che non smette di parlare, non si capisce con chi stia dialogando, quando dalla prima fila del cerchio che si è creato attorno ai tre visitatori si fa avanti una donna molto bella dagli occhi verde sottobosco e i capelli d'argento raccolti in una mezza coda. Nonostante la sua vetustà, è una tra le Veela più belle, ma anche quella più simile all'Auror.
    «Eva» ti chiama.
    A parlare è la stessa voce che hai sentito per tutta la settimana e oggi con più chiarezza.
    «Bambina mia» aggiunge, allargando un sorriso dolce. «Non mi conosci, ma io ti ho osservato a lungo. Ti ho lasciato sola per troppo tempo. Capirai che la mia vita non era fatta per essere vissuta tra gli uomini».
    Infatti, le Veela preferiscono stare in posti non troppo contaminati dall'uomo e dalla tecnologia, dal caos delle grandi città. Quella radura nella foresta è un piccolo habitat creato apposta per queste bellissime creature e loro sembrano davvero a loro agio lì.
    «Sono tua madre, Eva» continua, tendendoti la mano. «E oggi tu capirai cosa significa essere come noi».
    A porgerti la mano è anche la Veela che ti si è avvicinata dallo scranno e il segnale è chiaro: devi stringere le mani ad entrambe, ma è una tua scelta.
    In questo bellissimo momento madre-figlia, tranquilli, non ci siamo dimenticati degli ometti, che si sono come svegliati dall'incanto. Infatti, mentre le donne parlano, voi non siete graditi nel cerchio, ma ad ognuno di voi viene riservato un trattamento molto diverso.
    «Soulbrandt» è una Veela anziana, ti riconosce per qualche motivo che non puoi cogliere al momento, ma il tuo cognome fa drizzare le orecchie di molte. Addosso, ti si accaniscono un gruppo di Veela formato da tre creature di una certa età. Nei loro occhi luccica la tempesta prima che si trasformino in Arpie e... be' scappa! Tra gli alberi sarà molto difficile che ti raggiungano alla svelta per colpa delle ali e avrai modo di recuperare qualche ramo spezzato per usarlo come arma eventualmente. Le altre Veela non concentrate su Eva e su Alexander, se ne restano a guardare lo spettacolino in disparte con un sorrisino sinistro.
    Alexander a te va un po' meglio... forse... perché le Veela che si stringono attorno a te sono quattro e non sembrano avere delle buone intenzioni. Volevi la seduzione? Eccola. Il loro sguardo si accende i loro visi vengono tagliati da dei sorrisi sinistri prima che intonino una specie di canzoncina in una lingua sconosciuta o antica dal suono melodioso. L'istinto ti dice che non promettono niente di buono e stanno provando a persuaderti a seguirle in una parte di bosco che loro conoscono benissimo, una specie di rifugio tra gli alberi e i fiori. Puoi resistere al loro attacco mentale o andarci con le tue gambe e la tua valigetta [Volontà CD 17 - ho lanciato e hai fatto 20 (controlla sul sito), perciò puoi tranquillamente seguire l'invito di tua sponte].
    Se vi avanza del tempo, guardate sopra le vostre teste, oltre le cime degli alberi. Dense nuvole nere hanno coperto il cielo e lampi e fulmini, di tanto in tanto, lo illuminano.
    Eva, tu ci guardi per forza, perché le due Veela accanto a te e quelle accerchiate attorno a voi lo stanno facendo. Qualcosa sta cominciando a cambiare dentro di te e avverti delle piccole scosse lungo il tuo corpo, animato da un'intensa elettricità. Forse non trattieni nemmeno quel brivido mentre il cerchio di Veela comincia a muoversi in una strana danza.
    «Non sei una cacciatrice» ti dice tua madre. «Sei una protettrice».
    Ti ha guardato bene da lontano e lo ha notato che sei brava negli incantesimi di difesa.
    «La natura ti aiuterà sempre a proteggerti, richiamala e falla tua. Immagina fiori come scudi, rami come armature. È tutto dentro e fuori di te: tu sei un tutt'uno col mondo che ti circonda. Difenditi».
    E poco dopo aver terminato la frase ecco che il bosco si anima dopo un fulmine, il tuono risuona e le cime degli alberi sembrano ritorcersi contro di te come mille spade. Il cielo si fa bianco e il fulmine sembra dare vita alla natura, che si accanisce contro di te.
    Tua madre è sempre lì e non si muove, così come l'altra. È chiaro che non ti aiuteranno e tu hai solo la natura con te.
    indicazioni
    EVA = Per aiutarti è la tua prima manifestazione di Nympha Arboris, ma sarà potentissimo e non avrai bisogno di lanciare alcun dado o superare CD. Vai di Fantasia!

    Come sempre, 10 minuti dall'azione precedente. Se ve ne servono più, vi posso capire <3

     
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  10. Eva Cooper
     
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    PENSIERO 8

    VOLONTÀ 10

    AGILITÀ 8

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    Bacchetta magica + fodero cintura


    Ha sorriso, l'ha fatto davvero, nell'ascoltare quell'affermazione di Mikael rivolta verso di lei perché - di qualsiasi cosa si tratti, scherzo o realtà celata dietro ad una battuta - l'ha resa felice sentire quelle due semplici parole unite al suo sorriso. Un buon modo per calmare la tensione e consentirle in un certo qual senso di non pensare al peggio. < Certo che è stato Alexander > fa eco alle parole dell Obliviatore per prendere in giro il povero cugino di quest'ultimo, verso il quale comunque muove la mancina per posargli un'amichevole pacca sulla spalla. Eh già, pare proprio che ormai la mezza Veela abbia una certa confidenza con Byron, molta della quale è probabilmente dovuta al suo modo di fare così diretto e che poco si perde in sotterfugi. Così quando lui si prodiga in nuove battute non se ne stupisce più di tanto, ma di certo evita di dargli troppa corda perché in quel momento c'è ben poco da scherzare.
    La sua mente, così come quella degli altri due uomini, è totalmente in balia di quelle tre donne bellissime così tanto che anche l'incoraggiamento sussurrato da Mikael pare essere senza senso. Che cosa potrebbe mai andare storto? Si trovano in un luogo meraviglioso, insieme a queste creature stupende e tutti lo sanno, come potrebbero esseri così perfetti poter nuocere a qualcuno? Avrebbe probabilmente riso di gusto nell'osservare la reazione di Byron di fronte alle Veela ma in quel momento non percepisce la sua parlantina incessante come qualcosa di divertente anzi, forse proprio non lo sta ascoltando. E' focalizzata su di loro, le quali li guidano verso...verso cosa, verso chi? Evidentemente verso un gruppo estremamente numeroso di altre Veela. Normalmente di fronte ad una situazione del genere avrebbe cercato di difendersi, ma in qualche modo si sente attratta da tutto questo, da quella natura che festosa si erge tutt'intorno. Fermato il passo si vede raggiungere da una di loro, altrettanto bella: le sue parole potrebbero non significare nulla, ma l'Auror in cuor suo ha già capito tutto. Di fatti non pronuncia verbo, attendendo che il suo destino si compia: sperava che non sarebbe mai accaduto, sperava di essere diversa ma in fondo sapeva anche che sarebbe stato impossibile rifiutare la sua reale essenza. Ciò che non si aspettava assolutamente è invece quella donna, quella che si presenta come sua madre. La osserva a lungo ascoltando le sue parole, ma sul volto di Eva non compare alcun sorriso, niente di niente: saettano i suoi occhi alla ricerca di quelli della sua interlocutrice, mossi da una certa rabbia che non riesce a non far trapelare. Eppure questa rimane comunque sopita in parte grazie all'influenza che quella creatura così bella ha su di lei: non riesce a risponderle male anche se vorrebbe urlarle contro di tutto e di più. < Avresti potuto mostrarti prima, almeno una volta > è ciò che riesce a dire mentre la sua voce si riempie di malinconia e il suo sguardo si abbassa verso la mano che lei gli porge. Scivola anche su quella dell'altra Veela con le treccine, decidendo solo in quell'attimo di procedere con ciò che le è stato appena chiesto di fare. Si lascia andare ad un sospiro profondo prima di afferrare con delicatezza le mani di quelle due creature a lei sconosciute. Quante volte ha immaginato di incontrare sua madre? Tante, ma mai avrebbe pensato di essere talmente irretita dai suoi poteri da non essere in grado di sfogare su di lei la rabbia nei suoi confronti accumulata nel corso degli anni. Nel momento in cui le loro mani si uniscono riesce a percepire quanto la natura circostante sia importante e perfetta: i suoi occhi chiari vengono richiamati verso l'alto, in quel cielo che d'un tratto si è fatto oscuro e solcato da fulmini e lampi accecanti. Eppure non prova paura in quell'istante, forse perchè sua madre - pur non conoscendola - ha ragione. Lei è una protettrice lo è sempre stata. Non capisce però a cosa la Veela faccia riferimento se non quando le piante sulle loro teste cominciano a muoversi e le fronde volgersi violentemente contro di lei. Mentre il battito accelera, si ritrova a mantenere gli occhi ben aperti e a concentrarsi su una zona del terreno del tutto priva di vegetazione a pochi passi di distanza da quel cerchio magico che è stato appena ricreato. Si concentra cercando di divenire tutt'uno con quella natura che sente vivere in lei, affine al suo spirito da protettrice del creato: lei che ha sempre aiutato le persone, che ha sempre protetto gli altri. Se dovesse riuscirci il suo intento è quello di far crescere da quel preciso punto un'enorme pianta molto simile ad una quercia, determinata da tronchi talmente possenti in grado di avvolgere le cime degli alberi prima che questi ultimi si riversino su di lei. Ciascun tronco - almeno cinque - sarebbero finalizzati a bloccare l'attacco rivolto alla mezza Veela, in una presa talmente potente da bloccare il loro incedere. La pianta emergerebbe dal terreno come qualsiasi quercia comune, ma quest'ultima si differenzierebbe per i colori variopinti: ogni enorme ramo rappresenterebbe ciascun colore dell'arcobaleno, in un miracolo della natura che ben pochi occhi hanno mai avuto modo di osservare.
     
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  11. Mikael Soulbrandt
     
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    Nella barca accentua il sorriso alle parole di Alexander e ne rivolge in direzione del cugino una pacca sulla spalla, di quelle fragorose, in un moto più affettuoso e accentua il sorriso su Eva, felice di aver migliorato anche se per poco situazione. Finché... non si risveglia nell'effettivo dopo quella situazione e quell'istante in cui stava seguendo la situazione di Eva, alle proposte delle Veele, si può notare come trattenga dallo stringere i denti per un singolo secondo e china il capo per un singolo secondo pronunciandosi con un.< Non è il momento migliore.> lo intuisce di essere nel posto peggiore.< Ma Eva. Nessuno giudicherà la tua scelta, non avere rimpianti o rimorsi.> e proprio in quel preciso istante dove una anziana Veela ne pronuncia il suo cognome e lì solleva il mento pronunciandosi con un divertito sorriso, chinando il capo per pronunciarsi con un.< E' il mio cognome, Veela.> si pronuncia ma senza astio nel nominare quella razza, quanto un nome come un altro per chiamare quella creatura e aggiunge un rapido.< Alexander. Buona fortuna. Eva. Ricorda il mio consiglio.> proprio quando le tre cominciano a prendere il via per cominciare a trasformarsi andrebbe a ruotare con una certa velocità, fortunatamente riparato dai danni subiti nel passato, va a compiere uno scatto verso la foresta, sapendo che quelle creature non potranno seguirlo con la medesima facilità con cui egli si muove correndo, ringraziando le sue scarpe militari che aiutano in queste situazioni e in quel momento i diversi metodi di caccia imparati dai Soulbrandt battono alla medesima velocità con cui va il cuore di Mikael. La mancina corre lungo la giacca, detenuta da Procione con il suo peso sotto di sé, fa sollevare l'animale per catturare quel soprabito e tenerlo come si farebbe con una rete, simili ad un'arma, in quel battito di secondi cercherebbe di sussurrare allo stesso.< Procione. Non voglio attaccarle. Non vorrei se la prendessero con Alexander o Eva se dovessero attaccarla nel caso rifiutasse.> mette in chiaro quella cosa, dopotutto i Soulbrandt non abbandonano mai dei compagni, se non sono estremisti. Il suo tentativo sarebbe quello di portarsi con attenzione nel camminare a zig zag, avendo sempre dietro le sue spalle un albero, ma continuando poi in diagonale, per procedere con un.< Quindi togliti il tuo gilet e sventolalo davanti il loro viso per intimorirle. Odiano tutto ciò che non è naturale. E... provo a comunicare. Al mio tre. Ci fermiamo.> comunica quel piano e si può notare come il fiato si stia facendo sentire soprattutto per i Jeans ad appesantire quei movimenti delle gambe e dopo un.< Anzi. Sai il futuro. Fai da solo. E fermami se è una pessima idea.> neanche volesse punzecchiarlo sul fatto che egli gli predica l'effettivo presente e si andrebbe a fermare per girarsi di scatto, cercare di avere nel suo campo visivo quelle arpie e cominciare a sventolare di quella giacca in aria e procedere con un.< Sono un membro del Ministero. Obliviatore, una carica che a voi sarà sconosciuta, ma di cui molti non avrebbero il piacere di incontrare. E voi siete dei membri registrati del Ministero. Se dovessi scomparire e si sapesse di questo incidente. Statemi certe, mie signore. Potrebbero avere un problema a ritenervi ancora registrate, se violente con chi ha giurato di proteggervi.> e conclusosi quel discorso si può notare come egli abbandoni di quella giacca e la faccia cadere per terra, allargando le braccia, solo se fosse riuscito ad attirare la loro attenzione e le avesse viste in qualche modo calmarsi, procedendo con un.< Prima di essere un Soulbrandt. Sono un Membro del Ministero. Così come molti miei parenti. Non cacciamo Creature, ma mostri e i mostri sono chi uccide a sangue freddo e non accetta di rendere la nostra società migliore.> prosegue con un argomento piuttosto caro a lui, ma questa volta, quelle braccia sono larghe, non in segno di sfida quanto a voler lasciare comunque la scelta da quale parte delle Veela stare, tra le creature o i mostri, ma china il capo, lievemente, un movimento sottile e parole che ne portano un.< Ma chiedo scusa per il passato. Ci sono mostri anche tra i maghi.> sollevando il mento in una nota più orgogliosa di sé che di alcune azioni compiute dai suoi parenti.

    PENSIERO 10

    VOLONTÀ 9

    AGILITÀ 7

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    Procione
     
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  12. Alexander N. Byron
     
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    Quando ricapita di avere a disposizione una possibile orgia a portata di mano? Certo, magari non con suo cugino e con sole donne, ma in guerra tutto fa brodo (sarei voluta essere più volgare, ma ho già un pg che lo è, quindi provo a limitarmi per non ferire la vostra sensibilità). Tuttavia, forse c’è qualcosa che lo attira più di quel gruppo di Veela che si staglia dinanzi a loro, come un esercito pronto a sedurti e muoverti battaglia nello stesso momento. Proprio vero che sono esseri particolari, che conciliano in sé ogni ossimoro chiuso nella loro bellezza! L’attenzione dell’Indicibile, però, è tutta focalizzata sulla scenetta pseudo familiare che si sta consumando sotto ai suoi occhi un po’ maliziosi, tanto che con una punta di sarcasmo non può che sollevare gli occhi al cielo e portarsi una mano sul petto, fintamente commosso. Poi, cercherebbe la complicità della veela più vicina a lui, e parlerebbe.
    <sono emozionato. Quando si baciano?>
    Il tono è intriso di ironia, eppure una parte di sé sta sussultando per la parola “madre” appena pronunciata dalla donna splendida e in tutto simile ad Eva. Sarà che ha perso la sua qualche mese fa, sarà che alla fine non l’ha mai avuta, ma quel tono femminile e affettuoso gli causa un colpo al cuore che lo porta a cercare la forza nella stretta della valigetta.
    Eppure, quel momento non dura nulla, perché un gruppetto di Veela lo ha accerchiato, cantandogli una canzoncina suadente come piccole ninfe del bosco, istruite da Orfeo. E’ calamitato dalla loro presenza, lo sguardo si sposta su curve femminili perfette, forse TROPPO perfette. Probabilmente, è la stretta nella valigetta che lo porta a tornare alla realtà o, ancora, il pensiero momentaneo- quasi un istinto più forte di quello sessuale- che Eva in qualche modo sta ritrovando una figura materna che non conosceva e che credeva l’avesse lasciata sola. E lui sa cosa significa essere soli, perso in ricordi o nella costruzione di piccoli mondi inventati solo per consolarsi. Può apparire come un insensibile per il suo modo di sdrammatizzare e il suo continuo attaccamento alle cose terrene, ma non è affatto così o non continuerebbe a fissare il cielo con insistenza, seppur da disperato. Anche adesso solleva lo sguardo in alto, cercando un appiglio mentre quella cantilena continua ad entrargli nella testa ma non nel cuore, perché nel cuore sono racchiuse ferite che lo squarciano come quei fulmini che di lì a poco partiranno dal cielo come una prova da superare per la piccola, forte Eva.
    <mi dispiace, siete bellissime, ma non è il mio genere preferito>
    Le scosta con un gesto gentile della mano destra, gli occhi che ormai non indugiano sulle loro forme e vanno a cercare , invece, quelli dell’Auror. Ha sorriso, prima, alla sua pacca sulla spalla, constatando quanto in fondo fossero simili su quel prato verde, seppur diversi negli atteggiamenti. Intuisce la sua voglia di normalità e ricorda le parole che la donna gli ha rivolto solo qualche giorno fa. “Ci sono momenti in cui vorrei essere normale”, gli aveva detto.
    Socchiude le palpebre mentre la vede richiamare la natura per sprigionare quel potere latente, celato dietro milioni di desideri e esploso tra allungamenti di rami, tronchi, e fronde che stormiscono prepotentemente. Non ha idea di dove sia Mikael, lo ha visto correre per necessità ma sa che lo troverà, perché quelle creature sembrano lì solo per Eva. Adesso, si gode solo lo spettacolo della natura e cercherebbe di mostrare un’altra faccia del suo carattere, quella che – se le Veela glielo concedessero- lo spingerebbero fino alla bionda mezzaveela, nel folle tentativo di starle accanto, in silenzio. Nessuna battuta, solo la sua presenza e uno sguardo complice, affine. Tranquilli, tra poco tornerà ad essere lo scemo di sempre. Restate su questi canali.


    PENSIERO 10

    VOLONTÀ 9

    AGILITÀ 7

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    equipaggiamento: valigetta
     
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  13.  
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    La natura sembra rivoltarsi contro Eva, che comunque può attingere da essa grazie agli utili consigli di sua madre. Se gli alberi si rivoltano contro di te, animati dal fulmine, non vuol dire che alla fine ti feriranno, perché comunque sono controllati dalle Veela là attorno, che stanno facendo di tutto per vedere i tuoi poteri manifestarsi per la prima volta. In un certo senso, ti stanno provocando.
    Intanto le Veela danzano attorno a loro e sua madre allarga il sorriso vedendo la furia dipingersi sul volto della figlia. La comprende, ma non può farci niente, tanto che le risponde in maniera molto pacata: «Hai ragione, ma le mie scuse non serviranno. Vero?»
    La sua voce melodiosa ti entra nella pelle, ti scuote l'anima. Anche il tocco di quella mano ti conferisce delle strane vibrazioni, che come elettricità si diffondono in tutto il corpo. È come se le due Veela ti stessero donando parte dei loro poteri per risvegliare i tuoi, cosa che accade, perché improvvisamente ti senti nuova e parte di questo nuovo universo.
    Tu sei la natura e la natura è te. Senti il fulmine nel cielo come se fosse tuo, senti i rumori lontani del bosco e degli animali, immagini molte più piante di quelle conosciute crescere in paradisi nascosti agli occhi dell'uomo e non ti sei fatta di qualche droga magica, no. Tu sai che tutto quello può esistere, che fa parte della magia della tua natura. Hai più consapevolezza di te stessa, comprendi molte più cose: perché ogni tanto sei irascibile o perché riesci a difenderti meglio degli altri.
    Anche adesso, stai dando prova che i tuoi poteri sopiti erano da sempre parte di te, facendo crescere quella grossa quercia arcobaleno, che si scaglia contro le cime degli alberi e le afferra, stritolandole, per poi rimetterle al loro posto.
    «Ora sei pronta» ti dice tua madre, osservandoti con orgoglio e lasciandoti la mano. Anche la Veela capo si allontana da te.
    Arretran di un passo perché sanno che cosa sta per arrivare. Tu la senti la rabbia di prima? Quella che nonostante tutto non sei riuscita a riversare su tua madre? Ecco, quella rabbia ora è amplificata, è potentissima e tu non puoi assolutamente controllarla. È un'emozione così forte che non ti permette di ragionare e il tuo corpo cambia. Sì, ma come?

    «E che me ne frega di fermarti?» domanda Procione, annuendo al piano.
    Vi fermate dopo la corsa tra gli alberi, dove le Arpie non sono riuscite a muoversi con l'eleganza che avrebbero da Veela a causa delle ali che impicciano, ma gli artigli hanno aiutato le tre creature a farsi strada tra le fronde più leggere, ma non tra i fusti degli alberi.
    Riescono a raggiungervi pochi secondi dopo che vi fermate e Procione fa uno strano balletto verso di loro, mostrando il gilet, ma anche i mutandoni sculettando. Le Arpie fanno un passo all'indietro, schifate.
    La fortuna di Mikael è essersi ritrovato tre Veela anziane, che sanno controllare molto bene la loro natura di Arpia e perciò tornano al consueto aspetto di belle donne dai capelli argentati. Quella al centro continua a fissare l'obliviatore insistentemente e con un cipiglio furioso, però non è sciocca e capisce che cosa vuoi dire.
    «Non vogliamo problemi con il Ministero» commenta. «Ma hai ragione a dire che ci sono mostri anche tra i maghi. La tua famiglia ha ucciso mia madre».
    Forse come informazione potrebbe non suscitare niente in te, forse nemmeno un minimo di dispiacere, ma improvvisamente il discorso ti riporta alla mente un occhio che viene conficcato da un cacciavite e nella tua testa i volti delle Veela vengono macchiati di sangue.
    Hai ucciso da poco Mikael e non lo hai dimenticato. Il tuo subconscio te lo ricorda costantemente e ti offre una serie di immagini terrificanti.
    «Sì, il piano avrebbe funzionato, comunque» ti comunica Procione, sempre sul pezzo, ma tu stai da un'altra parte proprio con la mente.

    Alexander, tu sei riuscito a scaparla a ben quattro Veela, quindi sei tipo un mito. Te ne rendi conto?
    Certo che sì.
    La tua malinconia, però, viene percepita dagli esseri vicino a te, che si fanno comprensivi e si accerchiano attorno a te con aria imbronciata. Non sono riuscite a tirarti su con i loro sguardi maliziosi carichi di lussuria e hai guadagnato il loro rispetto, nonché la loro amicizia. Improvvisamente, infatti, ti abbracciano e sarà che a una di loro non è proprio andata giù essere rifiutata, ma percepisci una palpata al sedere. Insomma, le fortune tutte a te?
    No, perché l'aria di tristezza è pesante e vedere Eva e sua madre così coese ti fa ritornare alla mente qualche scenario della tua vita, qualcosa che ti ricordi con affetto, nonostante il tuo ultimo addio alla tua genitrice sia stato molto particolare.
    «Sei uno di quelli che preferisce gli uomini?» ti domanda spudoratamente quella che ti ha palpato il sedere e ti costringerà a guardarla negli occhi, ti sorriderà e di nuovo, avvertirai una sensazione strana e quella forte palpitazione di inizio serata. Sta provando di nuovo a persuaderti [e anche a 'sto giro Alexander ha fatto 18 su CD 17 di Volontà, troppo culo ai dadi] e non ci riuscirà.
    Peccato.
    indicazioni
    Il prossimo master è quello di chiusura.
    Uccidete Alex che ha culo ai dadi, grazie.

     
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  14. Eva Cooper
     
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    PENSIERO 8

    VOLONTÀ 10

    AGILITÀ 8

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    Bacchetta magica + fodero cintura


    Avrebbe voluto pensare anche a Mikael e ad Alexander, ma al momento ha ben altri problemi: le piante, le stesse di quella natura selvaggia che sente appartenerle, hanno tentato di ucciderla o - comunque - di farle molto molto male. D'altra parte è certa che i due uomini sappiano cavarsela più che bene, è certa delle loro capacità, ma non può fare a meno di preoccuparsi anche per loro. E, se l'Obliviatore è fuggito di giustezza nella foresta, Byron non è poi molto distante da lei e dunque può assistere a quel potere che mai prima d'ora aveva mostrato e che, a dirla tutta, nemmeno pensava di avere. < Non fate loro del male, vi prego, loro non... > comincia a pronunciare, esausta per quello sforzo mentale appena compiuto, ma quando alza lo sguardo per osservare la manifestazione della Nympha Arboris rimane letteralmente senza parole. Come ha potuto creare qualcosa di così imponente, meraviglioso e allo stesso tempo salvifico? Forse non è poi così terribile riscoprire sé stessa, forse ci sono elementi di quel suo essere "diversa" che potrebbero non essere negativi come aveva pensato. Prova per quegli istanti un vero e proprio connubio con la natura che la circonda: gli occhi della bionda si chiudono, assorbendo la bellezza di un mondo immenso, di immagini che nemmeno credeva di poter conoscere. Tutto questo ora è lei, ancor più perfetta, ancor più ammaliatrice, composta da quei poteri che la madre le ha alla fine permesso di ereditare. Quando riapre gli occhi però quella creatura è ancora di fronte a lei e le nuove parole che le rivolge non le piacciono proprio per niente. Si sente presa in giro, lei che per anni l'ha aspettata, che per anni ha sperato che si facesse viva anche solo per sentire la sua voce o più semplicemente per conoscerne le fattezze. E, ora che è come loro, è in grado di riversare la sua rabbia senza limiti, quel fervore accumulato da sempre e mai emerso dal suo animo così puro e nobile. < Tu hai abbandonato me, hai abbandonato mio padre. Ci hai lasciati quando ancora non potevo avere alcun ricordo del tuo volto.> comincia in un sibilo che non le si confà, che non le appartiene ma che non riesce ad evitare. C'è ira nello sguardo che rivolge a quella che sostiene essere sua madre, occhi chiari che per un istante sembrano essere attraversati da una fiamma intensa di pura rabbia. Sente quella sensazione crescere dentro di sé in un modo mai provato precedentemente, ma non se ne rende conto: la accoglie perchè non può fare altro. D'altronde chi potrebbe darle torto? Chi potrebbe costringerla a non odiare colei che l'ha privata di affetto per un'intera vita, oltre ventisei anni vissuti senza lo straccio di una madre. La cosa peggiore non è stata forse la sua assenza, ma la convinzione di non essere stata voluta. Insomma è il rifiuto ad accrescere quell'incendio di emozioni negative che prende piede in lei. E, senza rendersene conto, le altre Veela e Alexander che si trova a qualche passo di distanza potrà osservare la sua trasformazione. La prima cosa a mutare sono i suoi occhi: non più azzurri, ma di un giallo acceso caratterizzato da sfumature arancioni, simili a quelli di un'aquila parecchio arrabbiata. Seguono le dita delle mani che si allungano e si trasformano in artigli, mentre anche il suo viso - seppur ancora umano - diviene più ferino ed animalesco. E' sempre lei, ma con quella metà che ormai le appartiene e che scatena di fronte alla madre, la stessa che ha dato origine a tutto questo. Senza pronunciare verbo punterebbe gli occhi color ambra solo su di lei, mentre in un impeto di quella feconda rabbia proverebbe a dare origine ad una folata di vento in grado di smuovere l'equilibrio di chi le sta intorno. Già, quei poteri sono nuovi e seppur voglia colpire colei che l'ha messa al mondo, non è in grado di controllarsi proprio per niente. < Devi portarmi rispetto! > un'esclamazione quasi cantata, voce di Sirena decisamente più suadente di quella che solitamente le appartiene e che si sparge nell'area circostante come una melodia ben delineata.

    [Furor - Madre Veela (e chi le è vicino)]
     
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  15. Mikael Soulbrandt
     
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    Il procione non è di sostengo in alcun modo ma oramai l'alchimia di squadra si è formata, in un bizzarro due, tra cui uno molto sensuale nello scuotere il proprio abbigliamento, le tre anziane si fermano e con un movimento lento raccogliere la sua giacca per mettersela nuovamente sulle spalle. Quella informazione a cui è tanto abituato però ne riporta in mente quell'uccisione di cui peso pressa sullo spirito, ma dove, nel suo addestramento ha imparato, non a dimenticare, quanto ad affrontare quella cosa a suo vantaggio, rendendolo per un singolo frangente sensibile a quella vita spezzata, l'occhio destro permane con una nota lucida e il mento viene sollevato procedendo con un.< Non la conoscevo. Non conosco nemmeno chi l'ha uccisa. Ma conoscere non cambierebbe nulla. Spero che possa guardarti dall'alto con orgoglio e chi dei miei consanguinei l'ha uccisa, mi disprezzi.> neanche a mandarle all'inferno la parte familiare che ha reagito con violenza su una possibile creatura registrata, dopotutto capita l'elemento estremista tra i Soulbrandt così come lo era Markus, figura del suo passato. E proprio in quei frangenti dove la vita che si spegne scorre nei suoi occhi, va in un ritmico elencare di quei suoni che ne percorrono la mente a sostare con quelle immagini, chiude gli occhi d'istinto e sfrutta quel sentimento per porre un inchino, non è un nascondere di quelle emozioni ma le mostra fondendole con un suo controllo nel portare avanti certi gesti. Intanto che la morte del cugino rimbomba nella sua mente, gli occhi di Cindy privi di vita, i diversi compagni morti tra gli Auror e gli Obliviatori dove in segreto quando rimane solo in quegli uffici, passeggia, donando ad ognuno dei caduti o almeno alle loro passate scrivanie un tocco di nocche sulla scrivania, come è solito chiamare l'attenzione o al servizio, infine; il morto creato da lui con quel cacciavite, la violenza e la brutalità vengono tenuti a mente, ma infine, ciò che permane nella mente è il sogno più ricorrente lo sparare addosso ad Eva fino ad ucciderla. Proprio quel ricordo finale, saranno passati una manciata scarna di qualche secondo, ignorando il dire di Procione per sollevare il mento e portarsi dritto con la schiena, qualcosa riga il proprio volto, una lacrima debole in un volto serio, marchiato dalla guerra e dalla caccia, a sottolineare di quella guancia e procedere.< Vorrei poter assistere alla scelta di Eva. Volevo starle accanto in questo momento. Perché so che non posso aiutarla in una scelta interiore. Ma sarei felice di sapere che ha accettato la sua natura, non da "maga" o da Veela, ma da mezza veela. Non sarà facile, ma sono certo che lo saprà.> neanche a voler sottolineare di come quel sangue in circolo non è solo di una sola fase e senza protendere o destare nessuna delle due, sollevando di quel mento, il moto è istintivamente più autoritario, lo è sempre in quelle gestualità ma non vi è un comando imposto alle veele ma una sentita richiesta di voler partecipare. Inconsapevole di come la ragazza a cui vuole dare il suo sostegno si è scatenata nella completa furia delle Veele ma se loro lo permetteranno, si muoverà con una certa velocità a raggiungere quel luogo, per i motivi sopracitati in precedenza.

    PENSIERO 10

    VOLONTÀ 9

    AGILITÀ 7

    FORZA 8

    RESISTENZA 8

    Procione.
     
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18 replies since 25/6/2018, 20:25   287 views
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